Il mancato incasso da 15 milioni di euro
Dai 12 ai 15 milioni di euro. È quanto vale la fetta di diritti tv dell’Atalanta che, a oggi, manca all’appello a causa della sospensione del pagamento dell’ultima rata da parte di Sky e Dazn (233 milioni il valore totale per tutta la Serie A), l’ennesimo scoglio in vista della ripartenza del campionato (che sarà fissata per metà giugno) dopo l’emergenza coronavirus. Una quota che rappresenta circa il 10 per cento del fatturato dell’ultimo bilancio (che, per i nerazzurri, non coincide con la stagione sportiva, ma con l’anno solare), quello riferito al
2018. La cifra da ricevere è importante ma, a differenza di molte altre società, è meno impattante grazie alla gestione oculata del club e dei recenti risultati strabilianti della società guidata dalla famiglia Percassi. Su tutti, l’aver partecipato alla Champions League, che ha portato una grande iniezione di liquidità. Finora, solo considerando i premi per i risultati e tralasciando i diritti tv legati alla coppa europea, l’Atalanta ha incassato oltre 40 milioni di euro (cifra che copre la quasi totalità del monte ingaggi di calciatori e staff, al netto dei bonus). Solo l’ultimo traguardo, la qualificazione ai quarti di finale, dopo aver superato nella doppia sfida gli spagnoli del Valencia, ha fruttato la bellezza di 10,5 milioni.