In casa aveva una stamperia con cento documenti falsi
Da Antegnate a Zogno, dovrà scontare 8 anni
Non è stato così semplice arrivare all’indirizzo giusto. Un po’ perché Rosa Roncalli, detta «Titti», già con precedenti penali quando cinque anni fa era stata arrestata nel mega blitz ad Antegnate, si spostava solo con i mezzi pubblici. Niente auto, che significa niente targhe facilmente pedinabili. E un po’ perché come nuovo domicilio, a Zogno, dall’altra parte della provincia, s’era scelta un anonimo appartamento in via Locatelli, non troppo in centro, ma nemmeno troppo isolato.
Gli agenti della Squadra mobile hanno suonato alla sua porta l’altra mattina. Con loro gli uomini del comandante della polizia locale Emiliano Paninforni, che hanno collaborato a rintracciare la donna, 49 anni, irreperibile da maggio. La polizia la cercava dopo l’ordine di esecuzione della pena firmato dal tribunale. Roncalli deve scontare 8 anni, 4 mesi e 20 giorni di carcere per associazione a delinquere, truffa, simulazione di reato e ricettazione. Ai tempi della misura cautelare, 22 aprile 2015, si parlava anche di documenti contraffatti. E proprio nella casa presa in affitto a Zogno gli agenti hanno scoperto quella che definiscono una «stamperia abusiva» di passaporti, permessi di soggiorno, di tutto un po’ legato al mondo dell’immigrazione. Un centinaio di certificati falsificati in modo grossolano erano sparpagliati per le stanze, in parte nascosti sotto il letto e in parte ben visibili accanto all’attrezzatura che s’ipotizza servisse per la produzione: stampante a colori, taglia-documenti, normografo. Così alla vecchia condanna si è aggiunta la denuncia per falsità materiale commessa da privato, estesa pure al compagno romeno Vlasin Ciprian, detto Dario, 36 anni, anche lui coinvolto nell’indagine di Antegnate. Il business principale, allora, secondo gli elementi raccolto dalla Squadra mobile e dalla Guardia di finanza, erano gasolio e benzina. Il gruppo che ruotava attorno a «Titti» era accusato di fare prelievi di carburante anche da 100 litri alla volta e fino a 60 mila euro al mese con carte di credito clonate. Poi, lo rivendeva. Undici le misure cautelari eseguite in parallelo alla perquisizione di 36 appartamenti nel condominio di via dei Cappuccini 44, lo stesso in cui un anno prima il Ros di Brescia aveva arrestato un latitante e in cui vivevano i rapinatori che avevano ucciso il macellaio di Pontoglio Pietro
La sentenza Rosa Roncalli è stata condannata per vari reati tra cui truffa e ricettazione
La denuncia La Squadra mobile ha sequestrato stampanti e anche documenti contraffatti
Raccagni. Insomma, era un contesto ben diverso dal paese della Val Brembana.
Mercoledì, la polizia era certa che Roncalli e il compagno fossero in casa, ma in un primo momento non hanno ottenuto risposta. Dopo l’arrivo dei vigili del fuoco, la porta si è aperta spontaneamente, mentre da una finestra sono volati uno smartphone e una chiavetta Usb, subito recuperati. Non è chiaro da quanto tempo la coppia si fosse trasferita a Zogno, di certo nessuno li conosceva. Il proprietario dell’appartamento risulta estraneo, aveva affittato e basta. Roncalli è stata scortata in carcere. Ora il lavoro dei poliziotti sarà quello di spulciare tra il materiale sequestrato: i telefoni, il pc, le chiavette ma anche la sfilza di documenti fasulli. Si va da una trentina di patenti ai certificati di idoneità abitativa e di residenza, tutti apparentemente rilasciati da comuni bergamaschi. Apparentemente.