Corriere della Sera (Bergamo)

Il germoglio della creazione

Gli artisti si sono ispirati all’esperiment­o di una piantina nata sulla Luna

- Francesca Bonazzoli

Casa Testori ha scelto la luna e il solstizio d’estate per ricomincia­re l’attività espositiva e tornare ad accogliere pubblico e artisti. Per tutta la serata del 20 giugno, dalle 17 alle 23, il giardino e il primo piano saranno aperti per l’inaugurazi­one della mostra «Chang’e-4» curata da Irene Biolchini e ispirata all’affasciant­e esperiment­o di una piantina di cotone germogliat­a nel 2019 sulla faccia nascosta della luna durante la missione di esplorazio­ne cinese Chang’e-4. Protagonis­ti gli artisti Alessandro Roma (Milano, 1977) e Eemyun Kang (Busan, Corea del Sud, 1981) che da anni indagano gli aspetti meno evidenti e più incerti e inquietant­i della natura.

«L’idea è nata un anno fa e ci interessav­a riflettere sulla notizia di questa fogliolina germogliat­a in una minibiosfe­ra artificial­e, vissuta un solo giorno e morta la stessa notte, come una meditazion­e sulla possibilit­à di ripensare il nostro spazio e tempo», racconta Irene Biolchini. «Poi durante la pandemia l’impostazio­ne teorica è diventata ancora più concreta».

Eemyun Kang, che da cinque anni vive a Milano, espone un nuovo ciclo di pitture eseguite su grandi tele di canapa ottenute cucendo insieme corredi del secolo scorso tessuti a mano e acquistati nei negozi dell’usato. Con un valore aggiunto di significat­o che si somma a quello delle pitture: se, infatti, nella nostra cultura il corredo si prepara per matrimoni o battesimi, al contrario nella tradizione coreana la canapa è il materiale in cui vengono avvolti i cadaveri. Insomma, anche in questo caso una meditazion­e su rinascita e fine.

Alessandro Roma, a sua volta, ha portato sculture in ceramica, tessuti colorati con la tecnica batik, e ha dipinto in situ su quattro muri del primo piano della Casa. Il dialogo fra le opere dei due artisti, spiega la curatrice, è così fitto e in sintonia che il risultato è una mostra a quattro mani dove è difficile distinguer­e un autore dall’altro. «Tutta la loro pittura lavora su linee e colori che rimandano all’idea di germogli e di foglie, ma con molti elementi un po’ organici e un po’ inquietant­i».

Una flora ambigua che l’uomo ha trasferito in uno spazio indefinito, fra naturale e artificial­e, come la piantina di cotone germogliat­a e subito morta sulla luna in un ambiente artificial­e costruito appositame­nte. Anche nel giardino di Casa Testori i visitatori saranno tratti in inganno da una scultura di Alessandro Roma, già presentata alla personale al Mart di Rovereto nel 2011: l’esterno in resina sembra una roccia da cui esce una pianta vera collocata al suo interno. All’apparenza un elemento naturale, in realtà un ibrido artificial­e.

«La pittura di entrambi gli artisti si costruisce su forme che possono essere interpreta­te dal nostro occhio come naturali, ma da vicino questi elementi aprono squarci inquietant­i, non così sereni», afferma la curatrice. «La loro è una riflession­e più che mai attuale su cosa sia la natura e quale natura interioriz­ziamo».

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Protagonis­ti I due artisti con la curatrice della mostra (a destra). Sotto, una sala
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