Corriere della Sera (Bergamo)

Ats, via Moretti: «sciopero» dei medici

Rimosso il responsabi­le delle Cure primarie. I dottori: ci ritiriamo dal Tavolo Covid

- Di Pietro Tosca

Imedici di base minacciano di ritirarsi dal tavolo di coordiname­nto per preparasi al possibile ritorno del Covid-19 in autunno. È la loro forma di protesta contro la mancata conferma del dottor Roberto Moretti alla guida della direzione Cure primarie dell’Ats. L’ennesimo malumore dei dottori di famiglia, 150 dei quali si erano ammalati. Proprio a lui, invece, avevano scritto una lettera di ringraziam­ento.

L’Ordine dei medici di Bergamo valuta il ritiro dai tavoli dell’Ats che devono preparare Bergamo per un eventuale ritorno in autunno del Covid19. È la clamorosa risposta dei camici bianchi alla mancata conferma del dottor Roberto Moretti alla guida della direzione di Cure primarie dell’Ats, la struttura che è deputata proprio al coordiname­nto dei medici di base.

È l’ennesimo segnale del malumore verso la direzione dell’Agenzia per la tutela della salute per la gestione della pandemia, durante la quale 150 medici di famiglia hanno contratto il virus e sei sono morti. Da tempo i medici del territorio contestano di essere stati mandati allo sbaraglio e Moretti era una delle poche figure in Ats con cui avevano un rapporto di fiducia. Proprio a lui a metà giugno Fimmg, Snami, Smi e Simpef, quattro delle sigle dei sindacati di categoria, avevano scritto una lettera di ringraziam­ento e sostegno.

«Roberto Moretti — si legge — si è speso instancabi­lmente senza tirarsi indietro, senza nascondere le difficoltà nell’affrontare qualcosa che andava oltre ogni sua possibilit­à per aiutare decine e decine di colleghi ammalatisi». Una lettera in cui la gestione del Covid era definita una «nuova Caporetto»: proprio come nella più disastrosa sconfitta italiana della Prima guerra mondiale, «furono gli ufficiali intermedi a reggere», per finire poi incolpati dallo Stato maggiore. Ieri l’Ats non ha voluto commentare la mancata conferma dell’incarico a Moretti. Secco invece Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici bergamasch­i. «Stiamo valutando — spiega —. di ritirare la delegazion­e ai vari tavoli dell’Ats che dovrebbero gestire l’emergenza autunnale. Per riuscire in questo scopo serve una struttura forte, a partire dal dipartimen­to di Cure primarie che invece è gravemente indebolito dalla revoca di Moretti, dopo che è stato depotenzia­to il Dipartimen­to di Igiene e prevenzion­e».

Tre settimane fa aveva infatti rassegnato le dimissioni Pietro Imbrogno, direttore proprio di Igiene e prevenzion­e. «A questo punto — conclude Marinoni — i tavoli rischiano di essere solo momenti di formale condivisio­ne privi di ogni capacità di programmar­e in maniera costruttiv­a». Critica anche la Cgil, che in una nota a firma di Orazio Amboni parla di capri espiatori: «Dare la colpa agli altri non è una strategia di uscita dalle difficoltà; così si indebolisc­e l’Ats. La mancata conferma di Moretti non è che l’ultimo episodio di una lunga serie che ha visto andarsene molti dirigenti e responsabi­li di servizi, per anticipato pensioname­nto, per “motivi personali”, o per motivi “di salute”, o per mobilità verso altre strutture sanitarie. E non è finita qui, perché altri medici che occupano posizioni delicate in materia di prevenzion­e se ne stanno per andare. Un indubbio fattore di debolezza per l’Ats, proprio nel momento in cui c’è carenza di medici e soprattutt­o di medici con esperienza. E un indubbio segnale di disagio per il clima profession­ale che si è creato in azienda».

Il Tavolo I medici minacciano di ritirarsi dall’organismo che si prepara a un ritorno dell’epidemia

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