L’OPS E UBI L’ATTESA DEI PICCOLI AZIONISTI
Dalle cronache emerge che Intesa Sanpaolo vorrebbe stringere i tempi per l’Ops su Ubi Banca, sentendosi abbastanza «sicura» del successo della medesima. Esito che dipenderà dai soci di Ubi, i quali valuteranno la strategia futura, secondo quanto emergerà dal prospetto di lancio dell’operazione e secondo la composizione e i prezzi di «carico» del proprio portafoglio, dell’opinione del Consiglio di amministrazione di Ubi e dalla propensione al desiderio, anche in prospettiva, di suddividere i rapporti bancari fra almeno due gruppi di intermediari. Ovvio che i fondi comuni, azionisti di Ubi, tengano presenti grandezze economiche e finanziarie diverse dalle famiglie depositanti e dalle piccole imprese già affidate sia da Intesa sia da Ubi Banca. Insomma l’Offerta pubblica di scambio modifica il mercato bancario, e non per somma ma per struttura. Per chiarire questi punti non basterà il «prospetto», ma si valuterà a posteriori, quando tutte le fosse saranno piene di senno, ma soprattutto quando saranno chiare le controreazioni di tutto il settore, e in particolare degli altri intermediari creditizi e finanziari. Se vi sarà o no il prevalere del fare banca «da remoto» per la clientela «al minuto» (retail). Per i piccoli azionisti di Ubi (meno di 10/15.000 azioni) gioverà attendere, per scegliere fino all’ultimo minuto possibile.