Corriere della Sera (Bergamo)

La Verdi Barocca si ispira all’Ariosto

- Enrco Parola

«Le dame, i cavalier, l’arme, gli amori» titolano i due concerti che la Verdi Barocca impagina stasera e venerdì a Castello per l’«Estate Sforzesca» (piazza Castello, ore 21, € 10, biglietti solo online su www.mailticket.it), forse ispirandos­i al Cortile delle Armi dove si esibiranno gli strumenti antichi riuniti e diretti da Ruben Jais. Scorrendo il programma emergono evidenti i riferiment­i letterari trasfigura­ti in note da alcuni dei più grandi musicisti del barocco come Händel e Vivaldi, nonché da alcuni autori meno noti come il bolognese Attilio Ariosti, che lasciò l’abito religioso per diventare compositor­e di corte del duca di Mantova e che a Londra, la città dove morì, diresse assieme a Händel e Bononcini la Royal Academy. Sarà proprio la sua ouverture dal «Vespasiano» ad aprire il concerto, e sua sarà anche l’aria «Io parto e sanlo i numi» dal «Tito Manlio». Centro della serata sarà il «Rinaldo» di Händel, con l’ouverture e alcune arie come «Venti turbini» e «Cor ingrato» o il duetto «Fermati – no crudel». A intonarli il controteno­re Filippo Mineccia e il contralto Sonia Prina, nomi di riferiment­o per l’opera barocca. Tra le versioni della «Partenope» di Alessandro Scarlatti (con l’aria «Furibondo spira il vento») e Hasse («Pallido sole») c’è spazio anche per il Concerto RvV 127 in sol minore di Vivaldi.

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Sul podio Ruben Jais guiderà la Verdi tra Händel e Vivaldi

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