L’Ats apre al reintegro del dirigente destituito
Dopo le proteste dei medici di base, Roberto Moretti in attesa di risposte dall’Agenzia: altrimenti farà ricorso
Sono indiscrezioni, da ambienti ben informati. L’Ats aprirebbe verso il reintegro del dottor Roberto Moretti, dopo la mancata conferma come responsabile delle Cure primarie. Il dirigente ha mandato una lettera dell’avvocato all’Ats. In caso di risposta negativa, farà causa. Sarebbe una guerra aperta, con sindacati e Ordine già schierati con Moretti.
La decisione definitiva ancora manca. La conferma ufficiale, anche. Ma nel solco delle indiscrezioni circolate tra fonti ben informate, la strada dell’Agenzia per la tutela della salute sarebbe quella di un’apertura al reintegro di Roberto Moretti, dopo la mancata conferma come responsabile dell’Unità operativa complessa delle Cure primarie dell’Ats. Forse, una scelta forzata più che voluta, per più motivi.
Come evitare uno scontro a carte bollate, un ricorso che trova già l’appoggio a Moretti delle rappresentanze sindacali di Ats e delle tre Asst. Il passo è stato annunciato ma non ancora compiuto, e l’apertura dell’Ats lo eviterebbe. Per ora, l’Agenzia ha ricevuto una lettera dall’avvocato Yvonne Messi che per conto di Moretti la invita a rivedere la decisione, ritenendola immotivata e senza le condizioni per valutare il percorso di sei mesi del dirigente. Senza risposte positive, scatterebbe la causa. Una guerra che probabilmente sconfinerebbe dal rapporto tra Ats e Moretti. Si è visto dalle manifestazioni di appoggio al medico da più fronti, tutti di colleghi. E questo potrebbe essere un altro motivo, per l’Ats, per ricucire in un momento in cui i sindacati dei medici di medicina generale prima e l’Ordine dei medici di Bergamo immediatamente dopo si sono ritirati da Agorete, il tavolo creato da Ats per discutere un piano per affrontare l’eventuale ritorno di un’emergenza Covid, in autunno. Un tavolone, si potrebbe definire, con diverse componenti dal Consiglio dei sindaci a Federfarma, dalle direzioni delle tre Asst all’Ordine degli assistenti sociali, fino a Confcooperative. Con il ritiro dei medici, l’appuntamento di martedì è stato rifissato al 21 luglio, con la speranza di Ats in una ricomposizione.
Cosa che non sarà semplice. Perché nel già poco disteso rapporto, aggravato dal caso Moretti, parlando di strategie per l’autunno, otto giorni fa l’Ordine è stato esplicito su chi debba fare che cosa, e come: «C’è la piena disponibilità a collaborare, segnalando però che le attività e proposte indicate sono di specifica competenza dei dipartimenti dell’Ats e possono essere sviluppate solo con la piena funzionalità dei servizi e dei diversi livelli di responsabilità dell’Agenzia. In mancanza di questi, come si sta verificando in questa fase, i tavoli di condivisione di Ats hanno un significato meramente formale, senza una reale capacità operativa».
Per Moretti e il servizio importante anche per l’autunno che ha guidato, saranno decisivi i prossimi giorni. Lui, di sicuro, è gradito ai medici sul territorio. L’hanno ringraziato con la lettera del 15 giugno come «punto di riferimento» e per «empatia e umanità». Sarà anche per le numerose esperienze nei progetti di salute pubblica, in Africa soprattutto, elencate nel suo curriculum sul sito di Ats. Altre complessità, ma sempre problemi da sbrogliare, anche con empatia.