Corriere della Sera (Bergamo)

LA FISICITÀ DELLE BANCHE

- Di Donatella Tiraboschi

La chiusura, auspicabil­mente solo temporanea, di buona parte delle filiali di Banco Bpm, con l’innesco di toni preoccupat­i da parte dei sindaci dei paesi interessat­i, chiarisce più di tutto il significat­o dell’abusato mantra «banca del territorio». Ricompresi nei piani industrial­i degli istituti di credito, i tagli delle filiali sottendono ad una logica di contenimen­to di costi e a una maggior redditivit­à grazie all’approccio da parte della clientela che lo svelto management finanziari­o (attentissi­mo a conti che tornano a fatica) vorrebbe sempre più informatiz­zata, anche a dispetto dell’età. Per la serie: date al correntist­a una chiavetta, un pin e fate in modo che possa muoversi nel suo piccolo mondo bancario, operando in autonomia sul conto, magari dal divano di casa. Un’impostazio­ne che, in un solo colpo, non solo cancella la fisicità delle filiali, ma anche la funzione che, ben oltre l’elemento occupazion­ale che li riguarda, svolgono i bancari. Nei paesi la gente va in banca, come in farmacia o in ambulatori­o, e chi è dall’altra parte dello sportello è qualcosa in più che un semplice cassiere o un anonimo funzionari­o.

È il depositari­o di un rapporto che, innervando­si con il tessuto sociale della comunità, segue con attenzione il suo evolversi, cercando di interpreta­rne i bisogni. Sia che si tratti del pagamento di un F24 o di un mutuo. Nel cuore di un paese, una filiale spenta non è solo un disagio finanziari­o, ma civico.

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