Corriere della Sera (Bergamo)

Sportiello, dall’esclusione al riscatto

- di Matteo Magri

Dall’addio con polemiche al ritorno in squadra. Rimanendo in silenzio, lavorando e facendosi trovare sempre pronto. È la storia di Marco Sportiello. Se l’Atalanta ieri fino al minuto 89 era in semifinale di Champions League è stato anche grazie alle parate del suo portiere che si è così riscattato completame­nte.

Il calcio, come la vita, può dare una seconda occasione. Come quella avuta ieri da Marco Sportiello, che non se l’è lasciata scappare. Se l’Atalanta è quasi planata alle semifinali di Champions League è anche grazie alla sicurezza tra i pali del suo portiere, incolpevol­e sui due gol. Ha tenuto a galla la squadra con un paio di interventi su Mbappé e con un paio di uscite su Neymar che hanno indotto all’errore (meglio, erroraccio) il brasiliano. Marco si è ritrovato di nuovo a fare parte dei nerazzurri dopo due anni e mezzo di peregrinaz­ioni. A far parte di un gruppo guidato da Gasperini con cui, nell’estate del 2016, erano nati dei dissidi per questioni di mercato, determinan­ti per la sua carriera. Sportiello aveva poi perso il posto da titolare, abbandonan­do Zingonia nel gennaio 2017. La fine di una storia d’amore che gli aveva anche regalato la convocazio­ne in Nazionale. Una fine burrascosa, come confermato dallo stesso portiere in un’intervista alla Gazzetta durante la parentesi a Firenze: «A Bergamo non ci volevo e non ci potevo più stare». Ma le storie d’amore possono ripartire, soprattutt­o se si mette di mezzo il destino, come accaduto con l’infortunio a Gollini. Sportiello, in stagione, è rimasto in silenzio e ha continuato a lavorare. Ed è stato l’unico nerazzurro a dover combattere anche contro il coronaviru­s. Si è sempre fatto trovare pronto. Come a Valencia al ritorno degli ottavi. Come, ieri sera, a Lisbona.

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Tra i pali Sportiello a tu per tu con Neymar

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