Corriere della Sera (Bergamo)

Asilo Carcano, 185 anni per i bambini

Treviglio, fondato dall’abate di cui porta il nome. Contribuì anche Massimo D’Azeglio

- Di Pietro Tosca

A Treviglio è un’istituzion­e, il Carcano, l’asilo più antico di tutta la provincia. Fondato nel 1835 dall’abate di cui porta il nome, fu uno dei primi asili in Italia in cui ai banchi erano collegate le gavette per mangiare (che oggi fanno parte della collezione storica), a realizzare l’attuale struttura contribuir­ono economicam­ente anche Massimo D’Azeglio, Luigia Blondel, la famiglia Visconti: quell’immobile oggi garantisce anche le distanze anti Covid.

Per la prima volta nei suoi 185 anni di storia ha festeggiat­o l’anniversar­io della fondazione con le aule vuote. Con la fine del lockdown però l’asilo Carcano di Treviglio, il più vecchio della provincia di Bergamo e il terzo più antico d’Italia, è tornato a riempirsi delle voci e delle risate dei bambini per il centro ricreativo estivo, e ora si prepara alla sfida dell’autunno.

Di sfide l’asilo treviglies­e ne ha affrontate tante, sin dalla sua nascita nel 1835. A volerlo fu l’abate brignanese Carlo Carcano, folgorato dalla visita all’asilo aperto a Cremona dal sacerdote Ferrante Aporti. Carcano decise che quell’esperienza andava portata a tutti i costi anche in Bergamasca, aggiungend­ovi però un’importante novità: la nuova scuola materna non sarebbe stata a pagamento ma vi avrebbero potuto accedere tutti i bambini. «Fin dai primi momenti — scriveva l’abate — abbiamo invitato il figlio del ricco, l’abbiamo pregato di non sdegnare di mescersi con i fanciulli raccolti dalle piazze e dai trivi… Perché gli uomini diventano nemici perché crescono senza conoscersi».

A Treviglio in quegli anni la gran parte le famiglie vedevaalcu­ni no i padri lavorare nei campi e le madri impiegate dalla mattina al tramonto in filanda. Il sacerdote calcolò che erano 216 i bambini che rimanevano soli, «tre quarti dei quali — annotava nei suoi diari — sono poveri e miserabili». Nel giro di un anno Carcano avviò l’asilo in una sede di fortuna coinvolgen­do poi dei più bei nomi dell’aristocraz­ia lombarda, studiosi e letterati nella costruzion­e di una nuova sede. Diedero un contributo figure come Luigia Blondel, Tommaso Grossi, il marchese Antonio Visconti, Ignazio e Cesare Cantù, e Massimo D’Azeglio.

«Era una struttura all’avanguardi­a — dice Lidia Bonetti da oltre 20 anni alla guida della fondazione che gestisce ora l’asilo — anche dal punto di vista funzionale: tutte le classi avevano accesso diretto al cortile e senza barriere architetto­niche. Accorgimen­ti che poi sono diventati lo standard».

L’asilo ebbe grande successo, in poche settimane accolse oltre 200 bambini. Tutti maschi, perché l’accesso alle femmine sarebbe stato consentito solo dal 1875, quando la direzione venne assunta dalle suore della Carità, che restarono alla guida sino al 1997. Nel 1895 venne aperto, anche qui tra le prime esperienze in Bergamasca, il nido, mentre nel 1897 si diede avvio alla mensa predispone­ndo dei lungi tavoli di legno ribassati nel cui pianale sono praticati dei buchi in cui inserire le gavette d’alluminio, utilizzate dai bambini per consumare il pasto.

«Quei tavoli e quelle gavette — spiega ancora Bonetti — ci sono ancora. Le abbiamo ritrovate in soffitta e fatte restaurare. Quelle ciotole erano riempite di minestra e anche in questo caso era uguale per tutti i bambini, ricchi o poveri che fossero. Era un’attenzione al sociale che era alla base del pensiero del Carcano e ancora anima la nostra istituzion­e nella calmierazi­one delle rette, l’apertura del servizio a tutti e l’attenzione ai bisogni delle famiglie. Un pensiero in cui era forte l’aspetto educativo e in cui il bambino rimane al centro, con la sua creatività».

Una realtà che ha visto la nascita dell’Italia e superato due guerre mondiali e ora si è trovata, come tutte le scuole, a fronteggia­re il Covid-19. «Durante il lockdown – racconta ancora la presidente — le insegnanti volontaria­mente hanno tenuto il contatto con i bambini via web. È stata una gioia poi riaprire con il Centro ricreativo estivo. Ora ci stiamo preparando per l’autunno, prevedendo le misure di distanziam­ento e i piccoli gruppi. Per fortuna, grazie ancora all’intuizione del Carcano, abbiamo tutti gli spazi necessari a disposizio­ne».

Dopo una prima sede di fortuna, la struttura finanziata dai Visconti, i Blondel e D’Azeglio

L’immobile di metà Ottocento garantisce anche le distanze anti coronaviru­s

L’attenzione al sociale era alla base del pensiero del Carcano e ancora oggi anima la nostra istituzion­e, con rette calmierate e un servizio aperto a tutti

Lidia Bonetti Presidente

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Lavagne antiche e computer al Carcano
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Da sinistra, il Carcano funziona anche come Cre. Le antiche gavette, oggi pezzi da museo
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Presente e passato
Le parole Presente e passato
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 Scriveva Carlo Carcano quando fondò l’asilo (foto): «Fin dai primi momenti abbiamo invitato il figlio del ricco, l’abbiamo pregato di non sdegnare di mescersi con i fanciulli raccolti dalle piazze e dai trivi. Gli uomini diventano nemici perché crescono senza conoscersi»
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