Come si costruisce la didattica a distanza
Tra gli autori, la trevigliese Giorgia Milani: così si potenzia la didattica
Il lockdown con le scuole chiuse ha costretto la didattica a riconvertirsi, nel giro di pochi giorni, con lezioni a distanza via web non sempre facili. Un salto quantico in avanti su una strada che probabilmente era in gran parte inevitabile e i cui effetti, mentre mancano pochi giorni al termine delle lezioni, si vedranno solo in futuro.
Una delle frontiere di questa nuova didattica è sicuramente lo studio delle lingue straniere che già prima del Covid-19 stava facendo i conti con il mondo digitale. Internet, infatti, mette a disposizione ogni genere di materiali, da quelli generalisti come giornali, social network, video, a quelli più specifici come siti degli istituti governativi, podcast, fino alle app. Contenuti
e strumenti molto diversi in cui non è sempre facile orientarsi.
Da qui l’idea di costruire una sorta di mappa di quanto offra il web per aiutare innanzitutto gli insegnanti a riprogettare le loro lezioni. Va in questa direzione il manuale La didattica delle lingue straniere attraverso il web, pubblicato dalle Edizioni giuridiche Sansoni, realizzato dalla trevigliese Giorgia Milani, interprete e insegnante di lingue insieme a Patrizia Giampieri, speaking examiner a Cambridge e docente all’Università di Camerino e a Stefano Campa, professore di spagnolo ed esperto in nuove tecnologie.
«Il nostro libro — spiega la Milani, che parla inglese, francese, greco e rumeno — vuole essere innanzitutto una guida per utilizzare le risorse on line e potenziare la didattica. Il momento particolare che stiamo vivendo è anche una grande occasione che va raccolta. Sono convinta che le lezioni frontali non saranno sostituite, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi, perché il contatto umano è una parte fondamentale dell’inseso gnamento. Stiamo però imparando che molte cose si possono fare anche via web e possono arricchire lo studio tradizionale di una lingua».
La Milani, laurea in lettere classiche e una specializzazione alla scuola per interpreti e traduttori della Sorbona, ha lavorato per il ministero degli Interni francese.
«In Italia — dice — scontiamo un insegnamento delle lingue che è ancora concentrato sullo scritto e la letteratura mentre le persone oggi hanno bisogno di capire cosa stanno ascoltando al telefono o devono essere capaci di spiegarsi quando lavorano o anche quando devono comprare un biglietto aereo. Non vuol dire rinunciare al passato o a una formazione classica. Per esperienza personale posassicurare come lo studio di greco antico e latino siano ottime palestre perché sono lingue più complesse di quelle moderne. Bisogna però integrare l’apprendimento con le nuove esigenze. Nel libro, oltre a valutare quanto offrono i canali ufficiali, degli istituti governativi di Francia, Spagna e Gran Bretagna, proponiamo percorsi alternativi». Tra questi ne sono stati inseriti anche uno per approfondire l’inglese tramite i testi della musica rock o uno per scoprire il francese attraverso i film della Nouvelle Vague.
«Le lezioni digitali — conclude la Milani — hanno mostrato che questa integrazione è possibile. Semmai quel che manca è rivederne la struttura. L’insegnamento via web è più concentrato e quindi si può pensare a lezioni più corte e registrate che, soprattutto quando sono rivolte agli adulti, possano essere fruite in qualsiasi momento della giornata».