Corriere della Sera (Bergamo)

Il mancato incasso da 15 milioni di euro

- Di Matteo Magri

Dai 12 ai 15 milioni di euro. È quanto vale la fetta di diritti tv dell’Atalanta che, a oggi, manca all’appello a causa della sospension­e del pagamento dell’ultima rata da parte di Sky e Dazn (233 milioni il valore totale per tutta la Serie A), l’ennesimo scoglio in vista della ripartenza del campionato (che sarà fissata per metà giugno) dopo l’emergenza coronaviru­s. Una quota che rappresent­a circa il 10 per cento del fatturato dell’ultimo bilancio (che, per i nerazzurri, non coincide con la stagione sportiva, ma con l’anno solare), quello riferito al

2018. La cifra da ricevere è importante ma, a differenza di molte altre società, è meno impattante grazie alla gestione oculata del club e dei recenti risultati strabilian­ti della società guidata dalla famiglia Percassi. Su tutti, l’aver partecipat­o alla Champions League, che ha portato una grande iniezione di liquidità. Finora, solo consideran­do i premi per i risultati e tralascian­do i diritti tv legati alla coppa europea, l’Atalanta ha incassato oltre 40 milioni di euro (cifra che copre la quasi totalità del monte ingaggi di calciatori e staff, al netto dei bonus). Solo l’ultimo traguardo, la qualificaz­ione ai quarti di finale, dopo aver superato nella doppia sfida gli spagnoli del Valencia, ha fruttato la bellezza di 10,5 milioni.

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