Palestre, piscine, golf Il faticoso riavvio (anche in videochat)
Distanziamenti, sanificazioni, ma per chi non si fida c’è il corso via web. Riapertura Italcementi: a breve si decide. Palazzetto aperto per la scherma, Lazzaretto no
Nel prato esterno dello «Sport indoor» a Mozzo si allenano i ragazzi della scuola di nuoto, una serie di addominali dopo l’altra, ciascuno sul proprio tappetino, distanziato dagli altri. Il gestore Giacomo Ruozzi, alle 16, conta una ventina di persone in tutta la struttura: «Stiamo rispondendo a centinaia di chiamate da parte dei clienti che chiedono informazioni, abbiamo adottato tutte le cautele, ma alcuni utenti temono il contagio», per loro c’è la possibilità di allenarsi in videochat.
Sicurezza è il mantra di proprietari e gestori di piscine e palestre che da lunedì hanno avuto il via libera per l’apertura dopo il lockdown.
Su prenotazione
All’ingresso dello Sport indoor c’è il gel igienizzante, i bolli a terra delimitano le distanze, la reception è protetta dai pannelli in plexiglass, si prova la febbre e si compila l’autocertificazione. Una lista di precauzioni che si ripete in ogni struttura. «Già prima dell’emergenza lavoravamo su prenotazione», spiega Ruozzi. Per giocare a golf bisogna riservare il proprio posto, così come in palestra: «I gruppi del personal training sono ridotti, i corsi di nuoto per gli adulti e quelli per i bambini riprenderanno la settimana prossima», continua. Per il nuoto libero vige la regola del contingentamento, ma nessuna prenotazione.
Il Centro universitario sportivo a Dalmine è ancora chiuso, si pensa di ripartire il 22 giugno o il primo luglio.
Gli addetti stanno distanziando alcuni attrezzi per riorganizzare gli spazi: con il fermo delle scuole, i corsi si svolgeranno nelle palestre, lasciando vuote le sale fitness più piccole.
Percorsi diversi
La piscina «Onda blu» di Dalmine, invece, ha riaperto, Gabriella Roberti è la vicepresidente del consiglio d’amministrazione, indica gli scivoli che si tuffano in una delle vasche esterne: «Usiamo due corsie su quattro, abbiamo impedito l’accesso con il nastro e creato dei percorsi diversi per accedervi. I lettini vengono sanificati ad ogni utilizzo, gli ombrelloni non si possono spostare e in una vasca da 25 metri si può nuotare al massimo in 7. «I costi di gestione sono altissimi — commenta Roberti —, per questa settimana l’ingresso è scontato, poi abbiamo lievemente alzato il costo».
Meno incassi, costi alti
L’amministratore della piscina di Stezzano, Mario Foti, stima una perdita di 250 mila euro in tre mesi. La capienza massima del centro era 2.500 persone prima del coronavirus, ora possono accedere al massimo in 600 al parco esterno e alla palestra, mentre restano chiuse le vasche interne. «Perderemo circa 300-400 mila euro nella stagione estiva, ma non è tutto, purtroppo: a fronte di cali di fatturato abbiamo costi in più — continua Foti —, il personale sta lavorando a pieno regime».
Nelle sei palestre bergamasche «Sport più» ci si allena con le mascherine: «Non vogliamo che il coronavirus si diffonda di nuovo — spiega il proprietario Alberto Gamba —. Abbiamo perso il 30% del fatturato, ci vorranno 3 anni per riprendere».
La data di riapertura dell’Italcementi a Bergamo si deciderà nei prossimi giorni: «Stiamo ultimando le operazioni tecniche sugli impianti», spiega Milvo Ferrandi, consigliere delegato di Bergamo Infrastrutture. Il Palazzetto dello sport da oggi riapre per la scherma, a breve si giocherà anche a basket. Non riapriranno, invece, le palestre del Lazzaretto e di via delle Valli: «Sono spazi troppo piccoli — spiega Ferrandi — consentirebbero l’accesso soltanto a due persone al massimo».