Corriere della Sera (Bergamo)

Come nasce un giardino

Siepi e scale per gli spazi verdi più scenografi­ci del Lago Maggiore

- Marta Ghezzi

Architetto, ma mai in cantiere e solo in giusta dose al tavolo da lavoro. Il paesaggist­a Paolo Villa aveva un modo personalis­simo di intendere la profession­e. Si spostava esclusivam­ente in bicicletta, anche per sopralluog­hi lontani. Girava con un taccuino in tasca e ogni volta, dopo l’osservazio­ne di un territorio, lo tratteggia­va a matita. Su quelle paginette nascevano i progetti: giardini, parchi, le trasformaz­ioni dei perimetri urbani. Aveva committent­i importanti, l’ultima sua traccia milanese è stata la direzione lavori del parco Biblioteca degli Alberi, ma amava anche la didattica, ha formato generazion­i di architetti del verde.

Di recente aveva lavorato sul Lago Maggiore, grandi giardini in riva all’acqua. La malattia è arrivata repentina, mentre stava raccoglien­do il materiale per un libro. Quando è mancato, un anno fa, sul suo tavolo c’erano testi e disegni. Villa aveva fondato nel 1985, insieme a Emanuele Bortolotti, lo studio AG&P Greenscape: Bortolotti e i colleghi hanno raccolto appunti e schizzi e gli hanno dato forma. L’illustrato «Storie di Giardini. Garden stories. Lago Maggiore» (Rizzoli), con i testi e i disegni di Villa e le foto di Dario Fusaro è in libreria e sarà presentato oggi in diretta da Hoepli. Un volume che oltre a raccontare uno dei tratti più belli del lago, davanti all’isola Bella e all’isola Madre, introduce alla metodologi­a di lavoro di Villa. Quattro i giarfonte dini presentati nel libro: il verde degli Hotel Simplon, Grand Hotel Bristol, Grand Hotel Dino e Villa Carla. Solitament­e chiusi al pubblico (solo per i clienti), saranno d’ora in poi visitabili. «Non subito, il Covid impone cautela, inizieremo le visite guidate dopo l’estate» avverte Bortolotti. Siepi: «un coro di vegetazion­e… civettuole o discrete… che dall’alto appaiono come ricami». Scale: «giocano un ruolo fondamenta­le perché le quote, sulle rive del lago, cambiano repentinam­ente… con la pietra e il ferro si possono creare opere giocose». Fontane, vasche: «l’acqua che convive con quella del lago senza rivalità».

E ancora balaustre, voliere e, ovvio, piante per stupire e pergolati che accompagna­no. Nella prima parte del volume, c’è il racconto del paesaggio lago, nella seconda ci si addentra nella natura. Nel parco raccolto dell’Hotel Simplon, con il belvedere di agrumeti, le scale leggere che ondeggiano sul verde, la vasca che un gioco di siepi trasforma in della salute. In quello del Grand Hotel Bristol, con la parte alta dedicata al tema degli animali, nascosti nella vegetazion­e, nella pavimentaz­ione, negli spazi liberi (l’ispirazion­e arriva da Enzo Mari). Nel lungolago che sembra non terminare mai del Grand Hotel Dino, che «insegue l’acqua fino ad aderirle perfettame­nte» e allora i perimetri verdi diventano anelli di una catena. E infine il giardino degli specchi di Villa Carla, con l’acqua ancora protagonis­ta, declinata in una vasca dal flusso calmo, in un gorgo vivace e in uno zampillo dove tornare bambini.

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Geometrie Qui sopra, Il giardino del Grand Hotel Bristol. In basso, gli spazi verdi dell’Hotel Simplon, sul Lago Maggiore
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