L’ex sindaco «mago dei fondi» arrestato per testamenti falsificati
Per 30 anni eletto a Santo Stefano, Lodigiani sotto accusa anche per rimborsi gonfiati
SANTO STEFANO LODIGIANO (LODI) Lungo le strade di Santo Stefano Lodigiano ieri nessuno aveva voglia di parlarne. Il paese era scioccato dall’arresto del suo ex sindaco storico.
Massimiliano Lodigiani, 51 anni, è indagato per nove ipotesi di reato che vanno dal peculato alla truffa, dalla circonvenzione d’incapace alla falsificazione di firme, dalla tentata corruzione alla turbativa d’asta. La Guardia di Finanza si è presentata a casa sua e, da ieri mattina, l’ex sindaco è agli arresti domiciliari.
Lodigiani è uno degli amministratori del Basso Lodigiano di più lungo corso: trent’anni di incarichi pubblici di cui quindici (tre mandati consecutivi) da sindaco e sei da vicesindaco nel paese della Bassa. Un veterano, vicino al centrodestra ma senza tessere. L’anno scorso non si è più potuto ricandidare per la carica: la sua lista è stata guidata da Valentina Pellini, avvocato di Codogno, mentre lui si era limitato a farle da vice. Alla fine è stata la stessa Pellini a denunciare il suo mentore politico con un esposto in Procura il 31 luglio scorso, dopo averne scoperto le irregolarità e dimettendosi il giorno dopo. Giorni tesissimi. Al punto che dopo una perquisizione delle Fiamme Gialle Lodigiani aveva minacciato la sua ex «erede politica» di fronte al marito: «Se non la smette tiro fuori i documenti. La rovino professionalmente».
L’esposto di Valentina Pellini finito nelle mani della Guardia di Finanza di Lodi porta alla luce anni di rimborsi ottenuti per assentarsi dall’azienda per cui Lodigiani lavorava — il Consorzio Acqua Potabile di Milano — in decine di sedute di giunta o di consiglio comunale poi mai avvenute. Per i rimborsi corrisposti dal Comune a Cap Holding — circa 76 mila euro — l’ex sindaco nell’arco di 15 anni «ha sistematicamente falsificato le firme di tre segretari comunali». L’ultima, Maria Alessandra Puccilli, si è unita nell’esposto alla Pellini.
Ma indagando le Fiamme gialle hanno scoperto di più. In particolare emerge la vicenda di una vedova del paese, Maria Luisa Ghiringhelli, che nel marzo 2018, un mese prima di morire, aveva firmato un testamento olografo in cui nominava unico erede il Comune di Santo Stefano. Un patrimonio di oltre un milione di euro tra danaro e immobili che poi la stessa amministrazione aveva iniziato a cedere a lotti per finanziare opere pubbliche. La storia aveva fatto notizia, alimentando la leggenda del sindaco «mago dei finanziamenti» che da anni riusciva a portare in un paese
La denuncia L’esposto in Procura firmato dall’erede politica, che poi si era dimessa
di 1.900 anime milioni di euro di fondi regionali e statali. In realtà, secondo una perizia grafologica disposta dalla Procura, il documento era falsificato di sana pianta dallo stesso Lodigiani. Il quale ci avrebbe riprovato un anno dopo con un’altra anziana di cui era amministratore di sostegno, che sarebbe stata convinta a includerlo nell’asse ereditario. Procura e Fiamme gialle, che hanno lavorato per mesi a braccetto con la Prefettura (il Comune è commissariato dall’1 agosto 2019), hanno anche sequestrato quasi 300 mila euro e 12 immobili nella disponibilità del Comune. Beni ottenuti grazie al testamento sotto esame.