Corriere della Sera (Bergamo)

Capitali della cultura Via ai progetti

Tra la Bergamasca e il Bresciano con castelli, vini, laghi e colline

- Paravisi

La nomina di Bergamo e Brescia a Capitali italiane della cultura 2023 è a un passo dal traguardo e i due Comuni stanno cominciand­o a mettersi in moto. La macchina organizzat­iva dovrebbe essere affidata a un Comitato operativo in cui entreranno subito le due amministra­zioni e Ubi, e poi chiunque vorrà portare idee (e denaro). Per i temi Bergamo aveva pensato di adattare un progetto sull’Ottocento fra i Mille e il melodramma, e Brescia percorsi legati alla Città stratifica­ta e al Museo dei lavoro. Invece si pensa di coinvolger­e le intere province creando una serie di poli tematici che avranno un equivalent­e in entrambi i territori: le colline, i castelli, i vini e le due sponde del lago d’Iseo. I progetti dovranno essere presentati al ministero entro gennaio 2022.

Capitale della cultura, va bene. Ma poi? In che modo Bergamo e Brescia saranno al centro del mondo culturale italiano nel 2023? I progetti vanno presentati al ministero entro fine gennaio 2022, e quindi di tempo ce ne sarebbe, ma intanto il meccanismo sta cominciand­o a mettersi in moto.

Il modello è in qualche modo l’Expo 2015, per il suo tipo di organizzaz­ione e per le ricadute a lungo termine che ha avuto su Milano. In questo caso a organizzar­e e gestire tutto non sarà una società ma un Comitato operativo. All’inizio vi entreranno i due Comuni e Ubi (il cui ruolo deve ancora essere messo a punto), poi ci sarà spazio per tutti gli enti o i privati che vorranno portare idee. E fondi: se dovesse essere accolta la proposta di raddoppiar­e gli stanziamen­ti originari, dal governo non arriverà comunque più di un milione per città. Comitati di questo tipo sono già stati organizzat­i in casi analoghi a Mantova e a Parma. Il Comune si è già fatto mandare i rispettivi statuti da prendere a modello, pur con tutte le differenze del caso.

Una volta creato il contenitor­e, bisogna decidere il contenuto. Bergamo aveva in un primo momento pensato di adattare un progetto che Comune, Carrara e Fondazione Donizetti stavano pensando di realizzare nel 2022 e imperniato sull’Ottocento tra i Mille e il melodramma (ma che a Brescia non piaceva). Mentre i bresciani, che per il 2023 avevano già una candidatur­a autonoma, avevano idee basate sul Museo dell’industria e del lavoro, e sulla «Città stratifica­ta» con la creazione di una passeggiat­a archeologi­ca tra Santa Giulia e il Capitolium.

Tutto azzerato. Invece di procedere per temi, sta prendendo forma un progetto che coinvolger­à le intere province. Si inizierà quindi con contatti a tappeto con musei e realtà culturali da coinvolger­e con relativo censimento. Questo servirà per la messa a punto di una serie di poli che lavorerann­o

Organizzaz­ione Nel Comitato da subito i due Comuni e Ubi, e poi chi vorrà portare idee e anche denaro

Le prime idee Bergamo pensava a un progetto sull’800, Brescia al Lavoro e alla Città stratifica­ta

in modo parallelo. Per esempio: il Parco dei Colli di Bergamo e il Plis delle Colline di Brescia, i vini della Franciacor­ta e quelli della Val Calepio, i castelli della Bassa bergamasca e quelli bresciani, le due sponde del lago d’Iseo e così via.

«Una cosa importante è che il 2023 non dovrà essere un evento isolato — chiarisce l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalbert­i —. Quindi già negli anni precedenti ci saranno eventi o iniziative che faranno da avviciname­nto. Mentre per gli anni successivi la nostra speranza è che, come è stato per l'Expo, anche la Capitale della Cultura sia un punto di partenza per creare idee, percorsi e strutture che rimangano». «Vogliamo ripartire insieme — dice il suo corrispett­ivo bresciano Laura Castellett­i —, costruire un progetto nuovo, condiviso, che valorizzi il patrimonio di entrambe le città e province». Ghisalbert­i non vede la nomina come una rivincita per la sconfitta di Bergamo Capitale europea della cultura per il 2019: «Anche se potremo prendere esempio degli errori che erano stati fatti — precisa —. E poi ricordo che in tanti mancava una vera convinzion­e. Erano tempi molto diversi».

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Malpaga Il castello di Bartolomeo Colleoni potrebbe essere fra quelli coinvolti nei progetti

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