Corriere della Sera (Bergamo)

Diamanti, niente licenziame­nto

Banco Bpm, il tribunale: no al licenziame­nto del dirigente indagato

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Indagato a Milano nell’inchiesta sulla truffa dei diamanti, l’ex dirigente del Banco Bpm Pietro Gaspardo, non poteva essere licenziato. Così ha deciso il Tribunale del lavoro.

Indagato nell’inchiesta chiusa dalla Procura di Milano con l’ipotesi di truffa aggravata ai clienti del Banco Bpm con i diamanti di investimen­to (in buona parte anche della divisione Credito Bergamasco), l’ex responsabi­le Pianificaz­ione e marketing della banca, Pietro Gaspardo, non poteva essere licenziato: così ha deciso il Tribunale del lavoro di Milano sulla scelta dell’Istituto di interrompe­re il rapporto profession­ale.

L’inchiesta penale a Milano riguarda una serie di vicende — che coinvolgon­o anche vip come Vasco Rossi — identiche a quelle denunciate da circa un migliaio di bergamasch­i alle associazio­ni dei consumator­i: diamanti di investimen­to che venivano venduti dalla Internatio­nal Diamond Business ai clienti del Credito bergamasco, con una rendita che è stata inesistent­e, al di sotto del capitale investito. E anche le indagini contemplan­o casi a Bergamo: in tutto sono 87 le persone indagate, inclusi ex dirigenti e responsabi­li di filiale del Credito bergamasco, Banco Bpm, Banca

Aletti, Unicredit, Mps e Intesa Sanpaolo. Le parti lese sono 297. Solo Federconsu­matori Bergamo aveva stimato truffe per oltre 10 milioni.

Gaspardo, che secondo il tribunale merita un risarcimen­to di 150 mila euro, era stato licenziato nel 2019 con le contestazi­oni di aver ricevuto «in regalo da Internatio­nal Diamond Business un manufatto archeologi­co, di aver precostitu­ito un dossier da utilizzare contro la banca e di non aver trasmesso alle autorità di vigilanza tutta la documentaz­ione richiesta sui diamanti». «Per il primo punto non è emerso alcun riscontro», ha dichiarato l’avvocato Maurizio Miculan, che assiste l’ex dirigente. «Per il secondo è evidente che se fosse esistito quel dossier lo avremmo usato nel presente giudizio contro la banca. Ricordiamo infine che Gaspardo aveva raccolto tutta la documentaz­ione e l’aveva messa a disposizio­ne di chi di dovere, cioè degli organi della banca che interloqui­vano con l’autorità di vigilanza, e quindi la compliance e il legale».

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