«Qui forza per ripartire»
La titolare delle Pari opportunità ha raccolto le paure e le storie delle comunità di Nembro e Alzano
Le hanno spiegato i problemi di Nembro e Alzano e la solitudine di troppi mesi. «Ma qui — ha notato nella sua giornata bergamasca il ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti — c’è l’Italia migliore, con la forza e la dignità per ripartire».
Lo ha detto chiaro il sindaco di Alzano: «Ci siamo sentiti lasciati soli». Camillo Bertocchi lo ha spiegato al ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti, che dopo le visite lampo di Giuseppe Conte, Francesco Boccia e Lucia Azzolina, è stata ieri il primo membro del governo a trascorrere una giornata intera nella Bergamasca negli ultimi quattro mesi. Lo ha fatto scegliendo luoghi simbolo come Nembro e Alzano, prima di andare poi in Provincia, in Prefettura e alle Acli. «Benvenuti in questa terra martoriata», le ha detto il sindaco nembrese Claudio Cancelli al suo arrivo in piazza. A lui si è affiancato il direttore della casa di riposo Valerio Poloni, che ha ricordato le vittime della sua struttura e l’attuale crisi: «Abbiamo parlato tanto del nostro personale come di eroi, adesso sono in cassa integrazione o non hanno i contratti rinnovati. Una cosa che fa venir da piangere».
Il ministro ha accolto anche le critiche di Cancelli sulle decisioni del governo sulla scuola («sembra fatto da qualcuno che in una scuola non va da anni») e ha raccolto le preoccupazioni per i servizi sociali. Così come poi ha ascoltato il resoconto dei mesi vissuti ad Alzano: «E la paura da noi c’è ancora — ha ammesso Bertocchi —: abbiamo voglia di ripartire, ma è molto difficile». Bonetti ha ammesso errori e difficoltà dei mesi scorsi. «Mi sono arrivati messaggi chiari e richieste chiare, com’è giusto che accada — dice al termine —. Ho ascoltato la necessità di velocizzare le procedure e riaprire le occasioni di crescita come i cantieri, cosa che si farà con il decreto Semplificazione. E poi l’educazione, con la scuola in piena sicurezza e destinata a tutte le famiglie e a tutte le fasce di età». Il ministro dice di avere visto «comunità che hanno incarnato grande forza, coraggio, speranza, operosità, che serviranno a ripartire. Questo è il volto bello dell’Italia che ha la voglia di speranza. E sono sicura che possa rappresentare anche in questa fase un simbolo e un laboratorio di umanità e futuro».
Ma molti si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni: «La solitudine vissuta in questi mesi è quella di comunità che di fronte alla morte, alla malattia e allo smarrimento si è certo sentita sola ma non lo era: lo Stato c’era con il volto dei sindaci e delle forze dell’ordine. C’è ora la consapevolezza di essere chiamati a rigenerare fiducia e speranza nel nostro Paese».