La Festa del 2 giugno tra le polemiche
Per la Festa della Repubblica la cerimonia istituzionale con la posa delle corone d’alloro per le vittime del Covid è stata seguita da due iniziative polemiche del centrodestra
Cerimonia sobria, aveva annunciato la Prefettura alla vigilia delle celebrazioni della Festa della Repubblica. E in effetti, visti i tempi, la manifestazione ufficiale è stata ridotta al minimo: dodici minuti tra alzabandiera, inno di Mameli e lettura del messaggio del Presidente della Repubblica. Niente medaglie d’oro e onorificenze, ma la posa di tre corone d’alloro alla Torre dei Caduti per ricordare le vittime dell’epidemia. Meno sobrie, anche se rispettose delle distanze, le successive manifestazioni del centrodestra (due, separate: Lega, Forza Italia e Cambiamo! da una parte, Fratelli d’Italia dall’altra) che hanno approfittato per attaccare il governo «di incompetenti e ignoranti». «Parole stonate in un'occasione come questa», il commento del sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
«Unità, responsabilità e coesione», sono le parole d’ordine del messaggio di Sergio Mattarella letto dal prefetto Enrico Ricci. «La ricorrenza — ha ricordato il Capo dello Stato — cade in un momento particolarmente difficile per il Paese, con «difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica» e una crisi che «non è terminata: le istituzioni e i cittadini dovranno confrontarsi a lungo con le sue conseguenze». Ma «il senso di responsabilità e le doti di resilienza che hanno animato le comunità nei momenti più drammatici vanno trasposti in un impegno comune verso il superamento dell’emergenza e una solida e duratura ripresa».
Subito dopo, la doppia manifestazione del centrodestra. Distanza fisica ma non politica, si assicura. L’ordine di organizzarle è arrivato dai rispettivi partiti solo dieci giorni fa, e la suddivisione sarebbe stata solo in funzione anti assembramento. Anche se il consigliere di FdI Andrea Tremaglia ha ricordato che «il nostro partito sta ruggendo a livello di sondaggi e credo sia legittimo far sentire la nostra voce, senza polemiche». In teoria erano vietati i simboli politici, ma a quella leghista sono spuntati due Soli delle Alpi e a quelli di FdI una bandiera del partito avvolgeva il megafono, che era quella storica di Azione Giovani degli anni Novanta. Sui cartelli distribuiti dai leghisti, insieme a sciarpe e disinfettante, c’erano invocazioni come «Flat tax e fiducia alle imprese», «Stop sanatoria clandestini» o «Burocrazia zero e poteri ai sindaci». Su quelli di FdI, le zone dei 20 circoli e parole d’ordine: turismo, futuro, disabili, artisti.
Roberto Calderoli non si è fatto pregare nel dare giudizi sul governo e in particolare sul M5S: «Abbiamo lavorato con loro, non ho mai conosciuto persone così impreparate e ignoranti (dal verbo ignorare: non conoscono).
Quando c’è una tragedia come questa non ti puoi permettere di avere incompetenti a gestire il Paese. C’è sempre la persona sbagliata al posto sbagliato». Di qui la necessità che «la Festa della Repubblica non ne diventi il funerale». Calderoli dice di avere avvisato il ministro della Salute già a gennaio: «Mi rispose: “Tieni i toni bassi perché c’è il rischio del panico”». Per ciò che è successo, quindi, «se qualcuno ha sbagliato è a Roma e non a Milano». Chiede cassa integrazione e investimenti: «Qui è scoppiata una bomba atomica. Ma la forza e la concretezza dei bergamaschi non ce l’ha nessuno».
«Fiducia per ripartire e libertà di poterlo fare — ha aggiunto la senatrice forzista Alessandra Gallone —. Al governo manca una visione complessiva. Siamo favorevoli ai fondi dell’Europa: vengano usati per investire. Siamo stati i primi a essere colpiti, vogliamo essere i primi a ripartire». «Rappresentiamo — ha detto il deputato Stefano Benigni di Cambiamo! — chi non vuole abbandonarsi alla rabbia e alla rassegnazione e aspetta risposte concrete». Il deputato leghista Alberto Ribolla chiede «l’azzeramento della burocrazia per far ripartire occupazione e appalti».
Per Fratelli d’Italia, in largo Belotti, quaranta partecipanti e dieci interventi per rappresentare problemi di categorie e zone della provincia. «Questa — ha spiegato Tremaglia — è l’occasione per denunciare la lontananza del governo dagli italiani e dai bergamaschi. È un periodo molto difficile, tante cose non sono state fatte bene e nei tempi giusti, e molti aspettano risposte dal governo. Cerchiamo di rappresentare quegli italiani».
I toni non sono piaciuti a Giorgio Gori: «Li ho trovati stonati, non adatti a una ricorrenza come questa e a questo momento. Lunedì Matteo Salvini aveva applaudito l’appello di Mattarella alle Istituzioni che devono essere all’altezza del dolore degli italiani, e subito dopo se ne approfitta per attacchi politici». Non c’è ancora una risposta dal Quirinale all’invito a Mattarella per il concerto commemorativo del 28 giugno: «La data è stata scelta sulla base dell’agenda del Presidente, che non prevede impegni istituzionali in quel giorno. C’è cauto ottimismo». Il tricolore è stato ammainato alle 18, quando sul centro soffiava il vento del temporale.
I cartelli