Corriere della Sera (Bergamo)

Parco Terme riaperto con i disabili

Il progetto del Comune e della coop Lavorare insieme, per il rilancio di un luogo storico

- Di MIchela Offredi

Luca accoglie con il sorriso, la maglietta bianca con scritto «staff» e un «buongiorno». Il Parco delle Terme di Sant’Omobono riapre con i disabili come risorsa, dopo due anni di chiusura, e come simbolo di ripartenza. Il progetto «Le Fonti d’Estate 2020» è della cooperativ­a Lavorare Insieme di Almè e del Comune, e coinvolge anche altre realtà sociali. Le attività sono numerose e diverse, dal bar alla misurazion­e della temperatur­a. Luca, per esempio, adora fare il cameriere. Anche a Gisella piace servire i clienti, ma vorrebbe più musica. I disabili sono affiancati da una ventina di volontari. Anche per loro è un’esperienza unica, come per la maestra di Yoga: «Qui i problemi spariscono». E dai clienti, sorpresi dalla ritrovata vivacità del parco, fioccano i compliment­i.

La sagoma fiabesca di Villa delle Ortensie, con la spa e l’hotel a 4 stelle, è immobile, immersa nel silenzio: il telefono suona a vuoto, poi entra la segreteria che comunica che, «in riferiment­o alla situazione sanitaria ancora in corso, resterà chiusa fino a data da destinarsi». A pochi passi dalla struttura privata, però, c’è movimento. Il cancello di quello che, in tutta la vallata, è noto come il Parco delle Terme di Sant’Omobono perché storicamen­te le cure si fanno lì, è spalancato. Fra il verde spuntano, qua e là, i tavolini e qualche avventore. Due ciclisti si godono il caffè, uno plana nel parcheggio. Quattro ragazzini rincorrono la mira e le palline fra i saliscendi del mini-golf. Le inalazioni e i percorsi curativi non sono disponibil­i. Eppure buonumore e benessere — a cominciare dal «Buongiorno» che riserva Luca, sorriso accoglient­e e maglietta bianca con la scritta «Staff» — aleggiano sull’intera area di proprietà comunale. E le «Fonti d’estate 2020» sprizzano come non avveniva da tempo.

La cooperativ­a Lavorare Insieme di Almè (35 anni di vita con le persone disabili), in collaboraz­ione col Comune, ha scelto questo titolo per un progetto in cui — spiega il direttore Valerio Mari — «sport, fragilità ed educazione si fondono in una gestione unica e innovativa». E dove Luca Bugada, 32 anni di Bedulita, Gisella Rota, 44enne di Sant’Omobono e altri 13 disabili, dai 17 ai 55 anni, della Valle Imagna ma anche di Bergamo e provincia, mostrano come, prosegue Mari, «la disabilità diventa una risorsa, impegnata nella riapertura di un luogo ampio e verde, chiuso da 2 anni, che in questa fase particolar­e trasmette un forte messaggio di ripartenza».

Dal bar alla gestione delle mazze, dalla pulizia alla misurazion­e della temperatur­a: «Le attività sono tante — dice la responsabi­le Nadia Casari — e impegnano, in un calendario di turni, le persone che frequentan­o la nostra cooperativ­a o gli altri partner del progetto, come l’associazio­ne Dorainpoi, le cooperativ­e Why Not, Oikos e Serena». Nell’iniziativa è coinvolto anche il gruppo di lavoro di «Distanze Ravvicinat­e». Armati di guanti, scope, vassoi, i membri dello staff si muovono svelti. Luca, che adora «fare il cameriere e lo spazzino», viene «ogni giorno, domenica compresa, in macchina col papà». Gisella, che ama servire i clienti e lamenta solo la mancanza della musica abita nella frazione vicina e arriva a piedi. Alcuni giungono coi mezzi pubblici, altri accompagna­ti dai volontari. Di diversa età, affiancano da martedì a domenica i disabili. «È un’esperienza bellissima — rivela una di loro, Giulia Invernizzi, maestra di yoga —. Qui i problemi spariscono». Una sensazione condivisa dai presenti, che osservano stupiti la ritrovata vivacità del luogo: «Compliment­i per l’idea», commenta una coppia che vive a Lodi ma si rifugia nel fresco di Fuipiano. «È una bella iniziativa», dice l’ennesimo ciclista, attratto dalla ricca locandina di appuntamen­ti che propone lezioni di pilates, laboratori per bambini, caccia al tesoro e tombolate, incontri.

Soddisfatt­a anche l’Amministra­zione comunale che sottolinea «il valore della proposta, che fa bene alle persone coinvolte e alle loro famiglie, ma anche al territorio e al turismo». «A testimonia­nza — prosegue il vice sindaco Demis Todeschini — di come a volte basti un’idea, e per questo ringrazio Diego Rodeschini che l’ha suggerita, e una rete capace di mettersi in gioco». Il progetto, partito il 4 luglio, proseguirà fino al 31 agosto. E poi? «Abbiamo a cuore l’area — aggiunge Todeschini —, al centro di un grande progetto di rilancio e riqualific­azione». «È presto per dire se l’attività proseguirà — chiude Mari —. Certamente continuere­mo a promuovere questa formula, insieme alle istituzion­i». La statua di una dea, posta sopra il cancello d’ingresso, pare annuire. E accarezzar­e con lo sguardo l’entusiasmo di Luca, intento a consegnare zucchero, caffè, scontrino. E già pronto a sorridere ai nuovi clienti in arrivo.

I tempi Avanti fino al 31 agosto. Il vice sindaco: «C’è un progetto di riqualific­azione»

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A sinistra, un’educatrice e altri volontari insieme ai ragazzi «più fragili» fuori dal Parco delle Terme di Sant’Omobono A destra, Luca Bugada mentre prepara i caffè
(foto Manzoni)
Al lavoro A sinistra, un’educatrice e altri volontari insieme ai ragazzi «più fragili» fuori dal Parco delle Terme di Sant’Omobono A destra, Luca Bugada mentre prepara i caffè (foto Manzoni)

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