Bonnot festeggia i 15 anni di attività cercando nuovi talenti
L’intervista Bonnot festeggia i 15 anni di attività come produttore e compositore rap con una raccolta e un contest: non vado pazzo per la trap, ma ci trovo cose interessanti
Quindici anni di attività come produttore e compositore nella scena rap, che l’hanno portato a fare la spola per anni tra Bergamo e New York, racchiusi in una raccolta. Sarà disponibile, da venerdì, negli store digitali e sulle piattaforme streaming, «Hip Hop Dopest Joints» di Bonnot, all’anagrafe Walter Buonanno. Titolo che, nello slang americano, significa «i pezzi che spaccano di più dell’hip hop». E, allo stesso tempo, il producer bergamasco lancia un contest per scoprire nuovi talenti. Sono centinaia le musiche di Bonnot, sparse su oltre 60 album. Per la nuova uscita discografica ne ha selezionate 23, da 2005 ad oggi. Ci sono brani che hanno segnato l’inizio della carriera, come «Quasi come vivo» e «Roma Meticcia», scelta anche per la soundtrack della serie «Suburra», entrambi pezzi degli Assalti Frontali, «RM Confidential» del Colle der Fomento, passando per la sua «Storia di un imprecato» con ospite Caparezza.
La raccolta comprende anche i suoi inni internazionali come «Real Revolutionaries» con M1 del duo Dead Prez e che vede la partecipazione di General Levy e Paolo Fresu. «M1 è il migliore in assoluto, insieme abbiamo tenuto tour internazionali con una tappa al Madison Square Garden, a Dubai e in moltissime città europee — racconta Bonnot —. Grazie a lui ho lavorato con Prodigy dei Mobb Deep, icona mondiale del rap, realizzando “Number one with a bullet”, dal video girato a New York. Un anno dopo è morto per una malattia cronica contro cui combatteva fin da ragazzo, con me era gentile e amichevole, nonostante la sua fama fosse da burbero».
Bonnot mette in luce anche i talenti bergamaschi come Awa Fall, Signor K e Giulia Spallino. Il volume 2 della raccolta presenta solo le tracce strumentali: serviranno da base per chi parteciperà al contest, scrivendo e rappandoci sopra le loro rime originali. Il contest partirà venerdì a mezzanotte e proseguirà fino al 19 giugno. Il brano dovrà essere eseguito riprendendosi in video per una durata massima di 59 secondi e postato su Instagram. La giuria è composta da Dj Baro del Colle der Fomento, il freestyler Shame, Dante Delli, i giornalisti Nicolò Falchi, Stefano Tasciotti, Arianna Caracciolo e lo stesso Bonnot che premierà il vincitore producendo il suo singolo. «Cerco un bel talento, non vado pazzo per la trap, ma ci trovo cose interessanti — afferma il producer —. Il background migliore resta l’ambiente americano, dove si cresce sentendo padri e nonni, qui manca quel passaggio».
Grazie all’hip hop, oggi Bonnot si è affermato anche nel jazz. «Sono curioso di natura, è un ritorno alle origini — dice —. A 11 anni suonavo la chitarra, a 13 il basso, al liceo militavo nelle rock band, a 17 mi intrigava il contrabbasso jazz, ho studiato al Conservatorio “Verdi” di Milano». Il periodo d’oro del rap è stato tra il 2010 e il 2018. «New York era la mia seconda casa. Poi è nato il terzo bambino e ho concentrato la mia vita qui», conclude.