Scavalca la recinzione ed entra in caserma Ma non c’è il reato
Se avesse scavalcato quei tre metri di inferriata con appeso il cartello «Alt- zona militare» nel silenzio delle tre di notte, sarebbe andata in un altro modo. Invece per Mustapha Ouarrich, 42 anni, originario del Marocco e residente a Ghisalba, il processo per direttissima è finito con la non convalida dell’arresto. Per un’accusa insolita, introduzione clandestina in luoghi militari, che prevede la condanna da 1 a 5 anni. Nella notte tra mercoledì e giovedì l’uomo ha violato la recinzione della caserma dei carabinieri di Romano di Lombardia. Solo che, ha rilevato il giudice Stefano Storto, manca la tipicità del reato. Cioè quella clandestinità e quell’inganno nell’intrufolarsi in una zona vietata. L’arrestato ha fatto invece un gran fracasso, scagliando una bottiglia di vetro e poi urlando offese e minacce, come «teste di c...», «paese di m...» e «non sapete chi sono io, vi ammazzo». E qui viene la seconda parte, quella della resistenza e delle lesioni per la quale l’arresto è stato convalidato. Due carabinieri sono usciti, trovandoselo davanti. Lui ha reagito, provocando lesioni a una mano, ad una spalla e a un ginocchio dei due militari. «Scappavo», è la sua giustificazione. Ma più che altro chi lo ha visto e arrestato l’ha trovato molto alterato. Il pm (di turno Laura Cocucci) ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Il giudice, invece, gli ha dato una seconda possibilità ritenendo che, alla sua prima esperienza in una cella, possa aver capito la lezione. L’ha liberato, senza nessuna misura cautelare. Per la resistenza e le lesioni, processo rinviato al 12 novembre.