Parco Terme riaperto con i disabili
Il progetto del Comune e della coop Lavorare insieme, per il rilancio di un luogo storico
Luca accoglie con il sorriso, la maglietta bianca con scritto «staff» e un «buongiorno». Il Parco delle Terme di Sant’Omobono riapre con i disabili come risorsa, dopo due anni di chiusura, e come simbolo di ripartenza. Il progetto «Le Fonti d’Estate 2020» è della cooperativa Lavorare Insieme di Almè e del Comune, e coinvolge anche altre realtà sociali. Le attività sono numerose e diverse, dal bar alla misurazione della temperatura. Luca, per esempio, adora fare il cameriere. Anche a Gisella piace servire i clienti, ma vorrebbe più musica. I disabili sono affiancati da una ventina di volontari. Anche per loro è un’esperienza unica, come per la maestra di Yoga: «Qui i problemi spariscono». E dai clienti, sorpresi dalla ritrovata vivacità del parco, fioccano i complimenti.
La sagoma fiabesca di Villa delle Ortensie, con la spa e l’hotel a 4 stelle, è immobile, immersa nel silenzio: il telefono suona a vuoto, poi entra la segreteria che comunica che, «in riferimento alla situazione sanitaria ancora in corso, resterà chiusa fino a data da destinarsi». A pochi passi dalla struttura privata, però, c’è movimento. Il cancello di quello che, in tutta la vallata, è noto come il Parco delle Terme di Sant’Omobono perché storicamente le cure si fanno lì, è spalancato. Fra il verde spuntano, qua e là, i tavolini e qualche avventore. Due ciclisti si godono il caffè, uno plana nel parcheggio. Quattro ragazzini rincorrono la mira e le palline fra i saliscendi del mini-golf. Le inalazioni e i percorsi curativi non sono disponibili. Eppure buonumore e benessere — a cominciare dal «Buongiorno» che riserva Luca, sorriso accogliente e maglietta bianca con la scritta «Staff» — aleggiano sull’intera area di proprietà comunale. E le «Fonti d’estate 2020» sprizzano come non avveniva da tempo.
La cooperativa Lavorare Insieme di Almè (35 anni di vita con le persone disabili), in collaborazione col Comune, ha scelto questo titolo per un progetto in cui — spiega il direttore Valerio Mari — «sport, fragilità ed educazione si fondono in una gestione unica e innovativa». E dove Luca Bugada, 32 anni di Bedulita, Gisella Rota, 44enne di Sant’Omobono e altri 13 disabili, dai 17 ai 55 anni, della Valle Imagna ma anche di Bergamo e provincia, mostrano come, prosegue Mari, «la disabilità diventa una risorsa, impegnata nella riapertura di un luogo ampio e verde, chiuso da 2 anni, che in questa fase particolare trasmette un forte messaggio di ripartenza».
Dal bar alla gestione delle mazze, dalla pulizia alla misurazione della temperatura: «Le attività sono tante — dice la responsabile Nadia Casari — e impegnano, in un calendario di turni, le persone che frequentano la nostra cooperativa o gli altri partner del progetto, come l’associazione Dorainpoi, le cooperative Why Not, Oikos e Serena». Nell’iniziativa è coinvolto anche il gruppo di lavoro di «Distanze Ravvicinate». Armati di guanti, scope, vassoi, i membri dello staff si muovono svelti. Luca, che adora «fare il cameriere e lo spazzino», viene «ogni giorno, domenica compresa, in macchina col papà». Gisella, che ama servire i clienti e lamenta solo la mancanza della musica abita nella frazione vicina e arriva a piedi. Alcuni giungono coi mezzi pubblici, altri accompagnati dai volontari. Di diversa età, affiancano da martedì a domenica i disabili. «È un’esperienza bellissima — rivela una di loro, Giulia Invernizzi, maestra di yoga —. Qui i problemi spariscono». Una sensazione condivisa dai presenti, che osservano stupiti la ritrovata vivacità del luogo: «Complimenti per l’idea», commenta una coppia che vive a Lodi ma si rifugia nel fresco di Fuipiano. «È una bella iniziativa», dice l’ennesimo ciclista, attratto dalla ricca locandina di appuntamenti che propone lezioni di pilates, laboratori per bambini, caccia al tesoro e tombolate, incontri.
Soddisfatta anche l’Amministrazione comunale che sottolinea «il valore della proposta, che fa bene alle persone coinvolte e alle loro famiglie, ma anche al territorio e al turismo». «A testimonianza — prosegue il vice sindaco Demis Todeschini — di come a volte basti un’idea, e per questo ringrazio Diego Rodeschini che l’ha suggerita, e una rete capace di mettersi in gioco». Il progetto, partito il 4 luglio, proseguirà fino al 31 agosto. E poi? «Abbiamo a cuore l’area — aggiunge Todeschini —, al centro di un grande progetto di rilancio e riqualificazione». «È presto per dire se l’attività proseguirà — chiude Mari —. Certamente continueremo a promuovere questa formula, insieme alle istituzioni». La statua di una dea, posta sopra il cancello d’ingresso, pare annuire. E accarezzare con lo sguardo l’entusiasmo di Luca, intento a consegnare zucchero, caffè, scontrino. E già pronto a sorridere ai nuovi clienti in arrivo.
I tempi Avanti fino al 31 agosto. Il vice sindaco: «C’è un progetto di riqualificazione»