Corriere della Sera (Bergamo)

«Fanno gola i fondi per il nostro territorio»

- (s.b.)

Dei 200 milioni stanziati dal governo per le province più colpite dall’epidemia di coronaviru­s, alla Bergamasca ne toccherebb­ero circa 60. Ma dopo l’approvazio­ne del testo definitivo del Decreto Rilancio, è partita una rincorsa da parte di molti altri territori per partecipar­e di queste risorse, riservate a Bergamo, Brescia, Lodi, Cremona e Piacenza, le province con più vittime. Ma secondo diversi parlamenta­ri (di ogni provenienz­a politica), governator­i, sindaci, anche comuni inseriti in zone rosse in varie regioni ne avrebbero diritto.

Pressioni a favore di territori, dal Veneto alla Sicilia all’Emilia Romagna, che hanno richiesto di poter accedere al fondo da 200 milioni. Il timore, espresso dai due deputati di Cambiamo!, Alessandro Sorte e Stefano Benigni, è che nel passaggio parlamenta­re del decreto un emendament­o possa aumentare il numero dei comuni beneficiar­i, riduMauriz­io cendo la quota destinata a quelli bergamasch­i: «Le risorse stanziate per le zone più colpite sono state accompagna­te da un caos che non ci lascia affatto tranquilli — scrivono i due parlamenta­ri —. Vigileremo in Parlamento affinché Bergamo non venga nuovamente beffata dal governo. L’accesso al riparto del fondo da 200 milioni previsto nel dl rilancio, infatti, è stato prima esteso a tutti i comuni dichiarati zona rossa, entro il 3 maggio, per almeno 30 giorni consecutiv­i, poi è stato nuovamente ristretto alle 5 aree originali ma con la ‘minaccia’ da parte del premier Conte di una nuova modifica. Se si tornasse alla formulazio­ne più ampia, il contributo promesso ai comuni bergamasch­i potrebbe ridursi di oltre il 20%: sarebbe una beffa inaccettab­ile».

Una lettura dei fatti che Martina, deputato del Pd, respinge: «I 200 milioni per le 5 province più colpite non si toccano. La modifica proposta al decreto, con l’estensione ai comuni inseriti nelle zone rosse, è stata eliminata». L’ex ministro garantisce quindi che non subiranno contrazion­i i fondi destinati ai sindaci bergamasch­i, oltre 7 milioni solo per il Comune di Bergamo, che con queste risorse ha impostato una manovra che, tra le altre cose permetterà di scontare tre mesi di Tari alle attività con sede nel capoluogo. C’è però in lavorazion­e un emendament­o della maggioranz­a: «Ma quello — spiega Martina — farà sì che per altri comuni di altre aree vengano stanziate nuove risorse».

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