Corriere della Sera (Bergamo)

I rapporti e le tensioni tra Gori, Caritas e coop

I contatti col sindaco, il bando sospetto e il messaggio per sondare Belotti

- Berbenni

Il sindaco Giorgio Gori (foto) è estraneo all’indagine sull’immigrazio­ne, ma il suo nome torna in più occasioni. Come per il bando sospetto di aprile 2018 per il servizio Sprar.

Il tema dell’accoglienz­a è una sfida per Giorgio Gori. A inizio 2018 lo è da candidato governator­e nella corsa alle Regionali con la Lega, che batte come un martello in senso opposto. In autunno, da sindaco di nuovo a tempo pieno, lancia l’Accademia dell’integrazio­ne. L’idea è di farne un modello. È il progetto destinato a 60 richiedent­i asilo sistemati al Gleno e coinvolti in attività lavorative e di formazione. Lo gestiscono Diakonia, Caritas e Ruah. C’è anche il vescovo Francesco Beschi a presentarl­o il 18 ottobre.

Quel momento è preceduto da mesi difficili per le cooperativ­e che dal 2014 imbarcano migranti. Lo Stato paga in ritardo, i servizi costano e a Roma il clima è cambiato. Dal primo giugno c’è Matteo Salvini come ministro degli Interni. È il periodo in cui i carabinier­i mettono a fuoco i presunti illeciti emersi ora, insieme alla rete di relazioni tra il mondo delle cooperativ­e e la Caritas, da un lato, e le istituzion­i e una parte della politica dall’altro.

«Non faccio l’affittacam­ere»

Nell’indagine Gori viene citato a più riprese. Va precisato che non è coinvolto in nessuna ipotesi di reato. Contattato, il sindaco al momento preferisce non intervenir­e. In particolar­e, il suo nome torna nelle conversazi­oni che precedono l’aggiudicaz­ione del servizio Sprar all’Ati (associazio­ne temporanea di imprese) formata da Diakonia, Ruah e Solco Città Aperta. Il 17 aprile 2018 negli uffici dei Servizi sociali c’è un’unica busta da aprire e per i carabinier­i è l’indizio che quella era una gara decisa in partenza.

Lo indichereb­bero gli scambi telefonici dei giorni precedenti, quando l’allora direttore della Caritas don Claudio Visconti minaccia di tirarsi indietro. Avrebbe preferito una gestione unica, di Diakonia. Non un consorzio. Anzi la mattina del 12 aprile chiama il presidente della Ruah Bruno Goisis e gli chiede se non sia possibile posticipar­e i termini del bando. «Va bene, sì adesso provo a sentire io, quanti giorni? Un paio di giorni?», gli propone Goisis. E don Visconti: «No, no macché un paio di giorni, non la firmeremo mai quell’Ati lì per me. Ma scusa che senso ha Bruno che io firmi un’Ati dove faccio l’affittacam­ere?». Secondo il sacerdote, Caritas non ci guadagnerà, quello è il nodo. Il giorno stesso Goisis chiama Omar Piazza di Solco Città Aperta e gli spiega l’inghippo: «Per me non c’è problema, andiamo da Gori e diciamo: “Guarda il progetto non lo abbiamo presentato perché il don Claudio si è rifiutato”», replica Piazza ritenendo impossibil­e intervenir­e su un bando pubblico. I due ricordano gli incontri sul tema: «Ecco, con Gori e con lui (don Visconti, dove lui ha detto a Gori che andava bene».

Goisis ne parla anche con l’attuale direttore della Caritas don Roberto Trussardi e Francesco Bezzi, di Diakonia. «Abbiamo cominciato tutto sto cinema perché è stato lui (cioè don Visconti, a dire a Gori che voleva fare lo Sprar», sostiene Bezzi. «No, è stato Gori a chiederlo — replica Goisis —. Ero presente io, Omar Piazza, la Marchesi e Gori alle 8 del mattino». E poi spiega che l’idea iniziale del sindaco era di inserire nello Sprar le 200 persone del Gleno e che l’equivoco con don Visconti sarebbe sorto rispetto a quella proposta, poi giudicata irrealizza­bile. Sembra che il sacerdote non fosse aggiornato. Anche la mattina dell’aggiudicaz­ione, quando alla fine don Visconti si convince a partecipar­e con l’Ati, Bezzi e Goisis tornano sul punto: «Dicevi “guarda Giorgio non lo so, dobbiamo verificare, non sono sicuro”», ragiona Bezzi. «Vabbé comunque lui continua a dire che a Giorgio ha detto, l’ha detto lui di sì, però lui non pensava di fare l’Ati». La morale, per i carabinier­i, è un’ipotesi di turbativa d’asta.

I pagamenti in ritardo

Tema caldo dell’estate 2018 sono invece i pagamenti in arretrato dello Stato. Caritas avrebbe in sospeso addirittur­a 9 milioni di euro. Il filo diretto col sindaco, per i carabinier­i, si dedurrebbe in questo caso da una telefonata tra don Trussardi e Luca Bassis, persona di fiducia di don Visconti. «Cioè a me dispiace che il Claudio questo non si renda conto... Cioè eh parla di telefonate, poi mi dice “ho mandato avanti Gori”. Ma che cazzo c’entra Gori con la Prefettura?», si chiede don Trussardi. «Sembra che Gori sia Superman», ride l’altro.

«Salvini ci taglia tutto»

Uno scambio che non ha rilevanza penale, ma a cui nell’indagine viene dato risalto è quello tra l’allora assessore ai Servizi Sociali Maria Carolina Marchesi e Goisis. Inciso: ieri il consiglier­e comunale Alberto Ribolla ha chiesto la revoca della benemerenz­a consegnata alla Ruah nel 2016. Il primo agosto 2018, la questione da risolvere è quella della convezione per l’accoglienz­a dei minori. Diakonia vuole alzare il costo da 57 a 75 euro al giorno per ospite. «Non siamo in grado assolutame­nte», è netta Marchesi. La discussion­e si allarga poi alla politica. «Ci taglia tutto questo», dice Goisis riferito a Salvini. Marchesi gli chiede se sa dell’interpella­nza presentata dalla deputata del Pd Elena Carnevali.

Goisis: «Non è servito a nulla». Marchesi: «Ma no anzi peggiora la situazione perché guarda che noi avevamo anche contattato il Belotti (Daniele, deputato leghista,

G: «Eh... e lui?»

M: «Siccome Gaspare (Passanante, dirigente del Comune di Bergamo, gioca a pallone con lui. Eh, gli aveva mandato un messaggino dicendo: “Oh non è che ci lasciate nelle pezze come Comune che ci servono quei soldi lì”, quindi in maniera molto informale».

G: E lui?

M: Gli ha detto che eh... “Se Gori non avesse fatto le cazzate che ha fatto prendendos­i i profughi, adesso il Comune non avrebbe bisogno di soldi”».

❞ Hai saputo dell’interpella­nza della Carnevali? Peggiora la situazione. Avevamo anche chiesto al Belotti

Ha risposto che se Gori non avesse fatto la cazzata di prendere i profughi, il Comune avrebbe i soldi Maria Carolina Marchesi ex assessore

Il servizio Sprar

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