«I tempi bui sono alle spalle»
Il 23 febbraio i primi casi positivi e l’inizio della paura Il direttore dell’Ats: «Mai far calare l’attenzione» Zero contagiati, non accadeva da 6 mesi. Rizzi (Papa Giovanni): quei disastri non si ripeteranno
C’erano stati giorni in cui in quella casella c’erano cifre spaventose, che portavano con sé un insopportabile carico di paura e morte. Ieri nel bollettino della Regione sull’andamento del virus, alla voce «Bergamo» c’era uno zero. Nessun nuovo caso positivo.
E fa impressione vedere quella cifra associata alla terra più massacrata dall’epidemia, anche sapendo che si tratta di cifre che dipendono da molti fattori, che cambieranno ancora e che, com’è successo nel pieno dell’emergenza, spesso sono state diverse da quelle reali. Ma è comunque la prima volta in sei mesi che l’assessorato regionale al Welfare registra zero contagi in una provincia in cui il totale è arrivato a 15.222. Ed è stato proprio sei mesi fa, domenica 23 febbraio, che il contagio è sbarcato fra di noi, ha fatto chiudere e riaprire l’ospedale di Alzano e finire in rianimazione i primi pazienti, poi morti nel giro di poche ore.
Quel giorno i contagiati ufficiali erano 2, e per vedere una cifra così bassa si era dovuto aspettare il 10 e l’11 agosto. In mezzo c’erano state giornate terribili come il 21 marzo: 715 casi positivi e 256 vittime ufficiali (mentre di altre non sottoposte a tampone non si saprà mai con certezza le cause della morte), e il giorno dopo erano state 722, quadi due al minuto, le chiamate arrivate al 118. In quel marzo c’erano stati anche giorni come il 27 con i suoi 602 casi positivi, il 15 (552), il 20 (509) e il 14 (496). E si era dovuti arrivare al 7 luglio per vedere l’ultimo paziente Covid lasciare la terapia intensiva del Papa Giovanni dopo 137 giorni in cui quel reparto sembrava essere diventato l’epicentro dell’epidemia mondiale. Lo zero ha quindi un valore simbolico, che però sembra non spingere a particolari celebrazioni. «Sì, è la prima volta che succede ed è un dato positivo — concede il direttore generale dell’Ats di Bergamo Massimo Giupponi —. Ma bisogna prima di tutto ricordare che si tratta di cifre sottoposte a oscillazioni e a variabili, come quella dei tamponi che vengono processati. E soprattutto non bisogna mai dimenticare di tenere sempre presenti le precauzioni necessarie per non far diffondere il virus, che in altre zone d’Italia sta tornando a salire a causa di chi torna dall’estero». Stesso atteggiamento da parte del sindaco di una delle zone simbolo della tragedia. «Il valore simbolico di quello zero è certo significativo — dice Claudio Cancelli, primo cittadino di Nembro ed ex paziente Covid —. Ma io penso soprattutto a ciò che potrà succedere dal 7 settembre, quando riapriranno le scuole dell’infanzia. Voglio ricordare a tutti i genitori che devono essere i primi a fare barriera e che non bisogna mai mollare di un metro. Mi viene la pelle d’oca quando vedo la troppa
Il sindaco Per Giorgio Gori «è una notizia importantissima, il merito è dei cittadini»
superficialità che c’è in giro, come se si fosse già dimenticato ciò che abbiamo vissuto».
Più ottimista Marco Rizzi, direttore dell’Unità malattie infettive del Papa Giovanni: «La cifra conferma la tendenza delle ultime settimane sulla limitata circolazione del virus in provincia di Bergamo. Potrà certo essere ancora presente per casi sporadici o per persone di rientro dall’estero ma credo di poter dire che i disastri della scorsa primavera ormai sono alle nostre spalle e non dovrebbero ripetersi mai più. Quello zero simboleggia il grande lavoro che è stato fatto anche se bisogna sempre stare attenti». «Zero positivi — è il commento del sindaco di Bergamo Giorgio Gori — dopo mesi terribili, e altri mesi di incertezza e di timore è per noi una notizia importantissima, e il merito è tutto dei cittadini bergamaschi. Continuiamo così».