Un aiuto alle famiglie per pagare i servizi funebri
Un contributo di 500 euro aiuterà le famiglie delle vittime di coronavirus a sostenere le spese funebri. La nuova iniziativa realizzata dal Comune di Bergamo, è possibile grazie a una somma di 100 mila euro stanziata dall’associazione Homo, a cui si sommano i 30 mila euro da Scb servizi cimiteriali e i 20 mila da Bergamo onoranze funebri. «Già nel periodo più buio dell’emergenza immaginavamo di reperire risorse per le famiglie colpite dai lutti — spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni —. Ci sono persone che hanno perso entrambi i genitori e ora si trovano con fatture onerose che fanno fatica a saldare. Siamo consapevoli che c’è bisogno di un aiuto economico». A giorni il bando sarà online sul sito del
Comune di Bergamo. Vi si potrà accedere con il Sistema pubblico di identità digitale o con la Carta regionale dei servizi. Ma chi ha poca dimestichezza con il computer potrà prenotare un appuntamento in Comune chiamando lo 035 399.966. Il contributo di 500 euro per ogni vittima è rivolto alle famiglie residenti a Bergamo che hanno sostenuto le spese funebri per i propri cari (a loro volta con residenza in città) deceduti anche fuori provincia fra il 1° marzo e il 15 maggio. Il fondo si rivolge a nuclei con reddito Isee inferiore a 15 mila euro. Chi non dispone di Isee può effettuare un’autocertificazione. «Siamo pronti a accettare altre donazioni per ampliare la platea di persone da aiutare», aggiunge Angeloni. «Avremmo voluto stanziare di più», commenta l’amministratore della Bergamo onoranze funebri, Fabrizio Ondei. La Bof ha deciso di calmierare il costo del suo servizio standard, abbassandolo da 1.400 euro a mille, «ma nonostante ciò — aggiunge Ondei — i clienti che fanno fatica a pagare sono aumentati». «Partecipiamo al dolore di Bergamo — dice don Gianni Naletto, presidente dell’associazione Homo —. L’iniziativa è un modo per essere vicini a chi soffre». «Durante l’emergenza — racconta Carlo Alberto Bettini, presidente di Scb servizi funebri, che gestisce il forno crematorio — abbiamo lavorato 24 ore su 24. Speriamo che questo non si ripeta mai più».
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