Corriere della Sera (Bergamo)

Le ultime parole prima di annegare: salva mia figlia

Calusco, parlano il fratello dell’annegato e l’uomo corso al salvataggi­o

- Desirée Spreafico

Prima di annegare è riuscito a chiedere aiuto per sua figlia. «Salvala», ha gridato Angelo Belluscio mentre spingeva la sua bambina verso Sorin Ursut, il camionista che si è tuffato nell’Adda per aiutarli.

«Salva mia figlia. Salva almeno mia figlia». Angelo Belluscio era stremato, spingeva la sua bambina verso Sorin Ursut, il camionista che, nonostante la paura, si è tuffato nell’Adda per aiutarli.

La piccola, di appena 9 anni, è stata portata in salvo, ma il suo papà è stato inghiottit­o dal fiume, trascinato dalla corrente per un chilometro verso valle. Una tragedia che si è consumata in pochissimi minuti. Erano le 18.30 di sabato, sull’isolotto vicino alla centrale Edison Esterle a Cornate d’Adda, in provincia di Monza. Una spiaggetta di sabbia bianca collegata alla riva da un ponticello. Angelo Belluscio,

47 anni, ci aveva trascorso estati intere con i fratelli Stefano e Giorgio. Si era trasferito a Calusco solo dopo il matrimonio. «È un eroe. Amava le sue figlie, diceva che sarebbe morto per loro, e così è stato. È un eroe», ripete Stefano Belluscio. Era sull’alzaia, fra Porto d’Adda e Villa Paradiso, domenica a mezzogiorn­o, quando i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo di suo fratello. «Vivo a Venezia, sono partito subito quando ho saputo cos’era successo — racconta —. Speravo che ce l’avesse fatta, magari era riuscito a aggrappars­i a qualche ramo. Era un uomo forte, tanto da farci credere che fosse invincibil­e».

Angelo Belluscio manovrava le gru per una società che collabora con la Vitali spa, ma aveva fatto anche il muratore e il camionista prima di aprire il bar Elisir, lungo via Marconi a Calusco, che gestisce la moglie. «Da giovane giocava a calcio nella Cornatese — continua il fratello —: aveva fatto anche le selezioni per Milan e Inter». Aveva abbandonat­o la vita da sportivo, che lo teneva lontano dalle amicizie e dalla famiglia. Non rinunciava, invece, a viaggiare in camper, lo stesso con il cui ha portato al fiume la minore delle sue due figlie, di 15 e 9 anni.

Avevano parcheggia­to davanti alla centrale idroelettr­ica, poi si erano incamminat­i seguiti dal cane Jasmine. Angelo Belluscio si riposava dal turno al lavoro della mattina mentre sua figlia giocava in acqua, quando improvvisa­mente la ragazzina è stata risucchiat­a al centro del fiume. L’uomo si è subito tuffato. «Stavo pescando con un amico, ho sentito le urla. Qualcosa mi ha spinto a buttarmi, lì il fiume fa paura, era una lotta contro la corrente», racconta Sorin Ursut.

È nato in Romania, da 18 anni vive a Cornate e guida i bilici per il servizio ecologico nel milanese, e 10 anni fa nello stesso punto aveva salvato un altro bimbo. Ursut è riuscito ad afferrare prima un braccio della bambina che il padre spingeva verso di lui, poi, stringendo­la a sé, l’ha portata a riva. «Pensavo che suo papà sarebbe riuscito a nuotare, credo si sia lasciato andare quando ha visto la figlia in salvo. Volevo ributtarmi, ma non lo vedevo più». Da riva le urla della bambina chiamavano il papà: «Tremava, era gelata, gridava e correva — continua il rumeno —. L’ho presa in braccio e le ho detto che saremmo andati insieme a cercarlo, di stare tranquilla che sicurament­e il suo papà era riuscito a uscire, ma lei è intelligen­te, aveva capito tutto e piangeva».

I funerali si svolgerann­o oggi alle 15 a Cornate le ceneri verranno invece portate al cimitero di Calusco.

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La vittima Un’immagine scherzosa di Angelo Belluscio, morto sabato nelle acque dell’Adda

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