Corriere della Sera (Bergamo)

Arie e duetti, intreccio guidato da Micheli Nel cuore di Gaetano

Sul palco, tre cantanti lirici habitué del Donizetti Opera

- Lucia di Lammermoor, (r.s.)

Tre importanti interpreti del bel canto si esibiranno nei loro cavalli di battaglia, intreccian­do i loro ruoli in arie e duetti, mentre Francesco Micheli cucirà la narrazione secondo il suo stile. Domani, alle 21.30, a Lazzaretto on Stage, il direttore artistico del festival Donizetti Opera sarà protagonis­ta, con il soprano Carmela Remigio, il baritono Paolo Bordogna e il basso Alex Esposito, del concerto spettacolo «Nel cuore di Gaetano». Al pianoforte, il maestro Sem Cerritelli (biglietto a 7 euro, in vendita solo su Vivaticket.it).

La scelta è caduta sui tre cantanti lirici poiché sono ospiti frequenti della manifestaz­ione dedicata al compositor­e bergamasco. «Tutti loro hanno segnato la prima edizione del DO nel 2015, il nostro anno zero, adesso che abbiamo la sensazione di ricomincia­re, è bello ripartire chiamando gli amici — afferma Micheli —. In particolar­e, Bordogna è stato il protagonis­ta nel Don Pasquale e vive a Bergamo, la Remigio, che abita a Milano e vanta il maggior numero di presenze al festival, è stata Anna Bolena e Esposito, bergamasco, il marito Enrico VIII».

Per questo show, Micheli ha elaborato un percorso di musica e parole per far scoprire anche a un pubblico di non melomani, orfani per un anno della Donizetti Night, alcune delle più belle melodie tratte da Lucrezia Borgia, Anna Bolena, Il campanello dello speziale e la Messa di Requiem. Micheli introdurrà i brani con riflession­i che toccherann­o anche il tema della salute, facendo riferiment­o all’Elisir d’amore. «Doveva essere un rimedio a mille mali, invece Dulcamara, ruolo interpreta­to spesso da Bordogna, da cialtrone, spaccia per pozione un vino di quart’ordine — anticipa Micheli —. Donizetti restituisc­e un bailamme di voci e opinioni intorno alle malattie: come oggi, anche il suo tempo era attraversa­to dalle pestilenze, la più nefasta era il colera. Lui toccava il pubblico in modo brillante e leggero per dare sospiro e sollievo, stimolando a riflettere in modo disincanta­to. Anche noi, oggi, abbiamo bisogno di tirare il fiato».

Micheli prosegue la sua azione culturale che l’ha portato anche al di fuori del teatro, nelle scuole, nella casa di riposo e al carcere di via Gleno, dando alla lirica una connotazio­ne pop. Un passione per lui, nata nel 1992, ai tempi dell’università, ascoltando alla Scala il maestro Gavazzeni dirigere la Lucia. «È stato un colpo di fulmine, ma già agli scout ero influenzat­o da don Goffredo, donizettan­o puro. La lirica è viva, ci parla ancora adesso, mi piace il dialogo con il passato. Questo è l’aspetto che mi diversific­a», conclude.

L’evento I tre interpreti del bel canto si esibiranno nei loro cavalli di battaglia

I temi Le riflession­i di Micheli affrontera­nno anche l’argomento della salute

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Soprano Carmela Remigio (Foto Mirco Panaccio) sul palco con Paolo Bordogna, baritono, e il basso Alex Esposito

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