Corriere della Sera (Bergamo)

L’Ats apre al reintegro del dirigente destituito

Dopo le proteste dei medici di base, Roberto Moretti in attesa di risposte dall’Agenzia: altrimenti farà ricorso

- Giuliana Ubbiali gubbiali@corriere.it

Sono indiscrezi­oni, da ambienti ben informati. L’Ats aprirebbe verso il reintegro del dottor Roberto Moretti, dopo la mancata conferma come responsabi­le delle Cure primarie. Il dirigente ha mandato una lettera dell’avvocato all’Ats. In caso di risposta negativa, farà causa. Sarebbe una guerra aperta, con sindacati e Ordine già schierati con Moretti.

La decisione definitiva ancora manca. La conferma ufficiale, anche. Ma nel solco delle indiscrezi­oni circolate tra fonti ben informate, la strada dell’Agenzia per la tutela della salute sarebbe quella di un’apertura al reintegro di Roberto Moretti, dopo la mancata conferma come responsabi­le dell’Unità operativa complessa delle Cure primarie dell’Ats. Forse, una scelta forzata più che voluta, per più motivi.

Come evitare uno scontro a carte bollate, un ricorso che trova già l’appoggio a Moretti delle rappresent­anze sindacali di Ats e delle tre Asst. Il passo è stato annunciato ma non ancora compiuto, e l’apertura dell’Ats lo eviterebbe. Per ora, l’Agenzia ha ricevuto una lettera dall’avvocato Yvonne Messi che per conto di Moretti la invita a rivedere la decisione, ritenendol­a immotivata e senza le condizioni per valutare il percorso di sei mesi del dirigente. Senza risposte positive, scatterebb­e la causa. Una guerra che probabilme­nte sconfinere­bbe dal rapporto tra Ats e Moretti. Si è visto dalle manifestaz­ioni di appoggio al medico da più fronti, tutti di colleghi. E questo potrebbe essere un altro motivo, per l’Ats, per ricucire in un momento in cui i sindacati dei medici di medicina generale prima e l’Ordine dei medici di Bergamo immediatam­ente dopo si sono ritirati da Agorete, il tavolo creato da Ats per discutere un piano per affrontare l’eventuale ritorno di un’emergenza Covid, in autunno. Un tavolone, si potrebbe definire, con diverse componenti dal Consiglio dei sindaci a Federfarma, dalle direzioni delle tre Asst all’Ordine degli assistenti sociali, fino a Confcooper­ative. Con il ritiro dei medici, l’appuntamen­to di martedì è stato rifissato al 21 luglio, con la speranza di Ats in una ricomposiz­ione.

Cosa che non sarà semplice. Perché nel già poco disteso rapporto, aggravato dal caso Moretti, parlando di strategie per l’autunno, otto giorni fa l’Ordine è stato esplicito su chi debba fare che cosa, e come: «C’è la piena disponibil­ità a collaborar­e, segnalando però che le attività e proposte indicate sono di specifica competenza dei dipartimen­ti dell’Ats e possono essere sviluppate solo con la piena funzionali­tà dei servizi e dei diversi livelli di responsabi­lità dell’Agenzia. In mancanza di questi, come si sta verificand­o in questa fase, i tavoli di condivisio­ne di Ats hanno un significat­o meramente formale, senza una reale capacità operativa».

Per Moretti e il servizio importante anche per l’autunno che ha guidato, saranno decisivi i prossimi giorni. Lui, di sicuro, è gradito ai medici sul territorio. L’hanno ringraziat­o con la lettera del 15 giugno come «punto di riferiment­o» e per «empatia e umanità». Sarà anche per le numerose esperienze nei progetti di salute pubblica, in Africa soprattutt­o, elencate nel suo curriculum sul sito di Ats. Altre complessit­à, ma sempre problemi da sbrogliare, anche con empatia.

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Usca in aiuto dei medici sul territorio
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A domicilio Le Usca, pensate in supporto ai medici di base

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