Quei luoghi che fanno breccia nel cuore
Per ora Bergamo è sul podio. Fa incetta di voti anche il borgo di Sparavera: 4 abitanti
C’è tempo fino al 15 dicembre per votare (e candidare) i propri luoghi del cuore, nell’edizione 2020 del concorso del Fai. Bergamo, con l’attore Alessio Boni a fare da testimonial, dopo settimane in testa alla classifica ora è seconda. Alla 45esima posizione l’antico borgo di Sparavera, a Mezzoldo.
È stata prima per oltre 20 giorni. Ora Bergamo è al secondo posto, dopo il Ponte dell’Acquedotto di Gravina, in Puglia, che la precede con oltre 600 voti (i numeri si riferiscono a ieri, ma la votazione è continua e quindi la classifica è sempre in divenire).
Il 15 dicembre, quando si chiuderà la decima edizione del censimento indetto dal Fai per decretare «I Luoghi del Cuore» 2020, è ancora lontano. Eppure vedere la città sul podio scalda già gli animi. Riempie d’orgoglio. E pare l’ennesima conferma di un territorio che sa fare squadra e sa farsi amare, che prova a rialzarsi e a guardare avanti. Il capoluogo, la cui corsa è spinta da un volto noto come Alessio Boni, spicca per notorietà e senso di appartenenza (soprattutto dopo questo difficile periodo), ma non è il solo luogo orobico a partecipare al concorso nazionale. Al momento sono 584 i beni candidati fra città e provincia. Una miriade di piccole e grandi perle sparse per tutto il territorio. Castelli e chiese, conventi e fucine, ville padronali e piccoli nuclei, fiumi, che abitano il cuore dei bergamaschi, i quali, singolarmente o in gruppo, hanno scelto di proporli perché si trovano vicino a casa o vivono nei ricordi della comunità. Richiamano un fatto locale o un’emozione privata. Ancora una volta l’obiettivo è quello di «farli conoscere, valorizzarli attraverso progetti e recuperi — spiega il capo delegazione Fai di Bergamo Claudio Cecchinelli —, magari spingendoli a diventare il volano di una piccola economia locale». La lista è lunga, varia per posizione geografica e tipologia. Ci sono vecchie conoscenze della gara come l’oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano (con la sua navata affrescata da Tommaso Pombioli nel 1623), il santuario della Madonna di Prada a Mapello, la chiesa vecchia di Ponte San Pietro con lo scenografico sagrato, ma ci sono anche piacevoli novità come il sanatorio di Groppino e il suo Sacro Monte, sorti a Piario nel 1928 per ospitare pazienti affetti da tubercolosi, o ancora il santuario San Giovanni XXIII, a Sotto il Monte. Ci sono noti tesori cittadini come la meridiana di Piazza Vecchia, il monastero di Astino e quello del Carmine. Ma anche piccole realtà di montagna come l’antico borgo di Sparavera. Situato a Mezzoldo, è abitato da 4 persone. I suoi porticati e le «lóbie» in legno, i balconi con i graticci e le fontane testimoniano, ancora oggi, un passato povero e rurale. «L’idea di candidare Sparavera è nata mesi fa e da subito aveva ottenuto l’appoggio del sindaco Raimondo Balicco, che ci ha lasciati per Covid-19 a marzo. Per questo oggi ci sembra ancora più importante promuovere questa scelta e il fatto che stia andando così bene (è al 45esimo posto della classifica nazionale, ndr) appare come un messaggio di speranza», racconta Mauro Salvini, referente del comitato che sostiene la proposta.
A circa 70 chilometri di distanza, in un altro paese che non raggiunge i mille abitanti, c’è un altro gruppo al lavoro. Gli storici Amici del museo di Luzzana si sono uniti all’amministrazione e ad altre realtà per promuovere il Castello Giovanelli, risalente al XIII–XVI secolo, dal 1989 di proprietà comunale e dal 2004 sede di un museo d’arte contemporanea. «Siamo oltre la 700esima posizione — dice il responsabile del comitato Carlo Pinessi —, ma il nostro obiettivo rimane il restauro del monumentale scalone settecentesco d’ingresso, inagibile da tempo». Se Luzzana è uno scrigno di opere d’arte, altri beni in classifica sono immersi nella natura o sono
La diga del Gleno Al momento è nelle prime cento posizioni. Un comitato ne sostiene la corsa
parte di essa come le cascate del Serio e il fiume Adda.
Nelle prime 100 posizioni si trova la diga del Gleno, a Vilminore di Scalve: due tronconi e il ricordo della tragedia del 1° dicembre 1923. «Anche in questo caso, per dare forza alla candidatura, si è costituito un comitato. In Bergamasca ora sono 9 ma ne nasceranno altri — prosegue Cecchinelli —. A tutti loro è stato chiesto di sostenersi a vicenda, per trasmettere l’idea di un territorio nel quale batte un solo cuore». Un intento morale ma anche una strategia per ottenere finanziamenti: «Presentando un progetto — conclude —, i luoghi che raggiungeranno 50 mila voti riceveranno un contributo, così come i vincitori delle classifiche speciali e i primi 3 classificati di quella generale. Chi supererà i 2 mila voti, potrà partecipare al bando per la selezione degli interventi».