Riparte la velostazione I lavori dopo l’estate
Prima una gara deserta, poi il lockdown. Salvo altri intoppi, lavori al via dopo l’estate
Dopo rinvii e ritardi, l’inizio dei lavori era stato annunciato per lo scorso marzo. Ma il lockdown ha bloccato un’altra volta il progetto della velostazione su piazzale Marconi, davanti alla stazione dei treni di Bergamo. Ora le procedure sono ripartite. Ma per l’avvio del cantiere bisogna attendere dopo l’estate. «Poco prima del lockdown, la prima gara a inviti è andata deserta — spiega l’assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni —. Un mese fa, è stata rifatta una gara aperta e finalmente un’impresa si è aggiudicata i lavori. Purtroppo quest’opera ha avuto una storia un po’ sfortunata, tra la gara deserta e la quarantena che ha bloccato tutto». Mesi fa, era anche passato del tempo prima che il Comune ricevesse il parere favorevole di Rfi per l’utilizzo dell’area. Ed era stata fatta pure una bonifica del rischio bellico, come si fa sempre quando si interviene su un’area ferroviaria. Ora il codice degli appalti detta alcuni passaggi obbligati che non rendono immediato l’inizio dei lavori. È previsto un periodo di «stand still» lungo 35 giorni tra l’aggiudicazione definitiva e la stipula del contratto. «Poi — spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Brembilla —, dalla firma del contratto l’impresa ha 40 giorni di tempo per avviare il cantiere».
L’appalto — che prevede una spesa di 400 mila euro, di cui 258 mila per lavori a base d’asta — ha una durata di 120 giorni. Se non ci saranno altri intoppi, la velostazione potrebbe accogliere le prime bici all’inizio dell’anno prossimo. Firmato dallo Studio Capitanio Architetti, il progetto è stato finanziato dal ministero dell’Ambiente attraverso il «Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro». L’obiettivo dell’amministrazione è realizzare un parcheggio chiuso, coperto e protetto per le biciclette, per scongiurare sia il parcheggio selvaggio che i furti, tanto diffusi.
Il modello è la velostazione di Amsterdam. Ma l’opera — che potrà ospitare fino a 130 biciclette — deve anche inserirsi nel contesto, in particolare con il vicino padiglione per l’accoglienza turistica. Si accederà all’edificio in modo automatico, tramite badge, così come la gestione e la sorveglianza degli accessi saranno del tutto automatizzati, non ci sarà personale. La struttura dovrà essere ben illuminata, 24 ore su 24.