Ricomincio da Vivaldi
Con «Le quattro stagioni» Stefano Montanari riporta al Teatro Dal Verme i grandi concerti dal vivo
«Conosco Maurizio (Salerno, direttore artistico dei Pomeriggi Musicali, ndr) da trent’anni; quando mi ha proposto di essere al Dal Verme il minuto dopo la riapertura dei teatri e di suonare Le quattro stagioni di Vivaldi a mezzanotte sono rimasto scioccato: è un momento che attendevo e desideravo, ma che temevo di vivere a fine anno o nel 2021. Invece saremo i primi in Italia, non solo a Milano, dove i Pomeriggi Musicali avevano tenuto anche il primo concerto cittadino dopo la Seconda Guerra Mondiale, il 27 novembre 1945». Stefano Montanari, già primo violino dell’Accademia Bizantina e oggi acclamato direttore, salirà sul palco del Dal Verme pochi minuti dopo la mezzanotte tra domenica e lunedì. Con lui gli archi dei Pomeriggi Musicali che per otto volte, fino a domenica 21 giugno, regaleranno al pubblico milanese l’ebbrezza di riascoltare la grande musica dal vivo. Al primo appuntamento sono stati invitati gli operatori sanitari, a quelli successivi le forze dell’ordine, i disabili, gli abbonati e i cittadini. «Certo, sarà strano rimanere distanziati tra noi e suonare davanti a duecento persone con mascherina disseminate per la sala; non so che cosa aspettarmi: se non ci sarà quell’empatia che trasmette il contatto con il pubblico, ci sarà la voglia di ricominciare, la consapevolezza di compiere un primo passo verso una situazione che speriamo migliori».
Montanari ha vissuto in prima persona il volto più duro della pandemia: «Da 25 anni vivo a Nembro; quando qui è scoppiato l’inferno stavo dirigendo a Stoccarda e lì mi guardavano come un marziano quando raccontavo ciò che stava accadendo da noi. Sono riuscito a tornare prima della chiusura totale; qui a un certo punto le ambulanze non giravano più a sirene spiegate per non creare troppa angoscia». Proprio per questo Salerno ha voluto portare Le quattro stagioni anche a Nembro, venerdì prossimo, e due giorni dopo riproporle in un altro epicentro della pandemia, Casalpusterlengo. Tornando ai due mesi vissuti sempre in casa, Montanari ricorda «la strana sensazione di essere l’unico in casa a non aver nulla da fare: mia moglie insegna, e, come i figli, era sempre al computer; io ho iniziato a fare i classici lavoretti domestici che attendevano da secoli. Però, sistemato il giardino, aggiustato, verniciato, ritoccato, a un certo punto non avevo più nulla da fare. Allora ho iniziato a suonare; di solito non studio mai a casa, soprattutto non studio nulla se non l’opera che devo dirigere o il concerto che mi hanno chiesto di suonare; è stato provvidenziale, arrivo a Vivaldi prontissimo». Salerno ha scelto le Stagioni perché a tema c’è la Natura, che in questi mesi ha mostrato il suo volto più violento ma anche più bello, con aria pulita e colori vivaci. «Non ho mai visto le acque del Serio o del Brembo così pulite; però temo che non durerà: al di là di tanta retorica penso che torneremo a comportarci come prima. Da noi durante il lockdown il tempo è stato splendido, ora a un temporale segue una grandinata, mancano solo un terremoto e un’eruzione; forse la natura ci vuole lanciare un segnale».
Sarà strano rimanere distanziati tra noi e suonare per 200 persone mascherate disseminate per la sala
Durante il lockdown non avevo niente da fare. Così ho studiato e ora sono prontissimo