«Non vado da Mattarella Prima le scuse sul Covid»
I preparativi per il concerto di domani alla presenza di Mattarella Assenti 13 primi cittadini, molti per impegni, altri per protesta
Isindaci invitati al Requiem di commemorazione delle vittime del Covid domani sera alla presenza del presidente Mattarella sono stati 243. A presentarsi saranno 13 in meno. Quasi tutti assenti per problemi di famiglia, lavoro o ferie. Ma alcuni di loro (Fuipiano e Torre de’ Busi) sono critici sulla modalità del concerto o sul fatto che «da Roma qualcuno poteva venire nel periodo più buio». E uno è arrabbiato da febbraio, quando era stato l’unico a presentarsi munito di mascherina all’assemblea dei sindaci nel giorno dei primi contagi. «E dall’Ats mi presero in giro — dice Silvano Donadoni, medico di base e sindaco di Ambivere —. È inutile fare queste parate senza avere mai fatto autocritica sui propri errori. A questo punto che ci vadano loro».
Tredici sedie di plastica blu davanti al palco del Requiem di Donizetti domani sera saranno vuote. Sono quelle dei sindaci che non parteciperanno al concerto di commemorazione delle vittime dell’epidemia alla presenza di Sergio Mattarella. Molti di loro (come i primi cittadini di Comun Nuovo, Roncola, Moio de’ Calvi, Brumano, Fara Olivana, Madone, Strozza, Pognano, Corna Imagna e Oltressenda) avrebbero voluto esserci. Ma sono subentrati problemi di lavoro, di famiglia, di ferie, di trasporti, perfino di malattia («Ci mancherebbe solo di contagiarli tutti», dice una sindaca). Ma due non ci sarebbero comunque andate. «Facile venire adesso: nel pieno dell’epidemia Roma dov’era?», dice Valentina Zuccala, Fuipiano. È d’accordo Eleonora Ninkovic, Torre de’ Busi: «Avrei preferito che Mattarella venisse durante il periodo più difficile. E non mi piace il concerto con la diretta tv: per ricordare i morti sarebbero stati meglio un incontro con i familiari delle vittime e una preghiera. Mi sembra solo una cosa di visibilità».
Ma c’è chi non ci andrà per protesta. Silvano Donadoni, medico di base e sindaco (civico) di Ambivere, è arrabbiato dal 23 febbraio. Quel giorno, la prima domenica nera dell’epidemia, gli stessi 243 sindaci vennero assembrati al Centro Congressi per sentirsi dire di evitare gli assembramenti.
❞ Avrei preferito che Mattarella venisse nel periodo più buio. Ora sarebbe meglio una preghiera Eleonora Ninkovic Torre de’ Busi
E lui era l’unico con la mascherina: «Un dirigente dell’Ats mi ha preso in giro, gli ho risposto se non si vergognava; volevo anche intervenire e non me l’hanno concesso — ricorda —. Quando mi hanno convocato ero a Firenze, sono rientrato passando da Lugano dove ho comperato 100 mascherine, 50 per il Comune e 50 per i miei pazienti. Quel giorno tutti i vertici delle istituzioni di Bergamo erano nella stessa sala, pensate se si fossero ammalati tutti».
Di qui la decisione di non partecipare al concerto: «Il modo migliore per onorare i morti sarebbe quello di capire dove si è sbagliato. Invece tutti hanno fatto errori e nessuno fa autocritica. Da medico in trincea, che con disperazione ricevevo cento chiamate al giorno, mi chiedo con che faccia lo fanno. Per questo non vado alle parate, li lascio a glorificarsi da soli».
Intanto il comitato «Noi denunciamo» ha annunciato di essere in contatto con il Quirinale per avere un incontro con il presidente della Repubblica, ma per ora non c’è niente di certo. E il Comune prepara le chiusure. Nell’area del concerto potranno entrare solo le persone invitate. E domani pomeriggio scatteranno chiusure: dalle 14 a mezzanotte divieto di transito nelle vie Pirovano, Boito, Cimarosa, Gastoldi, Vivaldi, Rubini, Serassi, Maurizio e Fermo. I residenti potranno passare accompagnati dai vigili, compatibilmente con la cerimonia. Divieto di sosta nel piazzale del cimitero e nelle vie Pirovano, Boito, Cimarosa, Gastoldi, Vivaldi, Rubini, Serassi (tra le vie Borgo Palazzo e Vivaldi), Statuto, Riva di Villasanta.