Corriere della Sera (Bergamo)

Il gioco idiota «Presi a sputi, denunciamo»

- di Giuliana Ubbiali

In altri tempi, sarebbe stata «solo» maleducazi­one. In questi, di tempi, e in arrivo da questa terra, la Bergamasca, lo ammettono: «Il pensiero del Covid è passato per la testa». Soprattutt­o a chi, come Giulia Maffeis, 20 anni, di Clusone, ha avuto il papà grave per il virus. In ospedale, a Palermo, quando a marzo non c’era più posto in Lombardia. E a chi ha perso il padre, per altro ma durante quel periodo nero. Tre ragazze e tre ragazzi bergamasch­i, a Roma, sono stati presi a sputi per strada.

Giulia Maffeis insieme ad Alessia Contessi, 23 anni, di Pianico, Alessandro Pegurri, 22, di Sovere, Federico Bonomi, 21, di Clusone, Giovanni Caroli, 20, di

Lovere e Anna Spatti, stessa età, di Rogno (nella foto), ieri verso le 15 erano sul lungotever­e, a Roma per una vacanza di 4 giorni. Erano a passeggio, con il treno da riprendere la sera per tornare a casa. «Due ragazzi si sono avvicinati su un motorino elettrico di quelli a noleggio, uno ha iniziato a sputarci addosso, tanto, colpendoci un po’ tutti. Ridevano», raccontano. Giulia, sulla mascherina. Ha pianto. Gli altri, chi su un braccio e chi di striscio. «Ci hanno presi a caso, non perché siamo bergamasch­i — sono sicuri anche perché è successo all’improvviso—. Siamo andati dalla polizia, ma ci hanno detto che al massimo è una faccenda civile. Siamo rimasti delusi». Non hanno intenzione di lasciar correre: «Comunque, pensiamo di denunciare. Per il gesto, terribile di per sé, di maleducazi­one. E poi se quel ragazzo fosse positivo? Eravamo a un semaforo, sopra c’era la telecamera». A proposito di Covid, il caso di papà Maffeis conferma quanto lungo sia il recupero: «Si sta riprendend­o piano piano, ora inizia a camminare».

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