Giovane papà muore in cantiere
Urgnano, aveva un bimbo di quattro anni. Travolto da una pianta ad Alessandria
La telefonata alla moglie è arrivata all’ora di pranzo: «C’è stato un incidente in cantiere». Ed è iniziata la corsa dei familiari verso Alessandria: sul posto hanno avuto la tragica notizia. Alex Gabbiadini, «Ol Gabbia» sui social e per gli amici, 35 anni, di Urgnano, è morto sul colpo travolto da una pianta. Per lui i soccorritori non hanno potuto fare nulla. Gabbiadini, che aveva un bambino di quattro anni, era titolare della G-Edil, fondata insieme al papà Fabrizio.
Come ogni sera, anche ieri Alex Gabbiadini sarebbe dovuto rientrare nella sua casa di Urgnano, dopo 150 chilometri di viaggio e stanco per la giornata di lavoro, ma con il sorriso, pronto ad abbracciare la moglie Marina Prussiani e il suo bimbo di quattro anni, Gabriele. Ieri non è rientrato. Nell’abitazione di via Galilei è arrivata una telefonata all’ora di pranzo, è stata la cognata, sorella di Marina, ad alzare la cornetta. «C’è stato un incidente in cantiere». Ed è iniziata la corsa dei familiari verso Alessandria: sul posto hanno avuto la tragica notizia, che stava già rimbalzando nei lanci d’agenzia di stampa. Alex Gabbiadini, «Ol Gabbia» sui social e per gli amici, è morto sul colpo in cantiere, travolto da una pianta. Per lui i soccorritori non hanno potuto fare nulla. Il giovane papà aveva 35 anni.
Con l’azienda G-Edil (fondata dopo la Gabbiadini Costruzioni Srl, la società di famiglia più nota nella Bassa Bergamasca), che gestiva con il papà Fabrizio, Alex Gabbiadini era al lavoro nell’area dell’ex Arfea, azienda di trasporti di Alessandria, in via Milite Ignoto. Con dipendenti e collaboratori l’imprenditore stava rimuovendo detriti, in particolare alberi sradicati e rami caduti a terra, dopo un violento nubifragio che si era abbattuto sulla città piemontese nel primo fine settimana di agosto, facendo parecchi danni nella zona.
Con un macchinario dotato di un braccio meccanico, adatto proprio a lavori di piantumazione su larga scala, l’azienda stava tentando di spostare un glicine di dimensioni rilevanti, con il tronco danneggiato. Ma durante quell’operazione qualcosa è andato storto, proprio mentre
Gabbiadini si trovava tra un muro e la pianta da rimuovere: il peso del glicine, secondo i primi rilievi dell’azienda sanitaria locale e della polizia locale, avrebbe fatto ribaltare il macchinario. E la pianta, che era stata quasi sollevata del tutto, è caduta addosso, improvvisamente, all’imprenditore di Urgnano, che è rimasto schiacciato.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, a supporto dei soccorritori. Ma il tentativo immediato di rianimazione non è servito, a causa dei gravi traumi riportati da Gabbiadini. L’area è stata sequestrata dalla polizia locale, su disposizione della Procura della Repubblica di Alessandria: fino alla serata di ieri il pubblico ministero di turno non aveva ancora sciolto la riserva sull’eventualità di disporre l’autopsia e quindi di tenere anche la salma dell’imprenditore sotto sequestro.
La notizia della tragedia, intanto, è arrivata nell’abitazione di via Galilei, nella zona residenziale a est del Paese, oltre la provinciale Cremasca rispetto al centro storico di Urgnano. E il padre Fabrizio è partito per Alessandria, dopo l’allarme dato dalla nuora.
Tra i vicini di casa anche alcuni parenti: «Era un ragazzo contento del suo lavoro, che lavorava al fianco del papà nell’impresa di famiglia, come aveva sempre voluto fare — ha raccontato una zia —. E poi era diventato papà anche lui, quattro anni fa, quando è nato il piccolo Gabriele. Quel bambino era sempre al suo fianco quando poteva vederlo, lo seguiva come un’ombra, diventava matto per il papà».
La famiglia Al lavoro in trasferta, ogni sera faceva 150 chilometri per tornare dal piccolo Gabriele