«Solo caprette vicino al b&b»
Le caprette della cascina Malossa di Casirate sono salve dallo sfratto. È l’esito del ricorso dell’agricoltore al Presidente della Repubblica, nel contenzioso con il vicino b&b. Non possono restare i maiali.
Il Consiglio di Stato e il Presidente della Repubblica salvano dallo sfratto le caprette della cascina Malossa di Casirate.È l’esito del braccio di ferro tra la famiglia di Ermanno Mavero, agricoltori da 4 generazioni alla Malossa, e la professoressa Antonella Legramandi, che dello storico cascinale compra nel 1999 una porzione fatiscente, lo restaura per andarci a vivere e nel 2009 vi apre un bed&breakfast. Una convivenza che si rivela non semplice per gli animali che i Mavero allevano a ridosso delle abitazioni. A creare disagio è soprattutto la porcilaia con una decina di maiali in tutto. La Legramandi, con l’avvocato Raffaele Micalizzi, dal 2004 presenta una serie di esposti rivendicando il diritto a vivere in un ambiente salubre e con adeguato benessere abitativo. La vicenda si trascina con ispezioni dell’Asl nel 2011 e controlli della polizia locale negli anni successivi per arrivare al dunque nel 2017 quando, fallita una mediazione, il sindaco d’allora Mauro Faccà, ordina lo sgombero di tutti gli animali. Insieme ai maiali, ormai solo 2, ci vanno di mezzo anche 14 caprette, 3 pecore e 20 galline. L’agricoltore, difeso dall’avvocato Gianluca Pignatelli, ricorre al Presidente della Repubblica per chiedere l’annullamento dell’ordinanza. Ricorso su cui viene chiesto il parere del ministero della Salute in base al quale viene parzialmente accolto e poi girato al Consiglio di Stato per le conclusioni. I giudici, richiamando le indicazioni dell’Asl, ritengono fondato lo spostamento dei maiali, mentre le caprette e gli altri animali possono rimanere. Semmai per loro il Comune dovrà rianalizzare la situazione e chiedere nel caso migliorie tecniche.