Corriere della Sera (Bergamo)

«Basta seggi a scuola» Nuove sedi in città per 40 mila elettori

Palazzo Frizzoni spedirà ai cittadini prima del referendum le etichette con i nuovi indirizzi

- di Silvia Seminati

Già a settembre, con il referendum, oltre 40 mila aventi diritto al voto residenti in città avranno un seggio diverso dal solito. Non più a scuola, ma in un Centro terza età o in un museo o ancora al Polaresco oppure a Palazzo Frizzoni. Queste nuove sedi elettorali non verranno usate soltanto per il referendum, ma diventeran­no le nuove sedi definitive. E il Comune, dopo il referendum, lavorerà per trovare nuove sedi elettorali anche per gli altri aventi diritto al voto. «Così — spiega l’assessore ai Servizi demografic­i Giacomo Angeloni — non dovremo più usare le scuole per le votazioni. Cercheremo spazi anche privati con cui stringerem­o accordi».

Avrebbe dovuto essere un trasloco temporaneo, valido soltanto per il referendum di settembre (quello in programma il 20 e il 21 per confermare o annullare il taglio dei parlamenta­ri). Invece il trasloco sarà definitivo. Circa la metà degli elettori residenti in città non voterà più nelle scuole, ma nelle nuove sedi elettorali individuat­e dal Comune di Bergamo. Nell’elenco, ci sono Centri della terza età (Cte), musei, lo Spazio Polaresco e anche Palazzo Frizzoni, la sede del municipio. «Dopo il referendum – dice l’assessore ai Servizi demografic­i Giacomo Angeloni – lavoreremo per trovare nuovi sedi anche per l’altra metà degli elettori. Così non dovremo più usare le scuole per le votazioni».

L‘idea di trovare sedi elettorali diverse dalle scuole è nata nelle scorse settimane per evitare che gli alunni dovessero perdere ancora giorni di lezione a settembre, poco tempo dopo l’inizio dell’anno scolastico. Così i funzionari del Comune di Bergamo si sono messi alla ricerca di spazi nuovi, dal Conservato­rio alla sede Uildm. E saranno poco più di 40 mila (circa la metà degli aventi diritto al voto) gli elettori di Bergamo che da settembre voteranno nelle nuove sedi. Questa avrebbe dovuto essere una sperimenta­zione, valida solo per settembre 2020 e dovuta all’emergenza Covid-19, invece il ministero ha già chiesto in via informale al Comune di prepararsi a renderle definitive. Una differenza non da poco per gli uffici di Palazzo Frizzoni.

Le etichette

«Rendere le nuove sedi elettorali definitive — spiega Angeloni — comporta dover stampare oltre 40 mila etichette con il nuovo indirizzo di voto da incollare sulle tessere elettorali dei cittadini». Come succede quando si cambia indirizzo all’interno dello stesso comune: resta la vecchia tessera, ma con l’indirizzo modificato. «L’etichetta — aggiunge l’assessore — andrà notificata: vuol dire accertarsi che i cittadini l’abbiano ricevuta. E se non li troveremo in casa, lasceremo una lettera dicendo che l’etichetta potrà essere ritirata e applicata sulla tessera il giorno del voto. Probabilme­nte non useremo i nostri messi comunali che sono soltanto tre, ma faremo fare le consegne a Nexive, l’operatore che già si occupa delle nostre raccomanda­te. È un lavoraccio per i nostri dipendenti, dopo un periodo di super lavoro, ma tutti si stanno dando da fare». Non c’è molto tempo da perdere. A Palazzo Frizzoni è al lavoro una task force per organizzar­e il trasloco del voto nelle nuove sedi.

I nuovi spazi

«Finora — spiega Angeloni — abbiamo individuat­o sedi alternativ­e solo per circa la metà delle scuole». Per esempio, chi prima votava alla Scuola primaria Ghisleni di Colle Aperto da settembre dovrà trasferirs­i al museo di piazza Cittadella: sia il piano terra che il primo piano verranno trasformat­i in sedi elettorali. Chi invece prima aveva il seggio elettorale nella Scuola primaria Locatelli di via Pradello da settembre dovrà votare a Palazzo Frizzoni, in piazza Matteotti. Gli elettori non dovranno sposarsi molto rispetto alle vecchie sedi in cui hanno sempre votato. Chi prima aveva il seggio alla Scuola primaria Pascoli di via Leone XIII, per esempio, non dovrà nemmeno cambiare via, ma soltanto spostarsi di qualche numero civico (dal 7 al 27, dove c’è il Centro della terza età). Oppure dovranno spostarsi di qualche centinaio di metri: chi prima votava alla Scuola secondaria di primo grado Muzio di via don Bepo Vavassori da settembre dovrà spostarsi al Cte del Villaggio degli Sposi, che si trova in via Cantù, poco distante.

Dopo il referendum

In totale gli aventi diritti al voto in città sono circa 80 mila. Il voto nelle nuove sedi, per ora, riguarda circa la metà, poco più di 40 mila. Ma il Comune lavorerà per trovare sedi alternativ­e a tutte le scuole. «È un impegno che mi prendo, lo faremo dopo il referendum — dice Angeloni —. In questo modo non dovremo più sospendere le lezioni in concomitan­za con il voto. È anche un modo per andare incontro ai genitori lavoratori che si trovavano i figli a casa da scuola nei giorni precedenti e successivi alle elezioni». Angeloni pensa a spazi comunali, ma non solo. «Potremmo fare accordi anche con i privati, per esempio con le parrocchie — dice —. Credo che si potrebbe benissimo votare in oratorio invece che a scuola, così non si perderebbe­ro le lezioni. Guarderemo quartiere per quartiere alla ricerca di nuovi spazi e proveremo a stringere accordi specifici per ogni zona della città».

I numeri Voteranno a settembre in una nuova sede in 40 mila, circa la metà degli aventi diritto

Lavoreremo per non dover più usare le scuole della città per ospitare i seggi elettorali Giacomo Angeloni Assessore ai Servizi demografic­i

Le notifiche Il Comune dovrà accertarsi che i cittadini siano informati sulla nuova sede elettorale

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