«Strazio per mio nonno, morto nel giorno del compleanno di nonna»
«Mio nonno Antonio aveva 85 anni ed era ancora in gamba, guidava la macchina tutti i giorni»: Stefano Fusco racconta commosso, ha anche scritto molti ricordi, cosa è successo alla sua famiglia e cosa ha spinto lui e il papà Luca a condividere il dolore e poi a creare il comitato «Noi Denunceremo Verità e giustizia per le vittime del Covid». All’inizio di febbraio il nonno Antonio, «che amava il mare», era a Pietra Ligure con la moglie, per un soggiorno che faceva spesso. «L’11 febbraio la nonna ci ha chiamato perché lui era stato male, aveva avuto un sospetto ictus. Io sono partito subito per la Liguria per assisterlo, nel frattempo era entrato in ospedale». Un ictus pesante ma non con conseguenze irreparabili. Il 22 febbraio Antonio Fusco era stato dimesso: «I medici proprio quel giorno ci avevano suggerito un percorso di riabilitazione e siamo tornati tutti a Brusaporto, con i nonni», racconta ancora Stefano. La scelta era caduta sulla clinica Quarenghi di San Pellegrino, nota per l’esperienza e la professionalità nel settore. «L’avevamo portato lì in una situazione tranquilla, dopo i primi casi di contagio che erano stati registrati ad Alzano. Anche la nonna aveva scelto di fermarsi. Dopo una settimana di degenza i medici ci avevano però comunicato che entrambi avevano febbre tra 37,5 e 38. A mia nonna era passata rapidamente, era stata rimandata a casa, il suo compleanno era il giorno dopo, l’11 marzo. Lo stesso giorno in cui è arrivata l’ultima chiamata: “Il nonno non ce l’ha fatta”»