«Alchimia cercasi»
A una settimana dal via della stagione, il c.t. Mazzanti analizza la Zanetti: «Rosa equilibrata, buon mix tra esperte e giovani»
A distanza di 177 giorni dall’ultima schiacciata, la Serie A di volley femminile è pronta a iniziare la stagione 2020/21. Il primo atto sarà un’insolita edizione della Supercoppa italiana, una sorta di final 12 che scatterà sabato per concludersi il 6 settembre. E si presume che anche il campionato riserverà sorprese, non solo a livello sportivo: tra incognita protocolli, gestione di eventuali positivi, utilizzo dei palazzetti e onda lunga della crisi (come dimostra l’esclusione dalla Serie A1 di Caserta e i problemi di Casalmaggiore), i dubbi da sciogliere sono molti. «Fino a pochi giorni fa, l’unico protocollo che regolava l’attività era quello utilizzato per la ripresa del calcio. E prevedeva costi che le società di pallavolo non possono sostenere». Sono le parole di Davide Mazzanti, ct della Nazionale
femminile nonché ultimo allenatore ad aver regalato a Bergamo lo scudetto, nel 2011. L’interlocutore ideale per analizzare la rosa della Zanetti. «Sulla carta la squadra è equilibrata, con un mix di giocatrici di esperienza e giovani — continua —. Ma solo il campo dirà se tra le ragazze si creerà l’alchimia per centrare gli obiettivi».
Un’alchimia difficile da trovare, con dieci new entry su dodici giocatrici…
«Per un coach partire da uno zoccolo duro è più facile e a Bergamo lo sanno bene: quando l’allenatore ero io si inserivano due o tre elementi mirati. Però non sempre è possibile confermare la rosa; quest’estate solo Conegliano ci è riuscita».
Saranno ancora le trevigiane la squadra da battere?
«Ha giocatrici forti e ha cambiato poco rispetto al passato. Però lo scudetto lo si assegna ad aprile: i valori possono cambiare».
La vedremo a Bergamo? Magari per osservare la giovane Fersino?
«Mi vedrete a Bergamo, ma non faccio nomi. È giusto lasciare la porta aperta a tutte le giocatrici di A1. Poi non nego che il mio ruolo mi porti a osservare con attenzione le giovani alla prima stagione da titolare».
Se le volessimo estorcere una risposta meno diplomatica?
«Rispondo che seguirò Daniele Turino, il nuovo allenatore. Come me dieci anni fa, ha la chance di essere coach del Volley Bergamo; e lì si può imparare tanto».
Che consiglio può dargli? «La difficoltà è gestire il nuovo rapporto con le giocatrici. Il consiglio è di affidarsi a chi mi ha dato una mano: Giovanni Panzetti. Da lui ho imparato tanto, soprattutto come tenere sotto pressione la squadra quando le cose non vanno come dovrebbero».
E una dritta da un punto di vista tattico?
«Si scende in campo a breve e il tempo per conoscersi è poco. Ma, visto che è un problema che ho anche io in Nazionale, posso dire che con la disponibilità delle ragazze alcuni meccanismi si possono trovare abbastanza in fretta».
Il 2021 sarà un anno impegnativo.
«Come il 2020, ma con un Europeo in più. Avremo più tempo per preparare le Olimpiadi; l’Europeo sarà sacrificato, ma la squadra sarà grossomodo quella dei Giochi e le ragazze avranno un bagaglio di conoscenze consolidato».
Vista la situazione di incertezza, qual è l’obiettivo che deve porsi la pallavolo italiana?
«Dobbiamo inventare un nuovo modo di comunicare: troppo spesso inseguiamo il calcio, ma se fai le stesse cose vieni oscurato da chi ha più seguito. Invece la pallavolo ha un patrimonio di dati che, sfruttando le tecnologie già in nostro possesso, possiamo raccontare al pubblico, creando la nostra peculiarità rispetto ad altre discipline».
L’ex Davide Mazzanti è stato l’ultimo tecnico a regalare lo scudetto a Bergamo, nel 2011