Sos medici in pensione Solo un terzo sostituito
La segretaria del sindacato: «Ora speriamo nei neolaureati»
Solo 30 medici di base su 101 sono stati sostituiti. A Ciserano, i 1.700 pazienti del dottore morto di Covid devono rivolgersi alle Usca. Ad Arzago ci sono solo precari. A Urgnano ne andranno in pensione tre. Per i sindaci è inaccettabile. La segretaria del sindacato: «Speriamo nei neolaureati».
A Ciserano, i 1.700 pazienti del dottor Antonino Buttafuoco, morto a marzo di Covid-19, sono senza medico di base: manca un sostituto, anche provvisorio. Ad Arzago ci sono solo precari, mentre a Urgnano in due anni andranno in pensione in tre.
Nella lista degli incarichi vacanti per l’assistenza primaria nella Bergamasca, pubblicata a luglio dalla direzione generale del Welfare della Regione Lombardia, si conta fino a 64: tanti sono i posti liberi per i medici di famiglia. In 36 ambiti, sui 53 totali, si cerca almeno un professionista: fra Arzago, Casirate d’Adda e Treviglio ne servirebbero 4, stando al numero di abitanti; 3 a Nembro, Selvino e Aviatico. I dati diffusi dall’Ats di Bergamo disegnano un quadro ancora più ampio e problematico: dei 65 medici di base bergamaschi (42 titolari e 21 provvisori) che hanno cessato la propria attività e dei 36 che hanno già annunciato le dimissioni per pensionamento, ne sono stati sostituiti solo 30, fra titolari e provvisori. Il fenomeno della carenza di medici di famiglia, cronicizzato in provincia negli ultimi anni, è destinato ad acuirsi con l’onda alta dei pensionamenti che non riesce a essere colmata dai nuovi ingressi.
E sale la preoccupazione dei sindaci in vista dell’autunno.«La pandemia ci ha svelato l’importanza della medicina di territorio, ma siamo sguarniti. La situazione è inaccettabile», commenta Caterina Vitali, sindaco di Ciserano dove, per tamponare la situazione, è stata coinvolta l’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca). «Il contatto con i medici, sempre diversi, è solo telefonico, i mutuati non possono creare un rapporto di fiducia», continua Vitali. Chi ha bisogno di ricette mediche deve andare a ritirarle a Osio Sotto: cinque chilometri senza mezzi pubblici. Il Comune sta organizzando un servizio di trasporto sociale, che possa accompagnare i pazienti all’ambulatorio Usca, e un gruppo di volontari, che a turno vada a ritirare le ricette per poi consegnarle nella farmacia del paese, «dobbiamo tener conto della privacy», sottolinea Vitali.
Giuseppe Togni, il sindaco di Cavernago, è pronto ad aprire l’ambulatorio comunale ai giovani medici: «Ottocento mutuati sono senza dottore — dice — . Nei prossimi giorni incontrerò l’Ats di Bergamo, chiederò se è possibile vincolare all’utilizzo dell’ambulatorio in paese: agli anziani il servizio serve vicino a casa». Ma l’ambito territoriale in cui rientra Cavernago, a bando con la ricerca di 4 medici, «è andato deserto —spiega Togni — quindi se ne riparlerà l’anno prossimo».
Anche il primo cittadino di Arzago, Gabriele Riva, ha chiesto un incontro con l’Agenzia di tutela della salute: «I presidi sul territorio sono fondamentali, soprattutto con il Covid», dice. Dopo il pensionamento del medico titolare, ad Arzago, si sono avvicendati i sostituti provvisori: «L’ultima dottoressa ha deciso di ricevere solo a Treviglio (fra i Comuni dell’ambito) — spiega Riva —. In paese non abbiamo medici».
Tre dei quattro medici di base di Urgnano andranno in pensione nei prossimi due anni: «Bisogna tornare a radicare il servizio nelle comunità — dice anche il sindaco Efrem Epizoi —. L’intera organizzazione del sistema sanitario
A Ciserano I pazienti del medico morto di Covid-19 devono rivolgersi all’Usca
va stravolta».
Ad Arcene la situazione è diversa: ci sono tre medici, due titolari e un sostituto in attesa di nomina. «Siamo tranquilli, sono tutti giovani, lontani dalla pensione — commenta il sindaco Roberto Ravanelli —. Durante l’emergenza, però, due sono risultati positivi al virus, solo grazie ai volontari della Croce rossa siamo riusciti a far fare le ricette a medici fuori Comune per recapitarle a casa degli assistiti».
In Val di Scalve, quando i contagi avevano toccato il picco, erano arrivati i medici dell’esercito per sostituire i colleghi malati.«Abbiamo due titolari e un sostituto, sono sufficienti — commenta il sindaco di Vilminore, Pietro Orrù —. Però sono preoccupato che, vista l’ondata di pensionamenti, possano chiedere il trasferimento per avvicinarsi a casa. Solo un medico risiede in paese».
Per la segretaria regionale dalla Federazione italiana medici di medicina generale, Paola Pedrini: «Siamo nelle mani dei neolaureati. Non ci sono soluzioni definitive nel breve tempo, la mancanza di medici di base è grave». I giovani medici sosterranno il test per le specialità il 22 settembre: «Chi non verrà ammesso potrebbe decidere di fare il medico di famiglia provvisorio», spiega Pedrini. Un incarico che i corsisti di medicina generale, di solito, evitano: «Lo stipendio per i giovani è basso, a mala pena basta per pagare l’affitto dell’ambulatorio e il personale di studio», conclude.
Ad Arzago Solo medici provvisori che ricevono nell’ambulatorio fuori Comune