Corriere della Sera (Bergamo)

Ginevra Elkann: «Magari, le emozioni dell’infanzia»

- Daniela Morandi

Da bambina, quando pensava a come poteva essere una famiglia, se la immaginava più o meno così: papà, mamma e fratelli seduti attorno a un tavolo. Insieme. Alle spalle il mare. Ginevra Elkann attinge dalla propria infanzia e la riguarda con gli occhi della protagonis­ta Alma, nove anni, terza di tre fratelli, per raccontare una storia familiare. «Magari» film d’esordio della nipote di Gianni Agnelli, figlia di Margherita Agnelli e di Alain Elkann, sorella di John e di Lapo, sarà proiettato stasera alle 21.30, alla presenza della regista, al cinema all’aperto Arena Santa Lucia, allestito nella scuola Imiberg.

Parlare di «autocinegr­afia» sarebbe troppo, ma «in certe cose ho recuperato spunti autobiogra­fici, soprattutt­o nel rapporto tra i fratelli. Unico. Si erano creati una loro famiglia — ammette Elkann —. Benché meno determinat­a di Alma, come lei stavo sempre dietro ai miei fratelli e desideravo che mio padre e mia madre tornassero insieme».

Magari, presentato come film d’apertura al Locarno Festival nel 2019 e insignito di due candidatur­e ai Nastri d’Argento, fa sorridere e pensare. Emoziona. E proprio le emozioni sono al centro della storia, negli anni Novanta. Non sfuggono i passaggi televisivi tratti da «L’uomo da sei milioni di dollari» e il primo «Vacanze

di Natale» di Vanzina o il tempo trascorso giocando a Gameboy. Tra nostalgia e sentimento si partecipa alla storia di Alma e i fratelli Seb e Jean. I tre vivono a Parigi con la madre Charlotte, dalla fervida fede cristiana ortodossa. Prima di trasferirs­i con lei in Canada, trascorron­o alcuni giorni con il padre Carlo, sceneggiat­ore di scarso successo, squattrina­to e donnaiolo, interpreta­to da Riccardo Scamarcio, e la compagna Benedetta, interpreta­ta da Alba Rohrwacher, in una casa al mare fuori Roma.

Il film si apre con una messa. «Mi piaceva partire dal mondo religioso e dalla voce sconnessa della protagonis­ta Alma per raccontare il divario tra un’educazione ortodossa e quanto accade dopo, che va in tutt’altra direzione», spiega la regista. L’anima del racconto è Alma. Attraverso i suoi pensieri, che diventano voce «fuori campo», si osservano la storia, le relazioni tra genitori e figli, le emozioni e frustrazio­ni. «È un film sull’amore per la famiglia e l’idea di matrimonio — continua Ginevra Elkann —. Ci sono molte storie d’amore». Cornice perfetta è la colonna sonora scritta da Riccardo Sinigallia, che riporta indietro nel tempo e investe di sentimento, come il pezzo «Prima di andare via» dei titoli di coda, in cui si ascolta «sorridi un po’, come per proteggerm­i da una tua malinconia, con lo sguardo di chi non è cresciuto a gentilezze e anche quando non vuoi sorridi un po’ per dire tutto a posto … Mentre il resto, quello che è andato perso, ci sembra un’altra vita».

Come Alma anche io desideravo che papà e mamma tornassero insieme Ginevra Elkann

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Protagonis­ta Alma, nove anni, terza di tre figli, è l’anima del racconto tra Roma, Parigi e il Canada
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