Il germoglio della creazione
Gli artisti si sono ispirati all’esperimento di una piantina nata sulla Luna
Casa Testori ha scelto la luna e il solstizio d’estate per ricominciare l’attività espositiva e tornare ad accogliere pubblico e artisti. Per tutta la serata del 20 giugno, dalle 17 alle 23, il giardino e il primo piano saranno aperti per l’inaugurazione della mostra «Chang’e-4» curata da Irene Biolchini e ispirata all’affasciante esperimento di una piantina di cotone germogliata nel 2019 sulla faccia nascosta della luna durante la missione di esplorazione cinese Chang’e-4. Protagonisti gli artisti Alessandro Roma (Milano, 1977) e Eemyun Kang (Busan, Corea del Sud, 1981) che da anni indagano gli aspetti meno evidenti e più incerti e inquietanti della natura.
«L’idea è nata un anno fa e ci interessava riflettere sulla notizia di questa fogliolina germogliata in una minibiosfera artificiale, vissuta un solo giorno e morta la stessa notte, come una meditazione sulla possibilità di ripensare il nostro spazio e tempo», racconta Irene Biolchini. «Poi durante la pandemia l’impostazione teorica è diventata ancora più concreta».
Eemyun Kang, che da cinque anni vive a Milano, espone un nuovo ciclo di pitture eseguite su grandi tele di canapa ottenute cucendo insieme corredi del secolo scorso tessuti a mano e acquistati nei negozi dell’usato. Con un valore aggiunto di significato che si somma a quello delle pitture: se, infatti, nella nostra cultura il corredo si prepara per matrimoni o battesimi, al contrario nella tradizione coreana la canapa è il materiale in cui vengono avvolti i cadaveri. Insomma, anche in questo caso una meditazione su rinascita e fine.
Alessandro Roma, a sua volta, ha portato sculture in ceramica, tessuti colorati con la tecnica batik, e ha dipinto in situ su quattro muri del primo piano della Casa. Il dialogo fra le opere dei due artisti, spiega la curatrice, è così fitto e in sintonia che il risultato è una mostra a quattro mani dove è difficile distinguere un autore dall’altro. «Tutta la loro pittura lavora su linee e colori che rimandano all’idea di germogli e di foglie, ma con molti elementi un po’ organici e un po’ inquietanti».
Una flora ambigua che l’uomo ha trasferito in uno spazio indefinito, fra naturale e artificiale, come la piantina di cotone germogliata e subito morta sulla luna in un ambiente artificiale costruito appositamente. Anche nel giardino di Casa Testori i visitatori saranno tratti in inganno da una scultura di Alessandro Roma, già presentata alla personale al Mart di Rovereto nel 2011: l’esterno in resina sembra una roccia da cui esce una pianta vera collocata al suo interno. All’apparenza un elemento naturale, in realtà un ibrido artificiale.
«La pittura di entrambi gli artisti si costruisce su forme che possono essere interpretate dal nostro occhio come naturali, ma da vicino questi elementi aprono squarci inquietanti, non così sereni», afferma la curatrice. «La loro è una riflessione più che mai attuale su cosa sia la natura e quale natura interiorizziamo».