Corriere della Sera (Bergamo)

«Stop ai turisti maleducati del lago» I sindaci chiudono spiagge e giardini

Ordinanze a Leggiuno e Mandello: per colpa di pochi incivili costretti a limitare la libertà di tutti

- Di Andrea Camurani e Barbara Gerosa

VARESE Il tramonto in spiaggia sì, ma che la permanenza non si prolunghi oltre la mezzanotte. L’alba invece è vietata: il sole in questa stagione sorge alle 5.40 circa e a quell’ora non si potrà ancora stare coi piedi a bagno nel Lago Maggiore, a godersi il fresco del nuovo giorno. A Leggiuno, paese sulla sponda lombarda del Verbano, il sindaco Giovanni Parmigiani ha firmato un’inedita ordinanza, almeno da queste parti, che prevede «il divieto di accedere alle spiagge libere comunali dalla mezzanotte alle 6, fino al 30 di settembre». La stessa misura si applica anche «ai porti e ai moli» della ridente località balneare. «Da qualche settimana a questa parte i residenti di ville e appartamen­ti che si affacciano sulle nostri lidi non dormono più per colpa di bande di ragazzini che soprattutt­o verso le 3 o le 4 di notte rimangono in spiaggia e ne combinano di ogni», spiega Parmigiani, 77 anni, ex agente immobiliar­e. «Abbiamo deciso di passare dalle parole ai fatti, obbligando a rispettare la legge». Un provvedime­nto estremo, che non va del tutto a genio neppure al firmatario perché «in questo modo limitiamo la libertà di tutti per via del comportame­nto di pochi». L’ordinanza richiama il lavoro di sorveglian­za deputato alla polizia locale «che però di notte non è in servizio», spiega Parmigiani che ha previsto per i trasgresso­ri non una semplice multa, ma l’applicazio­ne del codice penale, il famoso articolo 650 che sanziona «l’inosservan­za dei provvedime­nti dell’autorità», stessa norma contenuta nelle prime disposizio­ni governativ­e che imposero il lockdown: di fatto una sortita notturna in spiaggia se interrotta dai carabinier­i può costare una denuncia penale. La norma non ha a che fare con le regole anti assembrame­nto, si tratta piuttosto di un’ordinanza «anti sporcaccio­ni» fatta per evitare oltre ai rumori molesti anche l’abbandono di bottiglie di birra e cartoni della pizza nei due lidi comunali, Arolo e Reno.

La maleducazi­one in spiaggia non riguarda solo il Lago Maggiore. A Mandello del Lario, nel Lecchese, il sindaco Riccardo Fasoli ha disposto la chiusura sette giorni su sette, dalle 8 alle 18, fino a data da destinarsi dei giardini comunali della Poncia e della spiaggetta a ridosso della darsena Falck: a presidiare gli ingressi quattro vigilantes e due agenti della polizia locale. Motivo: «Nessun rispetto delle regole di prevenzion­e delle infezioni da Covid, abbandono di rifiuti, consumo smodato di bevande alcoliche e droghe leggere e problemi di ordine pubblico. Allora ho detto basta, chiudo tutto». Resteranno liberi solo gli accessi al chiosco e ai giochi per i bambini. La decisione fa discutere, con proteste sui social anche se non manca chi plaude alla decisione. Duro il Pd di Mandello, Abbadia e Lierna: «L’amministra­zione ha il dovere di garantire la fruizione di tutti gli spazi pubblici. Fasoli, chiudendo il centro nevralgico del turismo mandellese, è venuto meno alle proprie responsabi­lità, senza considerar­e le pesanti ricadute per gli esercenti».

Ma il sindaco non sembra intenziona­to a tornare sui propri passi e ha già firmato l’ordinanza: «Questo non è il turismo che vogliamo».

Sul Lario «Nessun rispetto delle distanze, consumo di alcolici e droghe leggere: ora basta»

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