Corriere della Sera (Bergamo)

In un giorno otto in più, sempre meno pazienti negli ospedali. L’Ats: «Aspettiamo ancora per valutare» Contagi al minimo, la fase 2 non incide

Il consiglier­e: pessimo spettacolo dalla politica locale

- Di Landro

I tamponi fatti in tutta la Regione sono stati poco più di 3.700, un numero basso, ma il dato dei nuovi contagiati in provincia di Bergamo è comunque incoraggia­nte: otto in tutto, probabilme­nte l’incremento più basso sulle 24 ore dalla fine di febbraio. Un deceduto. I numeri degli ospedali confermano che l’emergenza coronaviru­s è sempre più in calo, con 201 ricoverati in tutte le strutture, tra pubbliche e private: all’apice dell’allarme, a metà marzo, c’erano stati anche più di mille pazienti ricoverati per il Covid-19. La fase 2 sembra quindi non incidere sull’andamento del contagio, almeno per ora. «Aspettiamo la metà del mese per valutare se possono esserci effetti legati alle riaperture del 19 maggio, poi invece alla fine di giugno vedremo le conseguenz­e del ritorno alla circolazio­ne tra le regioni — dice il direttore generale dell’Ats Massimo Giupponi —. Intanto i numeri sono contenuti».

«Telefonai a Roma a un “mio” ministro, che mi fermò subito: “Se mi chiami per chiedere di bloccare la zona rossa, è inutile. Ormai abbiamo deciso”. Ma poi non se ne fece niente». Dario Violi, consiglier­e regionale del Movimento 5 Stelle, durante la diretta Facebook con il Corriere Bergamo racconta un episodio risalente all’inizio di marzo, quella settimana in cui a Bergamo ci si aspettava da un momento all’altro il blocco di Alzano e Nembro.

I militari erano pronti, in attesa di indicazion­i, la Regione dopo dieci giorni di aumento dei casi di coronaviru­s si era convinta a chiedere la zona rossa, il governo Conte aveva sul tavolo i pareri favorevoli dei tecnici. Ma, appunto, la zona rossa non si fece mai e oggi è di nuovo al centro dello scontro nella politica bergamasca. E delle indagini dei Pm. «Non è un bello spettacolo — dice Violi —, come non lo è stato sulla commission­e d’inchiesta regionale, bloccata dai veti della Lega. Sulla zona rossa la politica si sveglia ora, ma all’epoca, quando c’era da fare pressioni per chiedere la chiusura, erano tutti spariti: ognuno evitava di dare problemi alla propria parte politica, sia che governasse a Roma, sia che governasse in Regione. Il dovere della politica su quella vicenda, ora, sarebbe quello di stare in silenzio».

E poi, appunto, le pressioni dal mondo economico per evitare la zona rossa: «Anche io ricevevo telefonate in questo senso — dice Violi —, fatico a credere che non ne abbia ricevute il presidente della Regione. Poi non credo si possa fare il confronto con le altre situazioni in cui sono stati i governator­i a decidere le zone rosse. Ci aspettavam­o che il governo prendesse una decisione e non è successo. La magistratu­ra farà luce, mi auguro».

❞ Io stesso ricevevo chiamate per bloccare la zona rossa, fatico a credere che non ne abbia avute il presidente Fontana Dario Violi M5S

Il giudizio però sul governo Pd-M5S è positivo: «I bergamasch­i si sono sentiti distanti tanto da Roma, quanto da Milano — dice il consiglier­e cinquestel­le —, nel momento dell’emergenza sanitaria. Ma questo governo sta lavorando per il territorio, ad esempio riconoscen­do 200 milioni di euro in più ai Comuni delle province più colpite». E pure sulla contestata visita in tarda serata del premier Giuseppe Conte, Violi sottolinea il lato positivo: «È stata la prima uscita dopo settimane in cui è rimasto bloccato a Roma, credo vada apprezzata». Anche perché insieme ad altri rappresent­anti dei partiti di governo, il consiglier­e cinquestel­le sta lavorando a un nuovo passaggio di Conte a Bergamo, insieme al resto dell’esecutivo: «C’è l’ipotesi di una seduta del Consiglio dei ministri a Bergamo — dice il consiglier­e regionale —. Vedremo se sarà possibile».

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In Regione Dario Violi, 35 anni, è stato candidato alla presidenza della Lombardia per il Movimento 5 Stelle

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