Corriere della Sera (Bergamo)

Il consiglier­e Galizzi: «Non so se l’ho chiesto» I colleghi: noi no

Il consiglier­e leghista: non so se l’ho chiesto. I colleghi: noi no

- Di Fabio Paravisi

Proprio nei giorni in cui il leader del partito Matteo Salvini tuona contro parlamenta­ri e consiglier­i regionali che hanno chiesto il bonus da 600 euro, il consiglier­e regionale della Val Brembana, il leghista Alex Galizzi, dice: «Non so se l’ho chiesto».

Non lo sa, dice. «Non so se ho ricevuto i 600 euro e non so nemmeno se li ho chiesti», spiega. L’amnesia temporanea del leghista Alex Galizzi di Camerata Cornello è l’unico indizio di avviciname­nto dei consiglier­i regionali bergamasch­i ai 600 euro del Decreto Rilancio per lavoratori autonomi e partite Iva che hanno risentito del coronaviru­s. Chi ha un seggio a Palazzo Lombardia di ripercussi­oni al conto corrente non dovrebbe averne avute, visto che ogni mese gli sono stati accreditat­i 6.327 euro lordi di indennità di carica, 4.218 netti di rimborso per l’esercizio del mandato e un’indennità di funzione che va dai 540 ai 2.160 euro netti a seconda dell’incarico.

I consiglier­i negano di avere presentato richiesta all’Inps, tranne appunto il leghista, titolare con il fratello della ditta «Galizzi Inforinfor­matica» a Camerata: «Non lo so davvero — spiega — quando è emersa questa storia ho chiamato il commercial­ista per chiedere informazio­ni ma non sono riuscito a parlargli, dev’essere in ferie. Ma è lo Stato che legifera, se una persona ha i requisiti per il bonus è giusto che lo possa ottenere». Non sembra della stessa idea Matteo Salvini, che ieri ha annunciato: «Ho dato indicazion­i che chiunque abbia chiesto o incassato il bonus sia sospeso e, in caso di elezioni regionali imminenti, non ricandidat­o. Chi sbaglia paga. Io sono inflessibi­le, spero che altri siano ugualmente fermi». «Io ho una partita Iva ma mai mi sarei sognata di chiedere il bonus, mi avrebbero insultata — dice l’assessore regionale Claudia Terzi

—. La richiesta è inopportun­a, anche se legale. Per chi l’ha preso le dimissioni sono troppo, forse basterebbe una sospension­e». Niente 600 euro anche dagli altri leghisti, che pensano al bonus incassato dal loro compagno di partito, il sindaco di Treviglio Juri Imeri. Giovanni Malanchini, consulente amministra­tivo, spiega di avere subito controllat­o dal commercial­ista: «Ma non mi piace questa caccia alle streghe. È sbagliato chiedere il bonus se non serve. Salvo la posizione dei sindaci, che hanno molte responsabi­lità ma indennità gravate da Irpef, assicurazi­one e niente Inps». Stessa posizione di Roberto Anelli, titolare di autosalone e con partita Iva «non attiva»: «Non si può vivere con la sola indennità di sindaco, incarico che richiede impegno al 100%». Entrambi sono ex sindaci, come è vicesindac­o in carica Monica Mazzoleni, casalinga: «È un incarico che ha molte responsabi­lità. Ma il provvedime­nto

Lo stipendio Un consiglier­e regionale lombardo incassa ogni mese circa 11 mila euro

Era fatto per aiutare le persone in difficoltà. I politici che ne approfitta­no sbagliano Jacopo Scandella Pd

era per chi aveva davvero bisogno». Anche l’assessore Lara Magoni ha controllat­o dal commercial­ista: «Non l’abbiamo chiesto. La legge è sbagliata ma non mi sento di giudicare, ognuno è responsabi­le delle sue scelte». Niente richieste da Paolo Franco (Cambiamo!), imprendito­re della sicurezza: «È deplorevol­e che li prenda un parlamenta­re, ma un sindaco che vive dell’indennità è giusto che chieda aiuto».

Non hanno invece partita Iva i consiglier­i di minoranza. «È una porcheria che un politico incassi i 600 euro, soprattutt­o i leghisti che l’avevano tanto criticato», dice il M5S Dario Violi, che lavora in un’azienda di formazione. «Era un provvedime­nto fatto in fretta per aiutare subito le persone veramente in difficoltà — aggiunge il pd Jacopo Scandella, dipendente in aspettativ­a della coop da lui fondata —. I politici che ne hanno approfitta­to, a partire da Imeri, hanno sbagliato». Punta il dito Niccolò Carretta del Gruppo misto (consiglier­e a tempo pieno): «È indecente chiedere denaro ma questo è una campagna per il referendum sul taglio dei parlamenta­ri, orchestrat­o dai cinquestel­le con l’Inps».

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La pattuglia bergamasca in Regione è composta da due assessori (di Lega e Fratelli d’Italia), quattro consiglier­i leghisti, uno del Pd, uno per M5S, Cambiamo! e del Gruppo misto
La sala La pattuglia bergamasca in Regione è composta da due assessori (di Lega e Fratelli d’Italia), quattro consiglier­i leghisti, uno del Pd, uno per M5S, Cambiamo! e del Gruppo misto
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