Ginevra Elkann: «Magari, le emozioni dell’infanzia»
Da bambina, quando pensava a come poteva essere una famiglia, se la immaginava più o meno così: papà, mamma e fratelli seduti attorno a un tavolo. Insieme. Alle spalle il mare. Ginevra Elkann attinge dalla propria infanzia e la riguarda con gli occhi della protagonista Alma, nove anni, terza di tre fratelli, per raccontare una storia familiare. «Magari» film d’esordio della nipote di Gianni Agnelli, figlia di Margherita Agnelli e di Alain Elkann, sorella di John e di Lapo, sarà proiettato stasera alle 21.30, alla presenza della regista, al cinema all’aperto Arena Santa Lucia, allestito nella scuola Imiberg.
Parlare di «autocinegrafia» sarebbe troppo, ma «in certe cose ho recuperato spunti autobiografici, soprattutto nel rapporto tra i fratelli. Unico. Si erano creati una loro famiglia — ammette Elkann —. Benché meno determinata di Alma, come lei stavo sempre dietro ai miei fratelli e desideravo che mio padre e mia madre tornassero insieme».
Magari, presentato come film d’apertura al Locarno Festival nel 2019 e insignito di due candidature ai Nastri d’Argento, fa sorridere e pensare. Emoziona. E proprio le emozioni sono al centro della storia, negli anni Novanta. Non sfuggono i passaggi televisivi tratti da «L’uomo da sei milioni di dollari» e il primo «Vacanze
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di Natale» di Vanzina o il tempo trascorso giocando a Gameboy. Tra nostalgia e sentimento si partecipa alla storia di Alma e i fratelli Seb e Jean. I tre vivono a Parigi con la madre Charlotte, dalla fervida fede cristiana ortodossa. Prima di trasferirsi con lei in Canada, trascorrono alcuni giorni con il padre Carlo, sceneggiatore di scarso successo, squattrinato e donnaiolo, interpretato da Riccardo Scamarcio, e la compagna Benedetta, interpretata da Alba Rohrwacher, in una casa al mare fuori Roma.
Il film si apre con una messa. «Mi piaceva partire dal mondo religioso e dalla voce sconnessa della protagonista Alma per raccontare il divario tra un’educazione ortodossa e quanto accade dopo, che va in tutt’altra direzione», spiega la regista. L’anima del racconto è Alma. Attraverso i suoi pensieri, che diventano voce «fuori campo», si osservano la storia, le relazioni tra genitori e figli, le emozioni e frustrazioni. «È un film sull’amore per la famiglia e l’idea di matrimonio — continua Ginevra Elkann —. Ci sono molte storie d’amore». Cornice perfetta è la colonna sonora scritta da Riccardo Sinigallia, che riporta indietro nel tempo e investe di sentimento, come il pezzo «Prima di andare via» dei titoli di coda, in cui si ascolta «sorridi un po’, come per proteggermi da una tua malinconia, con lo sguardo di chi non è cresciuto a gentilezze e anche quando non vuoi sorridi un po’ per dire tutto a posto … Mentre il resto, quello che è andato perso, ci sembra un’altra vita».
Come Alma anche io desideravo che papà e mamma tornassero insieme Ginevra Elkann