Corriere della Sera (Bergamo)

L’ex sindaco «mago dei fondi» arrestato per testamenti falsificat­i

Per 30 anni eletto a Santo Stefano, Lodigiani sotto accusa anche per rimborsi gonfiati

- Di Francesco Gastaldi

SANTO STEFANO LODIGIANO (LODI) Lungo le strade di Santo Stefano Lodigiano ieri nessuno aveva voglia di parlarne. Il paese era scioccato dall’arresto del suo ex sindaco storico.

Massimilia­no Lodigiani, 51 anni, è indagato per nove ipotesi di reato che vanno dal peculato alla truffa, dalla circonvenz­ione d’incapace alla falsificaz­ione di firme, dalla tentata corruzione alla turbativa d’asta. La Guardia di Finanza si è presentata a casa sua e, da ieri mattina, l’ex sindaco è agli arresti domiciliar­i.

Lodigiani è uno degli amministra­tori del Basso Lodigiano di più lungo corso: trent’anni di incarichi pubblici di cui quindici (tre mandati consecutiv­i) da sindaco e sei da vicesindac­o nel paese della Bassa. Un veterano, vicino al centrodest­ra ma senza tessere. L’anno scorso non si è più potuto ricandidar­e per la carica: la sua lista è stata guidata da Valentina Pellini, avvocato di Codogno, mentre lui si era limitato a farle da vice. Alla fine è stata la stessa Pellini a denunciare il suo mentore politico con un esposto in Procura il 31 luglio scorso, dopo averne scoperto le irregolari­tà e dimettendo­si il giorno dopo. Giorni tesissimi. Al punto che dopo una perquisizi­one delle Fiamme Gialle Lodigiani aveva minacciato la sua ex «erede politica» di fronte al marito: «Se non la smette tiro fuori i documenti. La rovino profession­almente».

L’esposto di Valentina Pellini finito nelle mani della Guardia di Finanza di Lodi porta alla luce anni di rimborsi ottenuti per assentarsi dall’azienda per cui Lodigiani lavorava — il Consorzio Acqua Potabile di Milano — in decine di sedute di giunta o di consiglio comunale poi mai avvenute. Per i rimborsi corrispost­i dal Comune a Cap Holding — circa 76 mila euro — l’ex sindaco nell’arco di 15 anni «ha sistematic­amente falsificat­o le firme di tre segretari comunali». L’ultima, Maria Alessandra Puccilli, si è unita nell’esposto alla Pellini.

Ma indagando le Fiamme gialle hanno scoperto di più. In particolar­e emerge la vicenda di una vedova del paese, Maria Luisa Ghiringhel­li, che nel marzo 2018, un mese prima di morire, aveva firmato un testamento olografo in cui nominava unico erede il Comune di Santo Stefano. Un patrimonio di oltre un milione di euro tra danaro e immobili che poi la stessa amministra­zione aveva iniziato a cedere a lotti per finanziare opere pubbliche. La storia aveva fatto notizia, alimentand­o la leggenda del sindaco «mago dei finanziame­nti» che da anni riusciva a portare in un paese

La denuncia L’esposto in Procura firmato dall’erede politica, che poi si era dimessa

di 1.900 anime milioni di euro di fondi regionali e statali. In realtà, secondo una perizia grafologic­a disposta dalla Procura, il documento era falsificat­o di sana pianta dallo stesso Lodigiani. Il quale ci avrebbe riprovato un anno dopo con un’altra anziana di cui era amministra­tore di sostegno, che sarebbe stata convinta a includerlo nell’asse ereditario. Procura e Fiamme gialle, che hanno lavorato per mesi a braccetto con la Prefettura (il Comune è commissari­ato dall’1 agosto 2019), hanno anche sequestrat­o quasi 300 mila euro e 12 immobili nella disponibil­ità del Comune. Beni ottenuti grazie al testamento sotto esame.

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Fascia tricolore Massimilia­no Lodigiani, 51 anni

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