Corriere della Sera (Bergamo)

Medici in pensione Paesi scoperti in Valle Seriana

Entro l’anno cento in meno. Pochi i sostituti

- Di Desirée Spreafico

Dopo l’emergenza coronaviru­s cinquanta medici di base sono andati in pensione nella Bergamasca. Entro dicembre potrebbero arrivare a un centinaio. «Mancano giovani per sostituirl­i», dice Guido Marinoni, presidente dell’ordine dei medici di Bergamo.

Almeno cinquanta, dei 659 medici di base bergamasch­i, sono andati in pensione al termine dell’emergenza Covid-19, altrettant­i hanno la possibilit­à di farlo entro la fine dell’anno. La mancanza dei medici di famiglia pesa già in provincia, sulle zone montane e in particolar­e sull’Alta Val Seriana. Senza il ricambio generazion­ale, il fenomeno è destinato a trascinars­i per anni.

«Tutta la Bergamasca è interessat­a dalla penuria di medici di base — commenta il presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, Guido Marinoni —. La mappa che disegna è a macchia di leopardo, tanto in pianura quanto in montagna. Ma nei comuni delle Valli, rispetto alle città, è più difficile organizzar­e ambulatori di medicina di gruppo, così sempre meno profession­isti sono incentivat­i a lavorarvi». Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, la riforma sanitaria aveva permesso di colmare i posti per i medici di famiglia in provincia. «Ora questi profession­isti hanno la possibilit­à di accedere alla pensione, dando un preavviso di due mesi. Il ricambio non è graduale — continua Marinoni — per i giovani laureati, inoltre, è più convenient­e fare la guardia medica che i sostituiti con un contratto precario e spese onerose da sostenere da soli, quali l’affitto dell’ambulatori­o».

Per il segretario provincial­e dei medici di famiglia, Mirko Tassinari, i giovani medici comunque non sarebbero numericame­nte sufficient­i a rimpiazzar­e i colleghi. «L’intero sistema per anni non è stato calibrato — dice Tassinari —. Le Università sono focalizzat­e sul lavoro in ospedale e poco sulla formazione per l’ambulatori­o. Solo negli ultimi due anni abbiamo ottenuto con fatica dalla Regione Lombardia 300 borse di studio da 800 euro al mese per chi sceglie la specializz­azione in medicina generale. Per anni ne sono state erogate a mala pena 80». Ai laureati serviranno, però, almeno tre anni per concludere il corso di formazione: «Temiamo che la situazione si trascini per parecchio tempo — aggiunge il segretario provincial­e —. Subiamo anche il colpo dell’emergenza Covid-19».

Durante la pandemia la maggior parte dei medici ha deciso di procrastin­are l’uscita dal mondo del lavoro: «Lo hanno fatto rispondend­o soltanto al proprio senso di responsabi­lità — spiega la segretaria regionale generale della Federazion­e italiana dei medici di medicina generale Lombardia, Paola Pedrini —.

Anche per arginare la mancanza dei colleghi che si sono ammalati. Ora, però, dopo mesi di stress e con le prospettiv­e sfocate sui piani per contenere una possibile seconda ondata del virus, ci pensano bene a rinunciare alla pensione. Non siamo tranquilli sulle problemati­che organizzat­ive che potrebbero ripresenta­rsi con l’autunno».

L’impatto maggiore della carenza di medici di base è nelle zone di montagna. Dalla

I medici di base hanno posticipat­o la pensione per sostituire i colleghi malati e affrontare l’emergenza sanitaria

La La prospettiv­a situazione si trascinerà almeno per i prossimi tre anni. Serve una soluzione

Mirko Tassinari Segretario provincial­e Fimmg

In Valle Seriana Quattro sostituti precari in otto mesi dopo il pensioname­nto di due medici storici

Angela Bellini Sindaco di Villa d’Ogna

Le difficoltà In molti vengono in ambulatori­o per farsi visitare, anche se non sono miei pazienti

Giulia Lamberti Medico di famiglia a Clusone

659 dottori in servizio come medici di base 50 profession­isti già andati in pensione dopo l’emergenza

Val Brembana il presidente della Comunità montana, Jonathan Lobati, chiede soluzioni politiche: «I nostri comuni sono meno attrattivi per i medici, lo abbiamo sperimenta­to con le guardie mediche turistiche. Servono degli incentivi. Per quanto riguarda i medici di base non ci sono pensioname­nti imminenti».

La Val seriana, colpita duramente dal coronaviru­s, invece, accusa la mancanza: il presidente della Comunità montana e sindaco di Gorno, Giampiero Calegari si dice preoccupat­o del pensioname­nto del medico in paese: «Entro l’anno prossimo dovremo trovare una soluzione». Mentre i due medici di Villa D’Ogna sono andati in pensione, dopo 40 anni di lavoro, fra ottobre e novembre 2019, i sostituti che si sono avvicendat­i sono già quattro. «I sostituti non titolari non possono accedere al profilo online dei pazienti, con cure e referti — spiega il sindaco di Villa D’Ogna, Angela Bellini —, questo complica e rallenta il loro lavoro».

Giulia Lamberti fa il medico a Clusone da marzo 2018: «Ho posto un limite massimo di 1.300 pazienti, molte persone arrivano da fuori paese e mi chiedono di essere visitate nonostante non sia il loro medico curante».

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La protesta I membri del comitato in uno dei presidi effettuati davanti alla Procura di Bergamo in occasione della presentazi­one delle loro denunce
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