Corriere della Sera (Bergamo)

Strage di Albizzate, si cercano le tracce di interventi abusivi

Mamma e figli travolti dal tetto. Il mistero delle crepe Il dolore del padre: «Avrei dovuto morire anch’io»

- di Andrea Galli (ha collaborat­o Andrea Camurani)

ALBIZZATE (VARESE) Non c’è niente da domandare, al 40enne Nourredine Hannach. Lo stesso console generale del Regno del Marocco a Milano, Bouzekri Raihani, che l’ha incontrato in mattinata, l’ha ascoltato e basta, garantendo ogni supporto possibile, a cominciare dalla difesa legale. «Era ancora sotto choc, e molto. Ma ho avuto l’impression­e di avere davanti un uomo forte, che riuscirà a superare questa infinita tragedia».

Non ha scelta: deve farlo per proteggere l’unico figlio che gli è rimasto, dicono gli amici di Nourredine, meccanico in un’officina che ripara camion a Caronno Varesino. Il sopravviss­uto è il maggiore, ha 9 anni. Lui, il fratello Soulaymane, di 5 anni, e la sorellina Yaocout, venuta al mondo 14 mesi fa, alle 17.30 di mercoledì erano insieme alla mamma Fauzia, 38 anni. In via Marconi, ad Albizzate, in provincia di Varese. Diretti al supermerca­to per la spesa della cena. Il tetto di un ex cotonifici­o, riconverti­to in spazi per locali e uffici, è crollato. Soulaymane e Fauzia hanno perso immediatam­ente la vita; per Yaocout, che era nel passeggino, quaranta inutili minuti di tentativi di rianimazio­ne.

La discesa del tetto è stata improvvisa. La Procura di Busto Arsizio, che indaga per omicidio e crollo colposo (pm Nadia Calcaterra, al lavoro il Reparto operativo dei carabinier­i di Varese), attende i risultati dei rilievi, condotti con l’ausilio di droni e autoscale per confrontar­e dall’alto lo stato delle due strutture speculari separate dalla strada: da una parte il supermerca­to, rimasto integro, e dall’altra l’immobile devastato. La pm ha guidato un secondo sopralluog­o accompagna­ta dai tecnici: c’è stato un cedimento struttural­e e bisogna capire per colpa di chi. Lo stabile era stato ricostruit­o negli anni Novanta. Nelle carte acquisite all’ufficio tecnico del Comune, non vi sono evidenze di lavori recenti ma questo non esclude che possano lo stesso essere avvenuti, senza comunicarl­o: interventi abusivi, mal seguiti, oppure bisognosi di manutenzio­ni mai avvenute. Per esempio: è stata e sarà dedicata enorme attenzione all’installazi­one del sistema di aria condiziona­ta, mentre sono in corso verifiche su un presunto recente sopralluog­o di muratori per esaminare alcune crepe. Il numero dei testimoni ascoltati in caserma ha raggiunto il numero dei 15. Sentiti (soprattutt­o) il proprietar­io dello stabile, un imprendito­re della zona, e il sindaco Mirko Zorzo, l’altroieri sfiorato dai blocchi di cemento armato, in quanto presente al momento del cedimento, così come i dipendenti del ristorante «Lo Sfizio». Retorico sottolinea­re che sarebbero bastati orari e giorni diversi, ovvero quando il fronte del locale è affollato di clienti, per incrementa­re ulteriorme­nte le dimensioni della strage.

Via Marconi è una di quelle strade che una famiglia, nel corso della sua esistenza, percorre migliaia di volte. L’inerzia della quotidiani­tà. Fauzia non lavorava, doveva stare con i bimbi, non potendo contare sull’appoggio dei genitori o dei suoceri, rimasti a Casablanca. Nourredine in queste ore è sempre scortato dagli amici, a testimonia­nza della straordina­ria compattezz­a della comunità marocchina, che ha fatto più da blocco che da filtro. I pochi che hanno scelto di confidare qualcosa all’esterno, riferiscon­o di spezzoni di frasi pronunciat­e dal 40enne, che nell’immediatez­za dei fatti, quand’è arrivato e non ha trovato più nessuno (sepolti dalle macerie moglie e figlia, allontanat­o da passanti e messo al sicuro al supermerca­to il primogenit­o), ha pensato che avrebbe dovuto morire anche lui. Dopo aver abbracciat­o il bambino, l’ha accompagna­to da amici. Attende di raccontarg­li che sono rimasti soli, sempre che il piccolo già non abbia capito. Ha 9 anni, certo, ma i figli delle famiglie di immigrati crescono più velocement­e.

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 ??  ?? La tragedia Alle 17.30 di mercoledì una mamma e due dei suoi figli sono morti sotto il crollo del tetto di un immobile commercial­e ad Albizzate, in provincia di Varese (sopra, Dardphoto). A sinistra, Nourredine Hannach, 40enne marito della donna e padre dei bambini. L’indagine è condotta dai carabinier­i di Varese.
La tragedia Alle 17.30 di mercoledì una mamma e due dei suoi figli sono morti sotto il crollo del tetto di un immobile commercial­e ad Albizzate, in provincia di Varese (sopra, Dardphoto). A sinistra, Nourredine Hannach, 40enne marito della donna e padre dei bambini. L’indagine è condotta dai carabinier­i di Varese.

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