Il teatro viene a casa con 11 spettacoli Le compagnie unite
Al posto delle poltroncine rosse c’è il divano o le sedie in giardino. Come scenografia ci sono le foto appese al muro e i fiori nei vasi. E come sipario? Si apre una coperta di stelle. Dopo cinema e cibo, anche il teatro arriva a casa. E, anche se gli intenti sono comuni a quelli dello streaming e del delivery (affrontare le restrizioni e il disagio economico di chi lavora nel settore), la proposta si fa carico di una missione più grande: curare le ferite del periodo appena trascorso, «far rinascere — dice Federica Molteni di Luna e Gnac Teatro — la socialità dal basso». Si assume il compito di «ricucire — le fa eco Fabio Comana, fondatore e storico leader della cooperativa sociale Erbamil — le relazioni in generale e il rapporto fra attori e pubblico».
Ci sono anche loro fra i sette artisti e professionisti (a loro si aggiungono gli attori Michele
Eynard sempre di Luna e Gnac Teatro, Enzo Valeri Peruta della compagnia La Pulce e Silvia Briozzo, e poi il musicista Pierangelo Frugnoli e il tecnico di luci e suoni Adriano Salvi) che, nei giorni scorsi e dopo mesi di confronto, hanno lanciato l’idea per Bergamo e provincia: un menù con 11 spettacoli, perché — si legge sui profili social delle tre compagnie — «come il cibo, anche la cultura è nutrimento, convivialità, incontro. E, come per il cibo, anche il teatro d’asporto si presenta con una lista da aggiornare periodicamente». Per giugno e luglio ognuno ha messo in tavola un paio di proposte: ci sono pièce di repertorio e no—. vità come «La distanza della luna» (tratta dalle «Cosmicomiche» di Calvino) o «I Riveras» (su Frida Kahlo e Diego Rivera). Ci sono monologhi sul ciclismo («Alfonsina Strada») e il cinema («Paradiso buio»), ma anche proposte per i bambini («Un mostro fra i rifiuti»).
«In passato avevamo già sperimentato qualcosa di simile per qualche festa — spiega Molteni — ma è la prima volta che con altri colleghi creiamo un cartellone che rimescola le poetiche, i pubblici e gli spettacoli». Alcuni di questi sono stati adattati per essere messi in scena «solo da uno o due attori, senza scenografia — prosegue Comana Le proposte durano circa un’ora e sono pensate per un massimo di 20 spettatori». Il costo è «popolare — precisa —, come per venire a teatro. Non può essere gratuito perché dietro c’è una professionalità e il bisogno di lavorare». «Siamo fermi da febbraio — racconta il fondatore di Erbamil —. L’epidemia ci ha colti nel pieno dei festeggiamenti per il 30esimo anno di attività al teatro di Ponteranica. In totale sono saltati 21 spettacoli e 2 stage». E il futuro è incerto «perché non sappiamo se una riapertura in autunno, passando da 140 a 50 posti, sarà sostenibile», aggiunge. La situazione non è diversa per gli altri. Luna e Gnac ha perso 80 esibizioni e ora confida nell’estate.
Quando è fissato il debutto domestico? I calendari sono in fase di definizione, ma Eynard e Molteni si preparano a recitare il «Decameron» di Boccaccio la prossima settimana. La voce tradisce già l’emozione. Sarà che «dall’ultima volta — rivela lei — sono passati quattro mesi» o forse che l’idea di raccontare storie per sopravvivere a un’epidemia suona ancora tremendamente attuale.