Rodari, la mia bella copia
Elio (con Rocco Tanica) s’inchina al geniale scrittore in uno spettacolo-concerto in scena alla Milanesiana «Un modello, lui è tutto ciò che avrei voluto essere io»
«Interiormente mi sento come un undicenne». Stefano Belisari, meglio noto come Elio, ha il tono di chi è abituato ad abbracciare la vita con ironia, ma si capisce che non scherza mentre ricorda l’importanza che ha avuto Gianni Rodari nel suo percorso artistico: «Lui è tutto ciò che avrei voluto essere io, è la mia bella copia», dichiara il cantante milanese, stasera protagonista de «La Milanesiana», nella Sala Excelsior del cinema Anteo con «Gianni Rodari. I colori della fantasia», recital-concerto con l’amico Rocco Tanica e il giornalista Paolo Fallai; un omaggio al popolare autore di libri per l’infanzia, e del volume «Grammatica della fantasia», nel centenario della nascita.
«Rodari era uno che andava contro, si opponeva ai canoni prestabiliti, alle formalità e severità di certi educatori e insegnanti, e questo me lo ha sempre reso simpatico. Ma mi ha ispirato anche il suo modo di usare il linguaggio: come did’inizio ceva Daniil Kharms, folle scrittore russo degli anni 30, le parole devono essere come sassi che rompono i vetri». Lo spettacolo ruoterà attorno a «Ci vuole un fiore», l’album del 1974 con cui Sergio Endrigo e Luis Bacalov musicarono alcuni testi di Rodari: tra le tracce, oltre a quella che dà il nome al disco, «Un signore di Scandicci», sull’importanza di non sprecare il tempo rincorrendo l’effimero, e «Il bambino di gesso», sul valore di un’educazione che non tarpi le ali. Filastrocche in musica intrise di immaginazione e saggezza che durante la serata si avvicenderanno con letture, improvvisazioni e brani degli Elio e Le Storie Tese, spiega il frontman della band scioltasi un paio di anni fa.
«Se un gruppo dice basta non significa che i suoi com«Elio ponenti non possano più incontrarsi», dice il cantante. «Tra l’altro in questo periodo sto lavorando tanto con Rocco su un progetto top secret». Poi ci sono un nuovo podcast, e le storie Tech», su innovazione e tecnologia, e un concerto con la band annunciato per il 2021 a Bergamo, tra le città più colpite dal Covid19. «Il Trio Medusa ha avviato una raccolta fondi con il Cesvi a sostegno del mondo della musica, abbiamo promesso che saremmo tornati insieme su un palco se si fossero raggiunti i 100 mila euro… Ma niente reunion, l’idea è di festeggiare, se possibile, la scomparsa del coronavirus con un grande baccanale».
Agli «andrà tutto bene» lockdown Elio non ha mai creduto: «Sono un po’ cinico, da padre di un figlio autistico posso solo sperare che almeno qualcuno si sia reso conto che c’è gente che da uno stato di emergenza non esce mai. Servono intelligenza ed empatia». Della quarantena che ci siamo lasciati alle spalle dice di aver apprezzato «che non c’era più traffico, l’aria era buona e si vedevano tanti uccellini», e parlando della sua Milano rammenta «Parco Sempione», il singolo con cui nel 2011 gli Elii presero di mira la giunta regionale, rea di aver raso al suolo il Bosco di Gioia. «Cosa ci si può fare? Ora lì abbiamo i grattacieli e una valanga di adoratori dei grattacieli. Lasciamoglieli adorare, a me non piacciono».
❞ Parole come sassi Era uno che andava contro, si opponeva alle formalità e ai canoni prestabiliti