di Pietro Tosca e Giuliana Ubbiali
Code e caos a Seriate e Alzano, con accesso libero Al Papa Giovanni si parte oggi con 165 analisi
ASeriate e Alzano, il pronto soccorso è stato preso d’assalto dai vacanzieri rientrati da Spagna, Grecia, Croazia e Malta che devono sottoporsi al tampone obbligatorio. L’Asst Bergamo Est è partita subito e senza prenotazioni. A Seriate, nel primo pomeriggio, assembramenti, caos e persone spaesate (sanitari compresi). L’ospedale di Bergamo inizia da oggi, con prenotazione. Treviglio da lunedì, con la app. E c’è chi si aspettava di potersi sottoporre al tampone direttamente in aeroporto ( foto); invece, è dovuto andare in ospedale.
Alle 15 le oltre cinquanta persone in attesa sotto la tettoia del pronto soccorso dell’ospedale Bolognini, di Seriate, si sono scritte a penna un numero sulla mano. Per non perdere il posto, dopo l’annuncio di una dottoressa: «Adesso vi spostiamo». Pochi minuti dopo è lo stesso personale a uscire per distribuire i numeri progressivi.
L’Asst Bergamo Est si è dovuta organizzare in fretta, dopo l’ordinanza con cui il ministro della Salute ha reso obbligatorio il tampone entro 48 ore dal ritorno da Spagna, Grecia, Croazia e Malta. Agli uffici è arrivata via mail il primo pomeriggio di giovedì, in vigore da subito. I primi vacanzieri rientrati si sono presentati direttamente dall’aeroporto alle 3 di notte.
Ats ha messo a disposizione dei numeri di telefono da chiamare (sono sul sito), non senza diversi tentativi, per ricevere indicazioni: scaricare il modulo, compilarlo e presentarsi al pronto soccorso. Scaglioni di orari non vengono dati, ognuno va quando vuole. A Seriate (con i suoi ospedali di Alzano, Lovere, Piario) l’accesso è senza prenotazione e da subito. L’unica Azienda e anche questo spiega l’assalto. Le prime ore del pomeriggio di ieri sono le più problematiche. Anche ad Alzano, con persone in coda per il test sotto il tendone.
Ragazzi, famiglie, papà con bambini sulle spalle. Con il sole che picchia, a Seriate cercano riparo a ridosso dell’ingresso del pronto soccorso. Ma è un problema. Dalle trequattro persone delle 13.30 in un’ora se ne contano cinquanta. «Portate pazienza — invoca comprensione una dottoressa — ma anche a noi è successo tutto nel giro di un’ora». Un’ora dopo, una collega con copri camice, guanti, mascherina e cuffietta si affaccia sulla porta: «Siete troppo assembrati, dovete uscire, mi dispiace», indica la direzione con le due mani. Via dalla tettoia. Sotto, non c’è distinzione tra chi è lì per il tampone, chi sta male, e le ambulanze. «È pericoloso», sempre una dottoressa. Tutti indossano la mascherina, ma si avvicinano gli uni agli altri per chiedere informazioni. Per averne, ci si aggrappa pure al muratore alle prese con cazzuola e secchio a sistemare il muro esterno: «Potete andare anche ad Alzano o Lovere», suggerisce.
Una ragazza entra alle 14.45, tre quarti d’ora dopo essere arrivata. Esce senza tampone, deve attendere ancora perché ci sono già 15 persone. I tempi variano. Alla fine, in un’ora e mezza c’è chi se la cava. Il direttore amministrativo distribuisce i moduli da compilare. E sotto la tettoia l’assembramento si riduce a fila indiana.
All’ospedale Papa Giovanni non si è presentato nessuno alla cieca. Diverse persone, però, hanno telefonato per chiedere informazioni. Lì il tampone è su prenotazione, già da ieri, ma si parte da oggi con 165 posti. Da lunedì (a sabato) saranno 250 al giorno. Per prenotare si telefona allo 035.267.6161, da lunedì a sabato, dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 18. Niente affollamenti nemmeno al Pronto soccorso di Treviglio dove l’Asst Bergamo Ovest ha messo subito a disposizione la webapp Zerocode, servizio lanciato il 30 giugno in ottica post Covid-19 per fissare gli esami del sangue e ora estesa ai tamponi dei rientri. Saranno eseguiti da lunedì, nel tendone drivein nel piazzale dell’ospedale. In poche ore l’Asst ha ricevuto oltre 500 prenotazioni, costringendo l’azienda ad aprire nuovi slot. Ma c’è anche qualche contrattempo:c’è chi rientrerà in Italia il 18 agosto ma è riuscito a fissare il tampone solo per il 25.
Che ci sarebbe stato un assalto era intuibile. L’arrivo va comunicato all’Ats entro 48 ore, è obbligatorio: solo tra giovedì e ieri mattina l’hanno fatto 300 persone. E chi vuole sgattaiolare dall’ordinanza? Ats è in contatto con la Prefettura e il servizio medico dell’aeroporto (non effettua tamponi) per individuare eventuali rientrati che non l’hanno comunicato.
E mentre il Covid fa ancora paura e si cerca di contenere eventuali contagi da importazione, il comitato «Noi Denunceremo» prosegue la sua battaglia in nome di chi, per il virus, non c’è più. Ha scritto al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, per ottenere il rapporto dell’Oms pubblicato il 13 maggio in cui si riportava che l’Italia «non era del tutto impreparata alla pandemia», in quanto «ha avuto un piano pandemico aggiornato dal 2005 al 2010». Lo ha annunciato il portavoce del comitato, Luca Fusco: «Significherebbe collocare nel tempo le responsabilità e capire chi ha agito bene, chi ha agito male e quando. Quello che ci interessa è che si arrivi alla verità. Vogliamo evitare che l finisca come Ustica, l’Italicus o la Strage di Bologna, senza colpevoli».
I tempi In teoria entro 48 ore, ma c’è chi dovrà aspettare una settimana dal rientro