«Covid, il peggio è ormai alle spalle»
Marco Rizzi (Papa Giovanni) commenta il primo giorno con zero contagiati dopo sei mesi
Per la prima volta in sei mesi, nel report della Regione risultano zero nuovi contagi a Bergamo, tra città e provincia. Il dottor Marco Rizzi, del Papa Giovanni è positivo: «Credo di poter dire che i disastri della scorsa primavera non dovrebbero ripetersi mai più». «Merito dei cittadini», l’entusiasmo del sindaco Giorgio Gori. Cauto il dg dell’Ats Massimo Giupponi: «Dato positivo, ma manteniamo le precauzioni». Intanto in Fiera è iniziato il nuovo servizio di tamponi per chi rientra dall’estero: ne sono già stati fatti 350.
C’è chi scende dal taxi e poi va a mettersi in fila a piedi tra le auto, c’è chi arriva direttamente dall’aeroporto con le valigie nel portabagagli ma anche chi è atterrato tardi, è andato a casa in Val Camonica per tornare a Bergamo la mattina dopo. Ma tra chi sta aspettando di fare il tampone alla Fiera c’è soprattutto gente che ha cercato di prenotarsi riuscendo solo ad ascoltare la musichetta della segreteria senza riuscire a parlare con nessuno, decidendo infine di mettersi comunque in coda.
Con gli alpini
A fine giornata sono stati 350 (oltre il doppio del previsto) i vacanzieri di ritorno da Spagna, Croazia, Malta e Grecia che sono riusciti a farsi fare il tampone dal personale del Gruppo San Donato. Il tendone dietro la Fiera porta il marchio della Colonna mobile degli alpini: è quello che, alla nascita dell’ospedale da campo, era stato piazzato in un angolo discreto per fare da camera mortuaria ma per fortuna non era mai servito. Nel giro di una giornata gli alpini l’hanno smontato e rimontato. E in due giorni il gruppo ospedaliero ha allestito la struttura risolvendo il problema di trovare a metà agosto personale disponibile. «In questi mesi abbiamo acquisito grande manualità con i tamponi, ne facciamo uno in tre minuti — spiega Gianluca Beretta, coordinatore dei laboratori degli Istituti ospedalieri bergamaschi, che fanno capo al San Donato —. Quaranta persone sono riuscite a prenotare, poi abbiamo deciso di ribaltare la modalità di pre accettazione e per velocizzare i tempi facciamo il tampone a tutti quelli che si presentano». E meno male, perché nonostante le dieci persone ai telefoni, farsi rispondere non sembra la cosa più facile.
I racconti
«Ho chiamato per quattro giorni da Ibiza e anche dall’aeroporto ma nessuno rispondeva, né qui né all’ospedale di Seriate — racconta Andrea Colleoni, seriatese —: sarebbe bastato dire di venire qui, non ci sarebbero state complicazioni». «La prenotazione è stata impossibile — conferma Raffaele Cattaneo, brianzolo di Giussano —. Avremmo potuto fare il tampone da noi, ma siamo venuti direttamente dall’aeroporto per maggiore sicurezza. Per il resto, però, il servizio è perfetto». «Abbiamo chiamato tantissime volte ma nessuno ha mai risposto», aggiunge Luigi Merli, di Piacenza, arrivato da Maiorca. «Non mi hanno mai risposto e sono venuta qui, per fortuna mi fanno il tampone ugualmente», dice Nives Preda, di Villa d’Almè, in arrivo da Minorca.
In verità c’è chi era riuscito a farsi rispondere: «Ma i nostri amici hanno prenotato solo per loro — si lamenta Sebastian Stoica, di Torino, appena sceso con la fidanzata dal taxi —. Così appena arrivati con l’aereo da Maiorca ci siamo fatti portare qui».
C’è chi ha da ridire sulle modalità. «Prima ci mischiano tutti in aeroporto e poi ci fanno venire qua», protesta Rino Andaloro, di Asti. «Sui pulmini della Sacbo c’è troppo assembramento — nota Carlo Austoni di Telgate —. Da Rodi ho chiamato per due giorni, inutilmente». Molti hanno scoperto il nuovo servizio grazie ai volantini distribuiti in aeroporto, con tanto di cartina. Come Marta Fusco, bergamasca che vive a Barcell Magalufona e Luciano Giordano, di Calolzio, di ritorno da Magaluf: «Meno male, così abbiamo capito come fare».
Dappertutto sono sparsi nuovissimi cartelli e totem che indicano «Tamponi Covid al volante», ma c’è chi riesce a perdersi anche davanti alla Fiera. A qualcuno sono serviti per cambiare idea: «Sono tornato stanotte da Zara — racconta Riccardo Salamina di Seriate —. Avevo prenotato in una clinica di Bergamo, dove costa 70 euro ma quando ho visto il cartello al rondò sono venuto qui perché sapevo che a Milano li fanno gratis».
Il tecnico Abbiamo acquisito grande manualità con i tamponi. Abbiamo dovuto ribaltare la modalità di accettazione Gianluca Beretta San Donato
Gli esiti
Le file davanti al tendone si allungano e si accorciano a seconda degli arrivi in aeroporto. A mezzogiorno le auto in coda sono ventiquattro, per smaltirle si andrà oltre l’orario. I prelievi vengono spediti alle 13.30 e alle 19 ai laboratori di San Donato Milanese, con esiti fra le 48 e le 72 ore. Si andrà avanti fino al 9 settembre, ma si prevede una proroga.
Esce dal tendone l’auto di Cristian Polognoli, 47 anni, che con la moglie e i figli di 7, 12 e 15 anni sta per percorrere per la terza volta in mezza giornata i 75 chilometri fra Bergamo e Ceto, in Val Camonica. «Da Valencia abbiamo cercato di prenotare all’ospedale di Lovere senza che rispondesse nessuno, mentre al numero di questo servizio ci hanno detto che richiamavano ma non l’hanno fatto — racconta —. Siamo atterrati a mezzanotte, forse a causa dell’ora non c’era nessuno che ci informasse. Così siamo andati a casa e una volta saputo del servizio siamo tornati. Ma qui sono stati bravi». È ancora in coda Norma Savattarelli di Seriate, di ritorno da Alicante: «Per fortuna ho trovato il foglietto in aeroporto. Ma per noi bergamaschi, con quello che abbiamo passato, ci vorrebbe più riguardo».
Il turista Ho chiamato per giorni da Ibiza ma nessuno rispondeva, né qui né a Seriate: sarebbe bastato dire di venire qui Andrea Colleoni Seriate