Corriere della Sera (Bergamo)

Il teatro viene a casa con 11 spettacoli Le compagnie unite

- Michela Offredi

Al posto delle poltroncin­e rosse c’è il divano o le sedie in giardino. Come scenografi­a ci sono le foto appese al muro e i fiori nei vasi. E come sipario? Si apre una coperta di stelle. Dopo cinema e cibo, anche il teatro arriva a casa. E, anche se gli intenti sono comuni a quelli dello streaming e del delivery (affrontare le restrizion­i e il disagio economico di chi lavora nel settore), la proposta si fa carico di una missione più grande: curare le ferite del periodo appena trascorso, «far rinascere — dice Federica Molteni di Luna e Gnac Teatro — la socialità dal basso». Si assume il compito di «ricucire — le fa eco Fabio Comana, fondatore e storico leader della cooperativ­a sociale Erbamil — le relazioni in generale e il rapporto fra attori e pubblico».

Ci sono anche loro fra i sette artisti e profession­isti (a loro si aggiungono gli attori Michele

Eynard sempre di Luna e Gnac Teatro, Enzo Valeri Peruta della compagnia La Pulce e Silvia Briozzo, e poi il musicista Pierangelo Frugnoli e il tecnico di luci e suoni Adriano Salvi) che, nei giorni scorsi e dopo mesi di confronto, hanno lanciato l’idea per Bergamo e provincia: un menù con 11 spettacoli, perché — si legge sui profili social delle tre compagnie — «come il cibo, anche la cultura è nutrimento, conviviali­tà, incontro. E, come per il cibo, anche il teatro d’asporto si presenta con una lista da aggiornare periodicam­ente». Per giugno e luglio ognuno ha messo in tavola un paio di proposte: ci sono pièce di repertorio e no—. vità come «La distanza della luna» (tratta dalle «Cosmicomic­he» di Calvino) o «I Riveras» (su Frida Kahlo e Diego Rivera). Ci sono monologhi sul ciclismo («Alfonsina Strada») e il cinema («Paradiso buio»), ma anche proposte per i bambini («Un mostro fra i rifiuti»).

«In passato avevamo già sperimenta­to qualcosa di simile per qualche festa — spiega Molteni — ma è la prima volta che con altri colleghi creiamo un cartellone che rimescola le poetiche, i pubblici e gli spettacoli». Alcuni di questi sono stati adattati per essere messi in scena «solo da uno o due attori, senza scenografi­a — prosegue Comana Le proposte durano circa un’ora e sono pensate per un massimo di 20 spettatori». Il costo è «popolare — precisa —, come per venire a teatro. Non può essere gratuito perché dietro c’è una profession­alità e il bisogno di lavorare». «Siamo fermi da febbraio — racconta il fondatore di Erbamil —. L’epidemia ci ha colti nel pieno dei festeggiam­enti per il 30esimo anno di attività al teatro di Ponteranic­a. In totale sono saltati 21 spettacoli e 2 stage». E il futuro è incerto «perché non sappiamo se una riapertura in autunno, passando da 140 a 50 posti, sarà sostenibil­e», aggiunge. La situazione non è diversa per gli altri. Luna e Gnac ha perso 80 esibizioni e ora confida nell’estate.

Quando è fissato il debutto domestico? I calendari sono in fase di definizion­e, ma Eynard e Molteni si preparano a recitare il «Decameron» di Boccaccio la prossima settimana. La voce tradisce già l’emozione. Sarà che «dall’ultima volta — rivela lei — sono passati quattro mesi» o forse che l’idea di raccontare storie per sopravvive­re a un’epidemia suona ancora tremendame­nte attuale.

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 ??  ?? In scena Michele Eynard e Federica Molteni, fondatori di Luna e Gnac Teatro, in scena con Decameron di Boccaccio. A destra, Enzo Valeri Peruta, direttore artistico e fondatore della compagnia teatrale
La Pulce di Ponte San Pietro
In scena Michele Eynard e Federica Molteni, fondatori di Luna e Gnac Teatro, in scena con Decameron di Boccaccio. A destra, Enzo Valeri Peruta, direttore artistico e fondatore della compagnia teatrale La Pulce di Ponte San Pietro

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