I racconti delle tragedie «Ora vogliamo la verità»
C’è Cristina Longhini, farmacista, che ha perso il papà durante il periodo più difficile dell’emergenza, quando anche il Papa Giovanni rischiava di non reggere. E ci sono i fratelli Federici: mamma e papà se ne sono andati nel giro di quattro giorni, tra gli ospedali di Treviglio e quello di Romano. E poi Federica Belotti, da Credaro, racconta della scomparsa del padre Giovanni Impero, che stava benissimo, prima di essere ricoverato. Sono i racconti delle tragedie, le testimonianze delle famiglie su un’epidemia che ha travolto il sistema sanitario e gli affetti di molte, troppe persone. «Ma ora vogliamo chiarezza».
Suo padre Vincenzo Locati, 78 anni, di Seriate, a fine febbraio si era sottoposto a una serie di esami e controlli per un futuro intervento, alla clinica San Francesco di Bergamo. «Fino a quel momento stava bene, non aveva mai avuto patologie particolari. Pochi giorni dopo — racconta la figlia Consuelo, avvocato che segue e cura gli esposti del comitato Noi Denunceremo — ha iniziato ad avere alcuni sintomi, per esempio eczemi diffusi e particolari, mai visti, poi un blocco renale. Era stato ricoverato a Lovere dal 9 al 12 marzo, sembra avesse superato le difficoltà, ma è stata un’illusione che è durata poco tempo». Dopo essere uscito dall’ospedale Vincenzo Locati «ha iniziato a peggiorare, giorno dopo giorno. Prima aveva inappetenza, poi problemi gastrointestinali forti». I familiari avevano deciso di sottoporlo a una radiografia in privato, quando era ancora a casa: la lastra aveva indicato chiaramente la presenza di una polmonite interstiziale bilaterale. «Pochi giorni dopo erano iniziate le difficoltà respiratorie e poi delle vere e proprie crisi, esattamente nel periodo in cui c’era assoluta carenza di bombole d’ossigeno da portare nelle case — prosegue la figlia Consuelo —. Mio padre è stato quindi ricoverato alle Cliniche Humanitas Gavazzeni di Bergamo la notte del 22 marzo. Dalla cartella clinica mi risulta che non sia mai stato in terapia intensiva. È morto il 27». Una vicenda, sottolinea Locati, «che come altre ci parla dell’abbandono subìto da molte famiglie».