Corriere della Sera (Bergamo)

RIFORMA CARCERI? INIZIAMO DAL BASSO

- Di Davide Ferrario

Fiction e film hanno abituato il pubblico a considerar­e le carceri come luoghi da grandi emozioni, grandi tragedie, grandi personaggi. Chi le frequenta per lavoro o volontaria­to conosce una situazione molto diversa. Un esempio? Mi capitò nel carcere di Torino. Il direttore aprì una porta e dietro c’era una stanza piena di rotoli di carta igienica, fino al soffitto. Lui mi spiegò che era una partita di merce fallata, ma usabile, recuperata gratis, e che questo era ciò di cui si occupava il più delle volte: far marciare la quotidiani­tà di un microcosmo nei suoi aspetti più quotidiani e triviali. Mi è venuto in mente questo episodio nel leggere le risultanze dell’inchiesta contro Antonino Porcino, exdirettor­e di via Gleno. Anche lui, sostengono gli inquirenti, viveva di questo piccolo cabotaggio, provocato dal disinteres­se sdegnoso con cui le carceri italiane sono percepite da politici e opinione pubblica. Diversamen­te dal collega di Torino, però, pro domo sua - letteralme­nte. Si era costruito, per l’accusa, un piccolo feudo, una rete di scambi di favori, di tangenti minime, di furbizie d’accatto. In questo malinconic­o quadretto rifulge l’appropriaz­ione indebita di due WC nuovi (con tubature annesse) destinati all’istituto e invece dirottati nella casa della moglie. Ecco, quando si parla di riforma del carcere è inutile usare parole alate; basterebbe inquadrare il problema dalla prospettiv­a dei cessi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy